Medico e filosofo (Bearsted, Kent, 1574 - Londra 1637), il maggior rappresentante e teorico della setta dei rosacrociani. Fortemente influenzato, oltre che dagli scritti neoplatonici, dalle interpretazioni contemporanee della cabala - ritenuta veicolo più autentico della "filosofia mosaica" - e insieme dalla tradizione paracelsiana, svolse una concezione del mondo essenzialmente emanatistica, legata a un complesso simbolismo cabalistico, alchimistico e magico, in cui i rapporti tra Dio e mondo sono sentiti come processo della primitiva unità divina, il ritorno alla quale costituisce il fine della conoscenza; questa si esplica attraverso tecniche simpatetiche e magiche. Tra le sue opere principali: Utriusque cosmi, maioris scilicet et minoris, metaphysica physica atque technica historia (1617-19), Medicina catholica (1629), Clavis philosophiae et alchymiae (1633), Philosophia moysaica (post., 1638).