ritardo mentale
Condizione clinica caratterizzata da un deficit dello sviluppo intellettivo (generalmente espresso dal Quoziente Intellettivo, QI), da una ridotta capacità a far fronte alle richieste adattive del contesto sociale e ambientale e da un esordio precoce, comunque precedente i 18 anni. Si tratta di un disturbo molto frequente: l’incidenza varia, infatti, a seconda delle statistiche dall’1 al 3% della popolazione generale.
Il r. m. può rappresentare il risultato di processi patologici tra loro molto diversi. Il 30÷40% dei casi resta senza una precisa definizione eziologica; il 5% è riconducibile ad anomalie di natura genetica; il 30% ad alterazioni prenatali (ossia che si verificano durante la vita intrauterina); il 10% ad alterazioni perinatali (ossia che si verificano al momento del parto, come le sofferenze del nascituro per grave prematurità); il 5% ad alterazioni postnatali (per es., traumi o incidenti vascolari a danno dell’encefalo che si verificano dopo la nascita); il 15÷20% a fattori psicosociali (quali deprivazione sociale, ecc.). Con il progredire delle conoscenze in campo biologico-medico e in genetica, le percentuali riferite subiscono, in realtà, costanti cambiamenti. Nuovi geni vengono continuamente descritti e sindromi in passato attribuite a cause sconosciute o a fattori ambientali trovano una più corretta definizione.
Lo studio di diverse sindromi genetiche caratterizzate da r. m. ha consentito, negli ultimi anni, di descrivere profili cognitivi distinti in bambini e adolescenti con ritardi di diversa eziologia. Per es., bambini con sindrome di Down presentano spesso ridotte capacità linguistiche ma abilità visuospaziali relativamente preservate, mentre profili speculari sono osservati in bambini con r. m. secondario ad altre sindromi genetiche, quali la sindrome di Williams o la sindrome di Prader Willi. Le diverse anomalie genetiche che sottostanno alla manifestazione del r. m. determinano una diversa maturazione del sistema nervoso con alterazioni a carico di specifiche regioni cerebrali. Lo sviluppo mentale è, secondo il modello neuropsicologico, parte integrante dello sviluppo neurologico e viceversa, ovvero ambiente e sviluppo morfologico e neurofunzionale del sistema nervoso si influenzano reciprocamente. Più che di r. m. sarebbe quindi opportuno parlare di disabilità cognitive dello sviluppo, che assumono caratteristiche diverse in base alla eziologia del disturbo e alle particolarità dell’ambiente in cui ciascun bambino è inserito.