Sanseverino, Roberto
Figlio di Leonetto e di Elisa di Muzio Attendolo detto Sforza, nacque nel 1418 in una delle più importanti famiglie baronali del Regno di Napoli. Dal 1443 al 1447 prestò servizio presso lo zio materno Francesco I Sforza, duca di Milano. Dopo la morte violenta del figlio di quest’ultimo, Galeazzo Maria (1476), S. si schierò con i fratelli del defunto, in particolare con Ludovico, detto il Moro (→), in opposizione alla reggente Bona di Savoia. Rimase al servizio di Ludovico sino al suo ingresso a Milano nel 1479, quando tra i due si aprì un dissidio insanabile: S. passò dalla parte di Venezia, che lo nominò capitano generale nella guerra di Ferrara (1482-84). Dopo aver combattuto per conto del papa Innocenzo VIII contro il re di Napoli, nel conflitto apertosi in seguito alla ‘congiura dei baroni’, tornò al servizio della Serenissima, e trovò la morte nel 1487 nella battaglia di Calliano, vicino Trento, durante la guerra contro Sigismondo d’Asburgo, arciduca d’Austria.
Machiavelli allude a S. in un passo del cap. xii del Principe (§ 26), citandone il ruolo di capitano dei veneziani e coinvolgendolo in un giudizio sprezzante: con simili comandanti, i veneziani «avevano a temere della perdita, non del guadagno loro». Nelle Nature di uomini fiorentini (→) lo ricorda come maestro di Antonio Giacomini. S. ha maggiore spazio nelle Istorie fiorentine: dopo averlo menzionato, in VII xxvii, per una modesta impresa al servizio di Firenze (1470), M. si sofferma sulla situazione intricata che si era creata a Milano in seguito alla morte di Galeazzo Maria, e ricorda il passaggio di S. dalla parte dei fratelli del duca (VIII xiii), la sua missione contro Pisa (VIII xiii-xiv), l’occupazione di Tortona (VIII xviii), il dissidio con Ludovico (VIII xxii). Dopo altre brevi citazioni (VIII xxv, xxxii) M. registra la morte di S. in battaglia (VIII xxxiv).