L’italiano di Milano si può definire come una sottovarietà galloitalica dell’➔ italiano regionale settentrionale (che esclude cioè l’italiano regionale del Triveneto). La sua fisionomia va collegata ai [...] le varietà parlate dai migranti stranieri come L2; ➔ acquisizione dell’italiano come L2).
Per le ➔ vocali, si segnala in generale l’allungamento delle vocalitoniche, in particolare in posizione finale: [perˈkɛː] perché, [saˈraː] sarà; e la tendenza ...
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La Campania non è un’area uniforme dal punto di vista linguistico (Radtke 1997; De Blasi 2006a), poiché nessun dialetto (nemmeno il napoletano, parlato a Napoli e nei dintorni) ha mai raggiunto lo status [...] dell’intera regione, spesso anche in una pronuncia sorvegliata, sono la chiusura delle vocalitoniche nei dittonghi (buóno, viéni), l’apertura della tonica negli avverbi in -mènte, il raddoppiamento della consonante iniziale in parole come chiesa ...
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Per italiano di Svizzera si intende qui l’insieme delle varietà di lingua italiana presenti sul territorio della Confederazione Elvetica. Ne fanno parte sia l’italiano della Svizzera italiana, sia le varietà [...] discostano dalle scelte fatte dal dialetto (per es., nella pronuncia tipica ticinese di freddo si ritrova una vocaletonica aperta, anche se il dialetto ha la pronuncia chiusa).
È tipicamente settentrionale la forte frequenza di verbi sintagmatici ...
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L’➔italiano regionale usato in Sardegna (cfr. Loi Corvetto 1983) è una varietà che, nei suoi tratti principali, è diffusa presso tutti gli strati sociali dell’isola, non è recepita come marcata in maniera [...] catena parlata. Nell’italiano regionale sardo si ha l’assimilazione ‘a catena’ del grado di apertura delle vocali medie: la vocale finale modifica il grado di apertura delle vocalitoniche, le quali a loro volta influenzano il grado di apertura delle ...
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L’espressione lingua (o italiano) d’oggi, così come quella, equivalente, di italiano contemporaneo (entrambe usate negli studi: per l’una Cortelazzo 2000, LId’O 2004, Dardano & Frenguelli 2008; per [...] grafia e di limitata, scarsa o scarsissima funzionalità, tendono a neutralizzarsi fuori della Toscana: si tratta, nel vocalismotonico, delle opposizioni /e/ ~ /ɛ/ (pésca / pèsca) e /o/ ~ /ɔ/ (bótte / bòtte) e, nel consonantismo, delle distinzioni /s ...
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Nel linguaggio comune si dice che una frase, un discorso, una lingua hanno una propria ‘musicalità’. Naturalmente, questa è un’affermazione tutt’altro che chiara e rigorosa. Probabilmente, è ispirata da [...] e Cosenza (cfr. tab. 2). In realtà, i due AT (B+A*) sono diversamente allineati con la vocaletonica: a Napoli A* si trova all’inizio della vocale, mentre a Bari è verso la metà.
In tab. 4 sono illustrati gli AT tipici degli enunciati continuativi ...
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Per la particolare situazione linguistica della Sicilia, in cui i dialetti sono vivi e numerosi, è importante distinguere l’italiano regionale parlato da chi ha per madrelingua il dialetto da quello di [...] loro conoscenza del dialetto. Ciò avviene, ad es., nel caso della mancata opposizione di grado d’apertura delle vocali medie (medio-alte o medio-basse) toniche, per cui nell’italiano di Sicilia le e e le o aperte non si distinguono da quelle chiuse e ...
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vocale2
vocale2 s. f. [dal lat. (littĕra) vocalis, der. di vox vocis, traduz. del gr. (στοιχεῖον o γράμμα) ϕωνῆεν, der. di ϕωνή «voce»]. – 1. Nella grammatica scolastica, e nella fonetica tradizionale, suono del linguaggio articolato caratterizzato...
tonico
tònico agg. [dal gr. τονικός (con i sign. grammaticale e musicale), der. di τόνος «tensione, tono»] (pl. m. -ci). – 1. In musica, che riguarda il tono, che è a fondamento del tono: nota t., per lo più sostantivato (v. tonica2). 2. In...