ROMANI, Romolo
– Nacque a Milano il 29 maggio 1884 da Giacomo e da Giulia Alghisi.
Trascorse l’infanzia a Brescia. Il fratellastro Giuseppe Ronchi, colpito dalle caricature che faceva a compagni e professori negli anni del ginnasio, lo prese come apprendista nel suo studio di pittore, stando a quanto scrive Giorgio Nicodemi (1967, p. 23), uno dei principali riferimenti per la biografia di Romani. Ai primi del Novecento frequentò la Scuola libera del nudo dell’Accademia braidense (Valotti, 2008, p. 133 nota 18). Fra il 1903 e il 1906 ottenne una pensione dal Comune, oltre alla possibilità di lavorare in un locale del Castello Sforzesco. Studiò i disegni di Leonardo, che tanta influenza ebbero nei suoi lavori (Nicodemi, 1967, p. 34). Al 1903-04 è probabilmente databile l’acquerello Profilo di ragazza (collezione privata, pubblicato in Romolo Romani, 1982, p. 140).
Giulio Carlo Argan (1982) ha definito «botticelliana» una «testa di ragazza» di Romani, che Modigliani, a suo parere, avrebbe potuto apprezzare (p. 74). Probabilmente si riferiva a questo disegno, che per le linee del collo, delle spalle e della veste sembra anticipare alcune modalità espressive dell’artista livornese.
In questi anni era in contatto con Vittore Grubicy, che divenne suo amico (Nicodemi, 1967, pp. 31 s.; Pagliarani, 2016, pp. 273-275), e dal 1904 cominciò a frequentare lo studio di Gaetano Previati (Nicodemi, 1967, pp. 40, 50; Valotti, 2008, p. 136), che esercitò su di lui una grande influenza (Evangelisti, in Romolo Romani, 1982, pp. 172 s.). In quello stesso periodo era in buoni rapporti anche con la redazione della rivista Luce e ombra, interessandosi di esoterismo e fenomeni paranormali (Schiaffini, 2002, pp. 53-55; Valotti, 2008, pp. 133-136). Nel 1905 partecipò all’Esposizione internazionale della città di Venezia (poi anche nel 1910), e ottenne qualche recensione non positiva (Nicodemi, 1967, pp. 34, 36). Fu però incoraggiato da Ugo Ojetti, come risulta da alcune lettere (Nicodemi, 1967, pp. 38, 40; Pagliarani, 2016, p. 280 note 22-23). In questi anni lavorò anche come illustratore per l’editoria e come cartellonista pubblicitario (Nicodemi, 1967, pp. 38 s.). Subì le suggestioni di vari artisti del simbolismo nordeuropeo, come Edward Munch e Odilon Redon (Evangelisti, in Romolo Romani, 1982, pp. 17 s.).
Gli incontri con i colleghi che stavano per creare il gruppo futurista incisero sulle sue opere, tese a indagare i rapporti fra musica e disegno, e influenzate anche delle teorie scientifiche sulla propagazione delle onde nei liquidi e nell’aria (Nicodemi, 1967, p. 52; Evangelisti, in Romolo Romani, 1982, pp. 21 s.). Nel 1908 conobbe, nello studio di Previati, anche Umberto Boccioni, che divenne suo grande estimatore e ne subì l’influenza artistica (cfr. Schiaffini, 2002, pp. 8, 44, 55 s., 129, 138 s.). Fu proprio Boccioni, nello stesso anno, a presentare Romani a Filippo Tommaso Marinetti, che lo salutò come un artista degno di far parte del costituendo gruppo dei futuristi (Bruno, 1977, pp. 35 s.). Probabilmente fra il 1908 e il 1911, secondo le migliori datazioni proposte dalla critica, Romani dipinse Prismi e Immagine (Evangelisti, in Romolo Romani, 1982, pp. 177 s.; cfr. Pagliarani, 2014, p. 504; Ead., 2016, pp. 282-284, note 26-29, 31-35; entrambi conservati a Brescia, nei Civici musei, insieme a numerosi suoi lavori, alcuni di recente acquisizione).
Sono due opere che costituiscono precoci esempi di astrazione, vicine alla produzione dei cubisti orfici. Nella prima sembra che Romani sia giunto alla pittura aniconica osservando la luce scomposta attraverso prismi di vetro; mentre nella seconda (ancora leggermente influenzata tecnicamente dal divisionismo) sembra prevalere un’interpretazione grafico-cromatica degli effetti luminosi del Sole su di un paesaggio (cfr. Anzani, 1978, pp. 167 s.).
Nel 1910 fu tra i firmatari della prima versione del Manifesto dei pittori futuristi (anche per questo è presente in gran parte della bibliografia relativa all’argomento), ma poi si ritirò dal movimento, per ragioni ancora non sufficientemente documentate (Evangelisti, in Romolo Romani, 1982, pp. 24 s.). Sempre nel 1910 portò a termine Resurrezione (Brescia, Civici musei; Pagliarani, 2007, pp. 78, 90-94). Nel 1912 realizzò il Ritratto di Ugo Ojetti (Museo d’arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto – MART, sede di altre opere dell’artista). Nel 1913, con il fratellastro e con lo scultore Achille Regosa, formò una società per decorare chiese, palazzi e teatri; ma in questi anni la sua salute mentale era già compromessa. Si aggravò e dovette essere ricoverato.
Morì a Brescia il 10 agosto 1916 (Nicodemi, 1967, p. 58).
Fra le collezioni pubbliche di Romani si segnalano la Galleria civica di Modena, la Civica raccolta del disegno di Salò a palazzo Fantoni (Brescia) e il Civico gabinetto dei disegni del Castello Sforzesco di Milano. Sono alcune decine le opere dell’artista passate sul mercato delle aste fino a oggi. Nel 2000 Composizione è stata venduta dalla casa Finarte di Milano (probabilmente fu realizzata fra il 1909 e il 1911, contemporaneamente ad altri lavori con un’iconografia molto simile, come La goccia che cade nell’acqua e Il murmure dell’acqua, entrambe a Brescia nei Civici musei). Nel 2001 Pazzia, datata 1904-05, è apparsa presso la Sotheby’s di Milano (e nel 2008, molto probabilmente, la stessa opera è stata venduta dalla Farsetti di Prato, con una datazione 1908-10, da ritenersi più verosimile). Nel 2003 la casa d’aste Il Ponte di Milano ha venduto una litografia con il titolo Il credente: probabilmente è uno degli esemplari, già segnalati in collezioni private, della litografia intitolata Il credenzone (Brescia, Civici musei; Evangelisti, in Romolo Romani, 1982, p. 179), o comunque un multiplo tirato dalla stessa lastra. Nel 2013 il disegno Figura femminile, che sembra eseguito nei primissimi anni Dieci, analogamente a Ritratto di signora (Brescia, Civici musei), è comparso presso la casa d’aste Sant’Agostino di Torino. Sempre nel 2013 alcune decine di disegni sono stati immessi sul mercato (già segnalati in Pagliarani, 2014, p. 512 nota 27) tramite la casa d’aste Claudia Bonino di Roma (http://www. gioiellidicarta.it/documenti/Disegni_Dipinti_e_Stampe.pdf; 18 gennaio 2017), che recentemente ha curato anche la vendita privata di molti altri fogli (alcuni ancora in corso d’intermediazione).
In occasione del centenario della morte dell’artista sono state intraprese varie iniziative : un catalogo ragionato dell’opera grafica di Romani è stato curato da Matteo Smolizza e attende di essere pubblicato; presso i Civici musei di Brescia nell’ottobre 2016 è stata inaugurata una retrospettiva dell’artista «Romolo Romani 1884-1916. Sensazioni, figure, simboli». Il 14 dicembre dello stesso anno si è tenuta una giornata di studi presso l’auditorium del Museo di S. Giulia, organizzata dalla Fondazione Brescia musei, che ha in progetto di pubblicare un’antologia con i più importanti saggi su Romani, e per il 2021 ha previsto la stampa del catalogo generale dell’artista.
Fonti e Bibl.: Roma, Galleria nazionale d’arte moderna (GNAM), Archivio bioiconografico, R. R. (alcune decine di recensioni su mostre postume e qualche catalogo); Rovereto, MART, Archivio del ’900, Fondo Grubicy, R. R., Carteggio 1905, Gru.I.1.1.764; Carteggio [1903-1912] Gru.I.1.3.22 (lettere a Grubicy); G. Nicodemi, R. R., Como 1967 (con documenti, lettere e bibliografia); R. Bruno, Arnaldo Cantù 1912-1914, in Critica d’arte, n.s., XLII (1977), 154-156, pp. 31, 34-36; G. Anzani, Per una revisione critica dell’opera di R. R., in Storia dell’arte, 1978, n. 33, pp. 155-180; G.C. Argan, Botticelli o Borsalino?, in L’Espresso, 29 agosto 1982, p. 74; R. R. (catal.), con testi di R. Barilli - S. Evangelisti - B. Passamani, Milano 1982 (in partic. S. Evangelisti, pp. 16-29, 169-185, con bibliografia); G. Anzani - C. Pirovano, La pittura in Lombardia nel primo Novecento (1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1, a cura di C. Pirovano, I, Milano 1992, pp. 102-107; G. Anzani, ibid., II, Milano 1992, pp. 1046 s. (con bibliografia); Storia dell’arte italiana del ’900, a cura di G. Di Genova, I, 1, Bologna 1993, pp. 35-38, 117 s. e ad ind.; N. Vernizzi, Razionalismo lirico. Ricerca sulla pittura astratta in Italia, Milano 1994, pp. 153-157, 186 nota 7 (con bibliografia); P. Pacini, Fotografia, grafica e pittura. Dalle creazioni alle icone consumistiche, in Antichità viva, XXXV (1996), 1, pp. 50 s.; E. Pontiggia, in Da Boccioni a Sironi: il mondo di Margherita Sarfatti (catal., Brescia), a cura di E. Pontiggia, Milano 1997, pp. 28 s., 96-99; J. Ceresoli, ibid., p. 206; Al di là del visibile. R. R. Opere dei Civici Musei d’Arte e Storia di Brescia (catal.), a cura di L. Caramel, Brescia 1998 (con bibliografia); I. Schiaffini, Umberto Boccioni. Stati d’animo. Teoria e pittura, Cinisello Balsamo 2002, pp. 8, 44, 51-56, 129, 138 s. e ad ind.; R. Pagliarani, Nuovi materiali su R. R., in RolSA, 2007, n. 7, pp. 77-99 (con bibliografia); M. Valotti, in Il presente si fa storia, a cura di C. De Carli - F. Tedeschi, Milano 2008, pp. 130, 133-136 (con bibliografia nelle note); I. Schiaffini, in Vittore Grubicy de Dragon. Scritti d’arte, a cura di I. Schiaffini, Rovereto 2009, pp. 13, 31; R. R. Disegni (catal.), a cura di R. Capra, Novara 2012 (con bibl.); R. Capra, in Sentieri che si perdono nella mente… (catal.), a cura di R. Capra, Novara 2012, pp. 16-27, 98-105 (con bibliografia); R. Pagliarani, R. R. Il volto diviso, in Annali della Pontificia insigne Accademia di belle arti e lettere dei Virtuosi al Pantheon, XIV, 2014, pp. 503-524 (con bibliografia); Ead., Da Grubicy al Futurismo. Cultura figurativa e visione in R. R., in Tra Oltralpe e Mediterraneo. Arte in Italia 1860-1915, Atti delle giornate di studi, Roma-Milano… 2015, a cura di M. Carrera - N. D’Agati - S. Kinzel, Bern 2016, pp. 273-286 (con bibliografia).