Francesco Saverio Castiglioni (Cingoli 1761 - Roma 1830). Vescovo di Montalto (1800), fu da Napoleone I (1808) confinato a Milano, poi a Pavia, infine a Mantova. Restaurato il potere pontificio, fu creato [...] cardinale e fu vescovo di Cesena (1816), poi di Frascati (1821), e penitenziere maggiore. Eletto papa (1829), va ricordato per l'avversione a ogni forma di nepotismo, per l'ostilità alle società segrete e ai giansenisti e l'appoggio alla diffusione ...
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Concili e sinodi
Davide Dainese
Scrivere la storia dei concili in epoca precostantiniana e costantiniana significa ripercorrere un segmento della storia delle società umane, del loro vivere assembleare. [...] Cfr. Cypr., epist. 67,3,2; cfr. anche 67,4,4 e 5,1.
24 Cfr. la lettera sinodale inviata dal vescovo di Cartagine Donato al vescovo di Roma sul caso di Privato di Lambesi di cui Cipriano ci informa in epist. 59,10. Negli anni dell’episcopato ciprianeo ...
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Campeggi, Lorenzo
Ecclesiastico (Milano 1474-Roma 1539). Vescovo di Feltre (1512) e cardinale (1517), fu inviato presso l’imperatore Massimiliano I ed Enrico VIII d’Inghilterra per indurli a una crociata [...] contro i turchi. Vescovo di Bologna (1523), tentò di sedare il moto riformatore in Germania (1524). Presente alla dieta d’Augusta (1530), continuò la sua attività diplomatica anche sotto Paolo III. ...
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Cronista (fine 4º sec.) di tendenze millenaristiche, vescovo nell'Africa proconsolare. Scrisse un De mundi duratione (o De cursu temporum) e un trattato De ratione paschae et mensis. ...
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Figlio (m. 1533) del marchese Bonifacio III; vescovo di Casale (1517), successe poi, nel 1530, al nipote Bonifacio IV. Con lui si estinse la dinastia dei Paleologo, e il marchesato passò, per volere dell'imperatore [...] Carlo V, a Federico II Gonzaga duca di Mantova, cognato di Bonifacio IV ...
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Retore e avvocato a Costantinopoli, poi (448) vescovo di Dorileo; si distinse per lo zelo contro le dottrine di Nestorio prima, di Eutiche poi. Condannato e deposto dal Concilio di Efeso (449), riuscì [...] a fuggire rifugiandosi a Roma; prese poi parte al Concilio di Calcedonia (451), che lo riabilitò ...
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Giurista e diplomatico (Treviso 1428 - Roma 1466); vescovo di Feltre (1462) e poi (1464) di Treviso, compì delicate missioni diplomatiche a Venezia e in Francia; scrisse contro la teoria conciliare. Umanista, [...] lasciò Orationes, Epistolae e un Summarium del processo di Giovanna d'Arco ...
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Storico (Caudebec, Senna inf., 1412 - Utrecht 1491). Vescovo di Lisieux dal 1447, influente consigliere di Carlo VII, e odiatissimo dal delfino, quando questi divenne re, col nome di Luigi XI, perdette [...] il vescovato e dovette fuggire in esilio. Le sue storie del regno di Carlo VII e di Luigi XI (in latino) sono l'espressione della resistenza feudale all'opera accentratrice di Luigi XI. ...
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Fratello (m. Borgo San Sepolcro 1355) del vescovo Guido, fu (1327) signore di Arezzo e vicario imperiale, con giurisdizione su tutto il Valdarno. I suoi tentativi di espansione provocarono contro di lui [...] una lega di Firenze, Siena, Perugia e Bologna. Dovette cedere (1336) Arezzo a Firenze, e l'anno seguente le vendette il viscontado del Valdarno. In una successiva guerra recuperò Borgo San Sepolcro ...
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Canonista e storico (Lisbona 1577 - ivi 1643). Vescovo di Portalegre (1615) e di Oporto (1619), poi arcivescovo di Braga (1623) e di Lisbona (1636), ebbe parte preminente nella rivoluzione del 1º dic. [...] 1640, che portò alla liberazione del Portogallo e fu nominato governatore del regno fino all'elezione di Giovanni IV. È noto anche per opere di storia ecclesiastica e di diritto canonico ...
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vescovo
véscovo s. m. [lat. epĭscŏpus, dal gr. ἐπίσκοπος, propr. «ispettore, sovrintendente»]. – 1. Nel periodo ellenistico, soprintendente a varî uffici di carattere sacro o profano. 2. a. Nel cristianesimo primitivo, e in molte Chiese cristiane...
vescovato
s. m. – Variante di vescovado, soprattutto usata per indicare la dignità, l’ufficio del vescovo, e il tempo durante il quale è esercitato l’ufficio, come sinon. quindi di episcopato.