ROBILANT, Carlo Felice Nicolis, conte di
Generale e uomo politico, nato a Torino l'8 agosto 1826, morto a Londra il 17 ottobre 1888. Figlio del conte Maurizio e della contessa Maria di Waldrug-Trüchsess, figlia del ministro di Prussia alla corte di Torino, seguì la carriera del padre, morto generale, e nel 1839 entrò nell'Accademia militare di Torino. Sottotenente il 20 settembre 1845, luogotenente d'artiglieria nell'agosto del 1846, partecipò alle due campagne di guerra contro l'Austria (1848-1849), segnalandosi per atti di valore a Sommacampagna (24 luglio 1848) e a Novara (23 marzo 1849), dove perdette un braccio e si guadagnò una medaglia al valore. Promosso capitano (maggio 1853), fu subito dopo nominato ufficiale d'ordinanza del re. Maggiore l'anno successivo, fu ammesso allo Stato maggiore e promosso tenente colonnello; partecipò alla campagna del 1860 fino alla resa di Gaeta. Nel 1862, col grado di colonnello, Vittorio Emanuele II lo scelse per suo aiutante di campo ordinario. Durante la guerra del 1866 fu capo di Stato maggiore del terzo corpo d'armata al comando del Della Rocca, quindi, promosso generale, fu messo a capo della brigata granatieri di Sardegna e subito dopo destinato a dirigere la Scuola superiore di guerra. Con questo splendido passato militare il R., in un momento assai difficile, fu inviato (marzo 1870) a Ravenna per assumervi i pieni poteri civili e militari; e, compita onorevolmente la difficile missione, nel maggio del 1871 fu mandato a Vienna per sostituirvi il Minghetti come inviato straordinario e ministro plenipotenziario presso la corte austro-ungherese. Seppe così bene adempiere quell'incarico da essere nel 1876 definitivamente accreditato colà come titolare, e incaricato di reggere quell'ambasciata fino all'ottobre del 1885. Dopo la crisi di Tunisi (1881) egli, che era poco favorevole a un'intesa con gl'Imperi Centrali, cercò di trattenere il governo italiano dalla troppo affrettata e troppo palese ricerca di alleanza con Austria e Germania, che, data la situazione, avrebbero potuto mettere a caro prezzo il loro consenso: dimostrando anche in questo caso critico della politica estera italiana, oltre a chiarezza e sicurezza di giudizio, anche un alto senso di dignità nazionale.
Iniziate tuttavia le trattative, cercò di salvaguardare sino al possibile gl'interessi italiani; firmò il primo trattato della Triplice alleanza il 20 maggio 1882. Nominato senatore del regno il 25 novembre 1883, gli fu conferito il portafoglio degli Affari esteri il 6 ottobre 1885.
Approfittando con grande abilità della mutata situazione generale europea (crisi bulgara, ecc.), per cui l'aiuto dell'Italia diveniva per gl'Imperi Centrali più prezioso di quanto non fosse stato nel 1882, il R. riuscì a rinnovare il trattato della Triplice (20 febbraio 1887) facendo aggiungere, in due trattati separati italo-austriaco e italo-tedesco, clausole a favore dell'Italia, che mutavano sostanzialmente il valore stesso della Triplice per noi, in quanto facevano entrare nella sfera d'azione di questa e i Balcani e il problema mediterraneo-coloniale (le nuove clausole divennero poi, nel 1891, rispettivamente il famoso art. VII e gli art. VI, X, XI del Trattato). Nello stesso tempo il R. procedeva a quell'accordo italo-inglese (12 febbraio 1887), cui doveva accedere subito dopo anche l'Austria, che seguito nel maggio - dopo la caduta del R. - dall'accordo italo-spagnolo, determinò il sorgere di un'intesa mediterranea italo-inglese-austro-spagnola, a fianco della Triplice: con ciò gl'interessi mediterranei dell'Italia venivano per la prima volta efficacemente tutelati. Per opera del R. la situazione dell'Italia nel campo internazionale mutò così profondamente e beneficamente. Non felice fu invece il R. nella questione d'Africa: egli ebbe il torto di sottovalutare il pericolo abissino, proprio alla vigilia e il giorno stesso di Dogali (26 gennaio 1887).
Il 4 aprile, caduto il gabinetto Depretis, cessò dalle funzioni di ministro degli Esteri. Negli ultimi mesi di vita accettò, sebbene malato, la nomina di ambasciatore a Londra.
Bibl.: E. A. Foperti, Il conte di R., in Rass. nazionale, 1888; **, Il generale N. di R., in Rass. militare, 1888; R. Cappelli, La politica estera del conte di R., in Nuova Antologia, 1897; id., Il conte C. N. di R., ibid., 1900. Per la parte avuta dal R. nella Triplice Alleanza, v. L. Chiala, Pagine di storia contemp. (il fasc. 3° intitolato: La Triplice e la Duplice alleanza), Torino 1898; J. Grabinski, La Triple Alliance d'après de nouveaux doc., Lione 1904; A. Sandonà, L'irredentismo nelle lotte politiche e nelle contese diplom. italo-austriache, I, Bologna 1932.