Il punto (o punto fermo) è il segno d’interpunzione dotato del valore demarcativo più forte tra quelli che fungono da marche di confine sintattico.
Serve per indicare una pausa forte (intendendo con pausa [...] contemporanea e che è diventata una sorta di marca dello «stile giornalistico», dove il punto «non isola frasi verbali autonome, ma componenti nominali, […] messe così in grande evidenza» (Serianni 1988: 59).
In sequenze come questa (del giornalista ...
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I nomi propri, studiati da una specifica branca della linguistica che prende il nome di ➔ onomastica, identificano referenti singoli per differenziarli da quelli della categoria di cui fanno parte: Mario [...] o, ma ormai desueto, per indicare persone viventi nei cui confronti si vuole mostrare particolare deferenza.
Nel linguaggio burocratico (verbali di polizia, atti processuali, e simili; ➔ burocratese) l’articolo è usato normalmente non solo dinanzi al ...
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Gli infissi sono un particolare tipo di ➔ affissi, cioè di elementi morfologici che non possono essere utilizzati da soli nel discorso, ma soltanto in combinazione con radici o temi lessicali, per formare [...] -ire dell’italiano (io capisco / noi capiamo, che io colpisca / che voi colpiate; ➔ flessione; ➔ paradigmi; ➔ coniugazione verbale).
Alcuni preferiscono distinguere gli elementi posti fra radice e affissi esterni con il nome di interfissi, riservando ...
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La parola regola, applicata a una lingua, ha due significati fondamentali: quello di «descrizione di un meccanismo della lingua stessa» e quello di «precetto, ammonizione per parlare o scrivere bene». [...] L’applicazione consapevole e sistematica al volgare delle categorie e delle regole grammaticali del latino (i casi, i tempi verbali, le concordanze sintattiche) consentì a Leon Battista Alberti, in una data successiva al 1437 (cfr. Cardini 2008: XLII ...
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Si chiama copula (dal lat. cōpula(m) «unione, legame») qualunque elemento svolga nella frase la funzione di collegare un soggetto e un costituente non verbale in una predicazione. Nel modello classico, [...] i tratti grammaticali della predicazione (cfr. il concetto di dummy verb «verbo vuoto» in Jespersen 1937; Lyons 1968): modo, tempo e aspetto verbale (2) e l’accordo con il soggetto (3):
(2) Mario era un insegnante
(3) Mario e Luisa sono insegnanti
In ...
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Sincope (dal gr. synkopḗ, lett. «atto del tagliuzzare») in ➔ fonetica storica è il fenomeno che consiste nella scomparsa di un suono o di una ➔ sillaba all’interno di una parola (per la caduta in posizione [...] gt; terrò
(4) conduc(e)re > *conducerò > condurrò
La letteratura italiana, almeno nell’Ottocento, ha preferito le forme verbali non sincopate: si veda un libro per ragazzi come Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi:
(5) Io non me ne anderò ...
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Rappresentazione sistematica di una lingua e dei suoi elementi costitutivi, articolata tradizionalmente in fonologia (dottrina dei suoni di cui è costituita la parola), morfologia, sintassi, lessicologia [...] linguistico sanscrito; Pāṇini, il più importante dei grammatici indiani, ricondusse tutte le parole a radici verbali dalle quali quelle sarebbero derivate per mezzo di suffissi.
Grammaticalità e grammaticalizzazione
Per grammaticalità si intende ...
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Le interrogative dirette sono frasi indipendenti (come negli esempi 1 e 2) o principali (es. 3) che contengono una domanda:
(1) hai dormito bene?
(2) quando vieni?
(3) pensi che Carlo abbia ragione?
Nella [...] pone la domanda retorica fornisce subito anche la risposta: perché devo preoccuparmi tanto per questa storia?
Oltre che i modi verbali propri dell’interrogativa canonica (e cioè, come in tutti gli esempi fin qui allegati, l’indicativo e, in misura ...
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Come concetto naturale, la causa è una relazione tra due eventi del mondo fenomenico, e in ciò si differenzia dal motivo, che interessa invece l’ambito delle azioni umane (➔ finalità, espressione della). [...] , a cura di L. Renzi, G. Salvi & A. Cardinaletti, Bologna, il Mulino, 3 voll., vol. 2° (I sintagmi verbale, aggettivale, avverbiale. La subordinazione), pp. 738-751.
Gross, Gaston (2009), Sémantique de la cause, avec la collaboration de R. Pauna ...
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Il termine anafonesi (composto del gr. ana- «sopra, indietro» e phṓnēsis, da phōnḗ «voce, suono», attestato per la prima volta nelle Meraviglie d’Italia, 1939, di Carlo Emilio Gadda, poi specializzato [...] [-ɛngo] e le uscite in -ongo sono ‘normalizzate’ in [-ɔngo]. Per analogia, le forme anafonetiche si sono estese anche in voci verbali dove la vocale era atona o nei participi passati, anche in assenza dei contesti consonantici in grado di attivare il ...
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verbale1
verbale1 agg. [dal lat. tardo verbalis, der. di verbum (v. verbo) «che riguarda la parola, il verbo»]. – 1. a. Di parole, che consiste di parole: offese v., in contrapp. a offese che si possono recare con atti, gesti, ecc.; con sign....
verbale2
verbale2 s. m. [sostantivazione dell’agg. prec., nel sign. 1 c, sull’esempio del fr. (procès) verbal]. – Documento redatto da un pubblico ufficiale, o da chi è investito di questa specifica funzione, allo scopo di attestare e ricordare,...