KRIER, Robert
Architetto austriaco, nato a Grevenmacher (Lussemburgo) il 10 giugno 1938. Dal 1975 si è stabilito in Austria. Si forma presso il Politecnico di Monaco (1959-64); dal 1965 al 1966 collabora con lo studio professionale di O.M. Ungers (Colonia e Berlino) e dal 1967 al 1970 con quello di F. Otto (Berlino e Stoccarda). Dal 1976 alterna la professione privata come architetto e urbanista con l'insegnamento universitario (università di Stoccarda, Politecnico di Losanna, 1973-75; Politecnico di Vienna, 1979-1981).
In linea con le teorie degli anni Settanta, K. e il fratello Leon (nato in Lussemburgo il 7 aprile 1946 e autore, fra l'altro, di The city within the city, in Architectural design, 2, 1979, e Classical architecture and vernacular building, ibid., 52, 1982) sviluppano una costante ricerca tesa all'elaborazione di singole architetture, o di insediamenti, capaci di superare la ricorrente frattura tra morfologia urbana e tipologia edilizia.
Entrambi polemici con la legislazione legata alla ''zonizzazione'' o ''funzionalizzazione'' della città, e con l'uso indiscriminato della tecnologia in architettura, si differenziano nel ritorno alla cultura urbana pre-industriale auspicato da Leon e nella fiducia riposta da Robert nella qualità tipologica e formale capace di dominare e trasfigurare l'immagine delle città. È con l'obiettivo di rivalorizzare l'articolazione degli spazi urbani che dal 1970 al 1975 K. si è dedicato alla stesura del suo testo più significativo, Stadtraum in Theorie und Praxis (1975), oltre a vari altri contributi quali Urban projects (1982) o Architectural composition (1985). Attento a una rilettura, attualizzata, delle teorie urbane tardo ottocentesche di C. Sitte o delle più fortunate ipotesi di ''città giardino'' elaborate da E. Howard, K. cerca di restituire la complessità tipica degli spazi della città, con l'eterogeneità e la variabilità continua delle funzioni urbane, attraverso un'architettura che armonizzi esigenze umane dell'abitare e principi formali. Nel disegnare nuove piazze o nuove strade, per es., una precisa differenziazione dei livelli di percorso pedonali o veicolari si associa a nuove immagini prospettiche attente alla qualità della vita, senza per questo trascurare dati storici o vincoli imposti dalla città a un architetto-urbanista.
Tra le sue realizzazioni: la Casa Siemer (Warmbronn, Stoccarda 1968-70); la Casa Dickes (Bridel, Lussemburgo 1974-75); gli insediamenti berlinesi coordinati e parzialmente progettati dalla fine degli anni Settanta ai primi anni del 1980 (le Case a corte nella Ritterstrasse, 1977-80, o gli edifici sulla Rauchstrasse, 1980-85); gli interventi a Vienna negli anni Ottanta (Breitenfurter Strasse, 1981; Hirschstettenerstrasse, 1982). Realizzazioni a cui si è lasciato l'onere di testimoniare l'eventuale scarto o la perfetta coincidenza tra Theorie e Praxis dello Stadtraum, della ''città sognata'' da R. Krier. Vedi tav. f.t.
Bibl.: F. Irace, Frammenti di città (Berlino, Südliche Friedrichstadt), in Domus, 644 (novembre 1983), pp. 9-16; A. Ferlenga, Rob Krier Schinkelplatz, in Lotus, 39 (1983), pp. 102-07; C. Cable, R. Krier: a Bibliography, Monticello (Illinois) 1984; A. Petrina, Rob Krier: una sorda batalla, una fragil esperanza, in Summa, 244 (dicembre 1987), pp. 23-30; J. Schreurs, Reconstructie gedeconstrueerd: Rob Krier op zoek naar een evident Amiens, in Archis, 2 (febbraio 1988), pp. 38-43; G. Booth, Robert Krier goes back to basics, in RIBA Journal, 96, 7 (luglio 1989), pp. 52-56; A. Barric, Rob Krier's first British masterplan, in Building Design, 945 (luglio 1989), pp. 1, 40.