Romanza, componimento poetico spagnolo di carattere epico-lirico, in doppi ottonari assonanzati, di cui è attestata l’esistenza già a metà del 15° secolo. Disdegnato dapprima dalle classi più colte, all’epoca dei re cattolici diventò oggetto di elaborazioni artistiche. M. Milá y Fontanals (De la poesía heróico-popular castellana, 1874) riconobbe nei r. i frammenti superstiti degli antichi cantares de gesta. Tale interpretazione è stata ripresa nelle sue linee sostanziali da M. Menéndez y Pelayo e poi da R. Menéndez Pidal, che ha collegato il formarsi di questo genere poetico con il trionfo di forme sociali borghesi.
Una fondamentale partizione distingue i r. in viejos, anteriori al pieno fiorire del Rinascimento e comprendenti quelli di materia storico-tradizionale, fronterizos o moriscos, cavallereschi, per lo più del ciclo carolingio e brettone, novelleschi e lirici, eruditos, privi di quell’ingenua e limpida ispirazione in cui sta il maggior pregio delle vecchie romanze e il cui affermarsi corrisponde al pieno fiorire della Rinascenza.