Il nesso ‹-gn-› è il digramma utilizzato per la resa grafica della nasale palatale [ɲ], suono di formazione neolatina (cognato, agnello, dignità, usignolo, ognuno, ecc.), che in posizione intervocalica [...] ˈɲːamo] e spegniate [speˈɲːate], ecc.
Recentemente si è però diffuso l’uso di scrivere le forme dei verbi in -gnare e -gnere anche senza ‹i› diacritica: disegnamo / disegniamo e disegnate / disegniate. Inizialmente rifiutato dai grammatici, quest’uso ...
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In linguistica indoeuropea si chiama aumento il prefisso che in sanscrito, in armeno e in greco contribuisce alla formazione di alcuni tempi del verbo direttamente o indirettamente in connessione col concetto [...] non essenziale, può talvolta mancare. Sempre in armeno, spesso in sanscrito e in Omero, esso si presenta piuttosto nei verbi monosillabi che in quelli polisillabi: è così molto frequente l'opposizione di ἔβη con aumento e di ϕάνη senza aumento. ...
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La lingua italiana dei segni (o lingua dei segni italiana), spesso chiamata con la sigla LIS, è la lingua adottata nella comunicazione dalle persone italiane sorde che si riconoscono membri di una comunità [...] (fig. 2), il segno MOTORE, che viene collocato in un punto dello spazio a destra del segnante (fig. 3); per ultimo il verbo, nello stesso punto in cui era stato collocato il soggetto (figg. 4-5).
Nella traduzione in LIS della frase «l’uomo legge un ...
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SILVIO, Bartolomeo
Lucio Biasiori
– Nacque a Cremona in una data imprecisata, ma verosimilmente situabile tra il 1510 e il 1520; risulta sconosciuto il nome dei genitori.
Non abbiamo documenti sul suo [...] visto che già nella sua prima e unica opera a stampa, il De eucharistia tractatulus D. Barptolomaei Sylvii Cremonensis, Verbi Dei apud D. Rhaetos concionatoris, pubblicato forse a Caspano in Valtellina nel 1551, l’autore si presenta come predicatore ...
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Da non confondere né con parola né con lessema, il lemma (dal lat. lemma, «argomento, tema», a sua volta dal gr. lē ̂mma, «premessa») è una «unità grafica che costituisce l’intestazione di un articolo [...] da sottoporre a riduzione. Una differenza importante sta nel fatto che non è affatto comune la regola di lemmatizzare i verbi all’infinito: in latino, greco antico, e greco moderno, essi vengono infatti presentati alla prima persona singolare del ...
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La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra i segni e i loro utenti, ovvero dell’uso dei segni, che ha sempre luogo in un contesto. Preannunciata dal filosofo [...] anzitutto un’analisi del significato in termini di intenzioni del parlante (Grice 1989; trad. it. 1993: 219-231). Fra gli usi del verbo inglese to mean c’è il «voler dire» di un parlante, quello che Grice chiama «significato non-naturale» e che non è ...
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PREPOSIZIONE
Giacomo Devoto
Parola accessoria che determina la funzione del nome nella frase, sostituendo o integrando la funzione delle desinenze dei casi: Romam redeo, con sola desinenza; in urbem [...] origine le preposizioni erano meno legate al nome, perché esistevano le desinenze dei casi, e molto più legate ai verbi, rispetto ai quali potevano essere premesse, ma anche posposte come parole con piena accentuazione. La cosiddetta anastrofe non è ...
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PIPINO, Maurizio
Rafaella Pilo
PIPINO, Maurizio. – Nacque a Cuneo nel 1739, da genitori di cui non è attestata l’identità.
Le poche notizie biografiche, riferite per lo più dallo stesso Pipino, danno [...] , uffizi, professioni ed arti, rivolta soprattutto a registrare le voci della burocrazia sabauda; 3. Raccolta de’ verbi più famigliari, ossia verbi dell’uso comune in piemontese; 4. Supplimento al vocabolario, vale a dire un elenco di voci diverse in ...
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Nella terminologia linguistica, forma di composizione impropria o per contatto, cioè accostamento di due o più parole che vengono a formare una locuzione compiuta, conservando inalterati il senso, la funzione [...] queste i nomi sono invariabili e molti di essi, senza cambiar forma, possono essere impiegati come nomi o come verbi, come verbi o come aggettivi. Queste variazioni semantiche sono rese intelligibili per la g. di particelle e i rapporti grammaticali ...
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poco
Antonietta Bufano
È vocabolo di largo uso, sia come aggettivo che come avverbio; le uniche forme alterate sono po[chett]uzza, di Rime dubbie VI 8, e pocolino (avverbio), di Rime CXIV 7. Va subito [...] ; Né l'impetrare ispirazion mi valse / ... sì poco a lui ne calse!, Pg XXX 135 (e cfr. Fiore XXV 7 e LXXVII 3). E ancora, con verbi di significato vario: Rime XCVI 14, Pg I 123, Pd VII 81, e 62 a questo segno / molto si mira e poco si discerne (qui p ...
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verbo
vèrbo s. m. [dal lat. verbum «parola», e nei grammatici «verbo»]. – 1. a. Parola. Con questo sign., è com. ormai soltanto in alcune espressioni (per es., ripetere a verbo a verbo, parola per parola), e soprattutto in alcune frasi negative...
verbo-visivo
agg. Che si avvale della parola e dell’immagine. ◆ Siccome invece [Hugo] Pratt è stato grande artista soprattutto in quanto narratore a fumetti (e se a qualcuno l’espressione può parere ancora riduttiva, «narratore verbo-visivo»),...