Uomo politico inglese (n. 1642 - m. Londra 1711). Secondogenito del 1º conte di Clarendon, deputato (1160-79), aveva già una posizione indipendente quando il padre fu esiliato (1667). Ambasciatore straordinario in Polonia (1676), inviato ai negoziati per il trattato di Nimega (1678-79), eletto al parlamento (1679), fece parte del governo tory come lord-tesoriere; nel 1682 fu nominato conte di Rochester. Negoziò il trattato segreto con Luigi XIV, ma la sua debolezza verso la Francia fece sì che venisse allontanato dal governo, con l'incarico di lord presidente del Consiglio (1684-85). Con l'avvento di Giacomo II tornò all'ufficio di tesoriere (1685-86), ma il suo risoluto anglicanesimo lo pose presto in difficoltà col re cattolico. Non per questo favorì l'ascesa al trono di Guglielmo d'Orange, e anzi, come capo del partito tory High Church, si oppose alla sua elezione. Nel 1692 si era tuttavia già riconciliato con lui: membro del Consiglio (1692), luogotenente d'Irlanda (1701-03), poi (1710) presidente del Consiglio; negli ultimi anni attese a rianimare le sorti dell'anglicanesimo della High Church.