Wiene, Robert
Regista cinematografico e sceneggiatore tedesco, di famiglia ebrea, nato a Breslavia nel 1873 e morto a Parigi il 16 luglio 1938. Il suo nome resta legato a Das Cabinet des Dr. Caligari (1920; Dott. Calligari, noto anche come Il gabinetto del dottor Caligari), un classico dell'Espressionismo, che lo rese celebre ma nello stesso tempo oscurò il resto della sua opera.
Figlio dell'attore Carl, studiò legge all'università di Berlino, quindi filosofia a Vienna, dove nel 1908 iniziò a dedicarsi al teatro. Dal 1912 fu attivo, in Germania e in Austria, come sceneggiatore e regista cinematografico; dal 1914 collaborò con la Messter-Film e altre case di produzione, scrivendo e dirigendo commedie e melodrammi. La sua carriera ebbe una svolta nel 1919, quando diresse Das Cabinet des Dr. Caligari; prodotto dalla Decla-Film, su soggetto di Hans Janowitz e Carl Mayer, il film fu un grande successo, nazionale e internazionale, cui contribuirono gli scenografi Hermann Warm, Walter Reimann e Walter Röhrig; nella storia del folle ipnotizzatore (Werner Krauss) responsabile dei crimini commessi da una sorta di zombie (Conradt Veidt), la scenografia anticipa infatti il ruolo svolto in seguito dai movimenti di macchina: di fronte alla cinepresa, ancora immobile, le linee spezzate e contorte suggeriscono allo stesso tempo l'instabilità del mondo esteriore e il disordine di quello interiore. Il termine 'gabinetto', che allude anche ai 'gabinetti di curiosità' settecenteschi, assume così il suo significato clinico: Caligari invade l'interiorità delle menti dirigendo un ospizio per alienati, strutturato a sua volta come una scena immaginaria. L'interiorità e l'esteriorità divengono inestricabilmente legate e reversibili; l'anima è un teatro e l'uomo è una marionetta. Nella letteratura critica sul film resta celebre l'interpretazione di S. Kracauer, secondo cui il film conterrebbe una duplice allegoria, che rende visibile il potere dello stesso cinema e prefigura la forza terrificante di A. Hitler, ipnotizzatore delle masse.
W. conservò uno stile vicino all'Espressionismo, improntato al gusto per le 'forze oscure', nelle produzioni immediatamente successive, Genuine (1920), Raskolnikow (1923; Delitto e castigo), dal romanzo di F.M. Dostoevskij, I.N.R.I. (1923), girato con ingenti mezzi e l'impiego di grandi star, e Der Puppenmacher von Kiang-Ning (1923). Tornato a Vienna, dal 1924 assunse la direzione artistica della Pan-Film e riconquistò la critica con Orlacs Hände (1924), un thriller psicologico (tratto dal romanzo Les mains d'Orlac di M. Renard) in cui un pianista è dominato dalla volontà delle mani che gli sono state trapiantate (nel 1935 Karl Freund ne avrebbe realizzato un remake negli Stati Uniti, dal titolo Mad love). Sempre a Vienna girò Der Rosenkavalier (1926), adattamento dell'opera di R. Strauss che suscitò grande interesse anche per il contributo del compositore e librettista H. von Hoffmanstahl.
Di nuovo a Berlino dal 1926, W. proseguì in questo indirizzo più commerciale, anche se non abbandonò del tutto temi e motivi propri dell'Espressionismo, come dimostra in particolare il suo primo film sonoro, Der Andere (1930), remake dell'omonimo film del 1913 di Max Mack inquietante vicenda basata sul motivo del 'doppio'. Nel 1934, quando i nazisti avevano già conquistato il potere, W., di origini ebraiche, dovette lasciare la Germania; dopo aver soggiornato a Budapest e a Londra, si stabilì a Parigi, dove faticò a trovare lavoro e non riuscì a portare a termine la sua ultima regia, Ultimatum (1938), affidata poi a Robert Siodmak.
S. Kracauer, From Caligari to Hitler: a psychological history of the German film, Princeton (NJ) 1947 (trad. it. Da Caligari a Hitler, nuova ed. a cura di L. Quaresima, Torino 2001, pp- 109-25.
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