Pittore francese (Parigi 1885 - Montpellier 1941). Nella sua ricerca pittorica, riconobbe la necessità di scomporre l'oggetto e nell'esigenza di ricostruirlo si affidò al colore e ai cd. 'contrasti simultanei'.
Lasciata l'attività di pittore di scene, iniziò intorno al 1906, una ricerca che dalle esperienze postimpressioniste lo portò a concentrarsi sul problema colore-luce-movimento, sull'organizzazione armonica e giustapposizione dei colori, sulla percezione dinamica della luce che determina ritmi e contrasti (serie dedicata Saint-Séverin, iniziata nel 1909). D. espose le sue opere con il gruppo dei cubisti (1911 e 1912), ma egli stesso si ritenne un eretico del movimento: riconobbe la necessità di scomporre l'oggetto e si basò, nella sua ricostruzione, unicamente sul colore e, riprendendo l'espressione scientifica di M. E. Chevreul, sui contrasti simultanei (serie della Tour Eiffel, 1910-12, della Ville de Paris, 1912, delle Fenêtres simultanées, 1911-12). L'incontro con Apollinaire (che definì col termine Orfismo la ricerca di D.) fu di grande importanza nel fissare in maniera più cosciente ed esplicita le intenzioni estetiche del pittore; eseguire con il colore delle frasi colorate, fugate, come in musica ci si esprime con la fuga, secondo le parole dello stesso D., portava l'autore a sopprimere le immagini che gli venivano dalla realtà, a rifarsi unicamente al problema del colore formale (serie Disques, Formes circulaires cosmiques, 1911-13). Ma la non oggettività non era una condizione essenziale: tra le due guerre D. dipinse ancora opere puramente astratte (Jeu des disques multicolores, Rhythmes, Joie de vivre e la decorazione per l'Esposizione universale di Parigi, 1937, eseguita con la moglie Sonia) e opere in cui riappaiono immagini e riferimenti figurativi (Les coureurs), espressioni parallele della stessa ricerca di una peinture pure réalité, così come l'autore voleva intitolare l'insieme dei suoi appunti e considerazioni sull'arte.