Braidwood, Robert John
Antropologo statunitense, nato a Detroit il 29 luglio 1907. Ha studiato nell'università del Michigan e ha iniziato l'attività di preistorico sul campo partecipando alle missioni in Iraq e in Siria organizzate dall'Oriental Institute di Chicago. Dal 1947 è stato direttore dell'Oriental Institute Prehistoric Project, e ha promosso numerose missioni in Iran, Iraq e Turchia. Divenuto nel 1945 professore ordinario all'università di Chicago, attualmente è professore emerito di preistoria presso il dipartimento di Antropologia di Chicago, membro dell'American Academy of Arts and Sciences, dell'American Philosophical Society e della National Academy of Sciences.
Nel corso delle sue prime campagne in Iraq cominciarono a emergere le problematiche della ricerca sul campo. B., criticando la teoria di G. Childe sulla 'rivoluzione agricola' applicata alle comunità preistoriche neolitiche, ipotizzò che la prima prova dell'origine dell'agricoltura fosse la domesticazione, avvenuta, attraverso il graduale mutamento delle tecniche di sussistenza, in quelle nicchie ecologiche nelle quali le principali specie vegetali e animali domesticate (orzo e grano, capre e pecore) si erano evolute da quelle selvatiche corrispondenti. Concentrò le sue ricerche nei luoghi in cui avrebbe potuto individuare un habitat naturale in cui fossero presenti i prototipi selvatici dei cereali e delle specie domesticate. L'area-campione scelta fu la zona pedemontana degli Zagros nel Kurdistān (Iraq settentrionale): a Jarmo gli scavi permisero di identificare i resti di una comunità agricola di villaggio, databile al 7000 a.C., priva di materiale ceramico. Con questa prova gli fu possibile integrare il termine neolitico, fino ad allora usato per tutte quelle comunità in cui era presente la ceramica, con altri termini che tenessero conto del tipo di attività economiche. Nel 1959 B. presentò l'elaborazione di un modello di sviluppo delle culture preistoriche dell'Africa subsahariana, dell'Europa occidentale, dell'Asia sud-occidentale, dell'Estremo Oriente e dell'America del Nord; il modello, basandosi sull'esame dei tipi di insediamento e delle tecniche di sussistenza, era volto a stabilire i vari livelli di progressivo adattamento dell'uomo all'ambiente, secondo i diversi ambiti geografici. È stato tra i più convinti sostenitori dell'interdisciplinarità per la ricerca archeologica.
Tra le sue pubblicazioni si segnalano: The achievements and early consequences of food production. A consideration of the archaeological and natural-historical evidence, in Cold spring harbor symposium on quantitative biology, 1957, 22, pp. 19-31; Levels in Prehistory; a model for the consideration of the evidence, in The evolution of man, ed. S. Tax (1960, pp. 143-52); Prehistoric investigations in Iraqi Kurdistān. Oriental institute (in collab. con B. Howe, 1960); Prehistoric archaeology along the Zagros flanks (in collab. con B. Howe, 1983); The first great change, in Studi di Paletnologia in onore di S.M. Puglisi (1985).