CHIESA, Romualdo
Nacque a Roma il 1º sett. 1922 da Angelo, commerciante, e Lina Polvani. Di formazione cattolica, maturò una coscienza antifascista nel corso dei suoi studi liceali, compiuti al "Visconti", dove strinse rapporti di amicizia con un gruppo di studenti (Franco Rodano, Marisa Cinciari, Silvia e Laura Garroni, Paolo Moruzzi, Roberto Zappelloni, Antonio Tatò, Tullio Migliori, Ennio Severi, ed altri) che si ritrovava al di fuori della scuola in un circolo della Congregazione mariana, "La Scaletta", situato nei locali vicini alla chiesa di S. Ignazio, e diretto dai gesuiti. Tale gruppo, pur trovando nella professione e nella testimonianza della propria fede religiosa un momento di aggregazione e di identità, era partecipe dei fermenti politici e culturali d'avanguardia presenti nei settori più sensibili e preparati della coeva generazione studentesca. Sul finire del 1939 il C. e i suoi amici si incontrarono con un altro gruppo di giovani antifascisti cattolici (Adriano Ossicini, Paolo Pecoraro, Amedeo Coccia ecc.), che avevano maturato anch'essi convinzioni antifasciste sulla base però di una riflessione critica dell'esperienza del partito popolare, in ordine soprattutto alla sua crisi finale di fronte al fascismo, nonché della conoscenza e del rapporto con la realtà popolare della capitale, attraverso la mediazione organizzativa dell'articolazione territoriale dell'Azione cattolica.
Da questo incontro, dalla progressiva omogeneizzazione di questi due raggruppamenti, nacque il Partito dei cooperativisti sinarchici, che raccolse adesioni anche negli ambienti operai e popolari, pur avendo una base prevalentemente studentesca, e che costituì la prima sedimentazione politico-organizzativa del futuro Movimento dei cattolici comunisti e del Partito della sinistra cristiana.
Il C. in questa fase, pur partecipando all'intenso lavoro di riflessione ed elaborazione politica e ideologica portato avanti dai cooperativisti sinarchici, si dedicò soprattutto all'attività di agitazione e di propaganda antifascista, mostrando in questo una notevole capacità di organizzazione e di proselitismo. Iscrittosi nel 1940 alla facoltà di ingegneria, lavorò con successo, a stretto contatto con giovani comunisti, diversi dei quali provenienti come lui dal "Visconti" (Paolo Bufalini, Antonello Trombadori, Mario Leporatti, per citarne solo alcuni), a dare un connotato politico ed antifascista alle manifestazioni di insofferenza ed ostilità nei confronti delle autorità accademiche e fasciste, che si verificavano sempre più frequentemente fra gli studenti dopo l'intervento in guerra dell'Italia. Nel 1941, a seguito della nota "beffa delle stelle filanti", una manifestazione di universitari, convocata dai Gruppi dei fascisti universitari (GUF) per rievocare il "maggio radioso" del 1915, che si concluse con la distribuzione di manifestini antifascisti e il lancio di stelle filanti con scritte oltraggiose nei confronti di Mussolini, il C. fu, insieme con un folto gruppo di cooperativisti sinarchici, comunisti ed esponenti del movimento di Zangrandi, individuato e indi arrestato e deferito al Tribunale speciale, con l'accusa di aver svolto "attività comunista ed antifascista e disfattismo politico ed economico". Assolto nel gennaio del '42 dalle imputazioni a lui ascritte, così come gli altri ventisei coimputati, venne sottoposto "al vincolo dell'ammonizione".
Nei mesi seguenti di conseguenza fu costretto a ridurre la sua attività per impedire, tra l'altro, che le maglie della polizia si stringessero ulteriormente intorno ai suoi compagni, che nel frattempo avevano assunto la nuova denominazione di Partito comunista cristiano, quasi ad indicare che, pur rimanendo ferma la connotazione religiosa del gruppo, si era giunti al superamento sul piano teorico delle tradizionali riserve cattoliche nei confronti del collettivismo marxista e della dittatura del proletariato, e sul piano politico all'individuazione nel partito comunista della forza dirigente della lotta antifascista.
Dopo l'arresto di oltre quattrocento comunisti cristiani, compreso l'intero gruppo dirigente, il C., passato alla clandestinità, insieme con Mario Vivaldi ed Amedeo Coccia, anch'essi non coinvolti nell'arresto, tenne le fila dell'organizzazione e mantenne i contatti sia con gli arrestati sia con i comunisti. L'8 e il 9 settembre organizzò e diresse gruppi di studenti nella resistenza armata contro i Tedeschi che, a seguito dell'armistizio, entravano nella capitale.
Nel frattempo il C. e i suoi compagni, di fronte al rifiuto della Democrazia cristiana - nei cui confronti avevano avuto nei "quarantacinque giorni" una posizione interlocutoria - di impegnarsi nella lotta armata, e al suo attestarsi su posizioni moderate e attesiste, assunsero la denominazione di Movimento dei cattolici comunisti. Pur partecipando all'originale elaborazione teorica che caratterizzava questa fase dell'esperienza della Sinistra cristiana, il C. durante i mesi della occupazione nazista si dedicò prevalentemente all'organizzazione della resistenza armata contro i Tedeschi.
Era responsabile di uno dei settori cittadini in cui il Movimento dei cattolici comunisti si era articolato, precisamente di quello comprendente tre dense zone popolari, il Trionfale, l'Aurelio e Porta Cavalleggeri. Faceva parte col grado di tenente, in qualità di commissario politico, del comando del I battaglione della I brigata cittadina della divisione "DL-MCC", più nota come "Banda Ossicini". Insieme con Maurizio Giglio, giovane studente comunista, anch'egli caduto nei mesi dell'occupazione tedesca, manteneva i rapporti con il Comando alleato, cui faceva pervenire il Bollettino d'informazioni che giornalmente veniva emesso dai Gruppi di azione patriottica (G.A.P.).
Arrestato nel febbraio del '44, su delazione di un agente provocatore, spia delle S.S., tale Pino Leonardi, il C. fu portato a via Tasso, sottoposto a continue torture, sino a diventare quasi cieco, e infine il 24 marzo 1944 trucidato alle Fosse Ardeatine.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. d. Stato, Min. dell'Interno,Dir. gen. della P.S. Casell. politico centrale, busta 1303; Affari gener. e riservati, 1903-49, D. 9, b. 2. Notizie sulla biogr. politica ed intellettuale del C. sono contenute oltre che in due rievocaz. comparse su Voce operaia del 23 maggio 1944 e su I Caduti della scuola, numero unico commemor. dei Sindacati nazionali della scuola media ed elementare, Roma 1945, negli studi riguardanti la Resistenza romana e il Movimento cattolici comunisti: E. Piscitelli, Storia della Resistenza romana, Bari 1965, ad Indicem; V. Tedesco, Il contributo di Roma e della provincia nella guerra di liberazione, Roma 1967, pp. 50, 423; M. Cocchi, La Sinistra cattol. e la Resistenza, Roma-Milano 1966, ad Indicem; Id., Per una storia della Sinistra cristiana, a cura di P. Montesi, Roma 1975, ad Indicem; C. F. Casula, Il movimento dei Cattolici comunisti e la Resistenza a Roma, in Il Movim. di liberazione in Italia, XXV (1973), 113, pp. 39, 47, 660; Id., Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana(1938-1945), Bologna 1976, ad Ind.; Id., I Cattolici comunisti negli anni della Resistenza, in Quaderni della Resistenza laziale, I (1977), 1, pp. 128, 141, 144.