Budapest, rivolta di
Movimento di protesta contro la dominazione sovietica e il regime guidato da M. Rákosi sviluppatosi nell’ottobre-novembre 1956 e trasformatosi in movimento insurrezionale. Iniziato a seguito del 20° Congresso del PCUS, che in Ungheria aveva prodotto pochi mutamenti, tra cui la riabilitazione di L. Rajk (seguita dalle prime manifestazioni), il movimento ebbe componenti diverse: studenti e intellettuali (questi ultimi riuniti nell'Unione degli scrittori magiari e nel Circolo Petőfi), tra i quali l’istanza nazionalistica e antisovietica era prevalente; una componente operaia, che durante la rivolta si organizzò in Consigli di fabbrica, chiedendo forme di democrazia diretta nel quadro del sistema socialista; settori urbani e rurali legati alla Chiesa, il cui primate, card. Mindszenty, era deciso avversario del regime. A luglio Rákosi era stato sostituito come primo segretario del partito da E. Gerő. Ma la rivolta di Poznań e l'ascesa al potere di Gomulka in Polonia accesero la protesta. Il 22 ott. un’assemblea del Politecnico e del Circolo Petöfi varò una piattaforma di 16 punti, chiedendo la fine della presenza di truppe sovietiche nel Paese, un processo a Rákosi e al capo della polizia politica Farkas, il ripristino della vecchia bandiera ed elezioni pluripartitiche. Su questa piattaforma si tenne una grossa manifestazione, la quale chiese che il potere passasse a I. Nagy, espulso dal partito mesi prima; la statua di Stalin fu abbattuta, le sedi della radio e del partito assaltate, e la polizia politica reagì aprendo il fuoco. Tuttavia una mediazione pareva possibile. Il 24 Nagy era nominato primo ministro; ma Gerő, che rimaneva segretario del partito, proclamò la legge marziale e fece appello alle truppe russe in Ungheria. Giunsero quindi a B. i sovietici Suslov e Mikoyan, e Gerő fu sostituito da J. Kadar, in passato imprigionato da Rákosi. Un appello alla calma rivolto via radio da Nagy cadde nel vuoto. I consigli operai si diffondevano, prendendo nelle proprie mani il potere locale. Il 30, mentre iniziava la crisi di Suez con l’attacco all’Egitto di Israele, Francia e Gran Bretagna, Nagy formò, col consenso dell’URSS, un governo di coalizione con elementi nazionalisti, annunciando l’abolizione del sistema monopartitico e chiedendo la fine della presenza del Patto di Varsavia in Ungheria. A B. intanto continuavano gli scontri tra insorti e membri del partito e della polizia segreta, molti dei quali furono trucidati. Il 1° nov. Nagy decretò l’uscita dell’Ungheria dal Patto di Varsavia. Il 4 le truppe sovietiche occuparono B. e rovesciarono il governo di Nagy, soffocando la rivolta, mentre Lo stesso giorno Kádár, accordatosi con l’URSS, costituiva un nuovo esecutivo.