BERNINI, Rosalba (Rosalpina)
Figlia di Clemente e di Giuditta Olgiati, nacque a Parma nell'anno 1763
Clemente, pittore di animali, di fiori e di "carte d'inganno", è tradizionalmente considerato nativo di Roma (e quando la figlia sarà eletta accademica a Bologna verrà definita "miniatrice romana"): le poche notizie biografiche sono state raccolte da Scarabelli Zunti che lo dice operoso a Parma verso il 1760 come insegnante di disegno nella "Real paggeria". Nel 1772, pensionato dall'insegnamento, compone la prima deca dell'Ornitologia dell'Europa meridionale (Parma., Bibl. Palatina, fondo Palatino, 8668): l'opera, intrapresa certo per aderire al desiderio del duca Ferdinando, appassionato di scienze naturali, avrebbe dovuto comprendere 100 tavole. Nel foglio iniziale la dedica al duca è chiusa in uno scudo dipinto ad acquerello con lo stemma ducale e agli angoli alcuni uccelli, mentre le altre pagine sono incorniciate da una greca ad acquerello e le dieci tavole recano, pure ad acquerello, dieci tipi di uccelli resi con ricchezza di colori e con raffinata eleganza.
L'anno seguente, con la data 16 febbr. 1773, Clemente pubblica l'Ornitologia deca II (Biblioteca Palatina, fondo Palatino 8668/2), che dedica a Maria Amalia d'Austria, sposa di Ferdinando. Anche questa deca contiene tavole ad acquerello policromo che rappresentano nell'ambiente più consono uccelli vari. Clemente morì probabilmente nel 1789.
Nello stesso anno della morte del padre la figlia Rosalba, che nel 1780 era già stata eletta accademica d'onore nell'Accademia Clementina di Bologna, si trasferì a Milano dove sposò un tale Corci e fu operosa in questa città sino al 1812. Non se ne hanno altre notizie biografiche. Lo Scarabelli Zunti afferma di possedere due ritratti dipinti da lei nel 1778; ne cita due del 1779 presso il cavaliere Tommaso Gasparotti e altri in varie case di Parma. Esistono ancora due ritratti a pastello, del conte e della contessa Castellina (?), firmati e datati 1779, presso L. Gambara a Parma (forse gli stessi già presso Gasparotti?), che attestano, al pari dei ritratti a pastello del conte Luigi Colla e della moglie (ora presso il conservatorio delle Luigine a Parma), la derivazione dal tedesco J. Zoffany, che lavorò a Parma proprio in quel tempo. Altri due ritratti femminili del 1799 (Parma, avv. Vigevani) rivelano una diversa ispirazione: più neoclassica e meno intensa. La B. continuò l'opera del padre Ornitologia dell'Europa meridionale, con altre due deche. La terza, uscita il 18 sett. 1790 (Bibl. Palatina, fondo Palatino 8668/3), ha una dedica al principe ereditario Lodovico di Borbone che simula una epigrafe marmorea sorretta da grifi e sormontata dallo stemma ducale di carattere neoclassico. Lo stile degli acquerelli ricorda quelli del padre, ma con un tono meno vivo e più delicato.
Il 9 genn. 1793 esce la Quarta deca dell'ornitologia dell'Europa meridionale (Bibl. Palatina, fondo Palatino 8668/4), dedicata al conte Cesare Ventura, ministro e segretario di stato di Ferdinando. Alcune delle dieci tavole, specialmente quella che rappresenta la lodola minore, rivelano nell'artista una particolare sensibilità pittorica e un'armonia cromatica qui graduata nei toni del grigio e dell'ocra.
La B. eseguì anche un disegno con l'Arcangelo Michele che atterra il demonio, da cui il Bresciani trasse una incisione segnata "Rosalba Bernini del. Ant. Bresciani scul.". Il disegno è piuttosto fiacco e convenzionale. Secondo il Calabi, la B. può essere considerata la prima donna litografa: nel 1807 infatti presso il De Werz a Milano disegnava sia a penna sia a matita per illustrazioni di libri scientifici. Ci restano tre tavole (IX-XI) che illustrano l'articolo di Carlo Amoretti, Su un dente e parte di mandibola di Mastodonte, trovati presso la Rocchetta…, in Nuova scelta d'opuscoli interessanti sulle scienze e sulle arti…, II, Milano 1807. Nella stessa raccolta è un'altra tavola (figg. 1 e 2) raffigurante lo scheletro della balena quasi intero che illustra un articolo di G. Cortesi: Dello scheletro d'una balena e d'altre ossa di cetaceo trovati ne' colli piacentini. Secondo Scarabelli Zunti, i suoi disegni per stoffe a fiori, rabeschi, animali erano "assai ricercati", ed erano soprattutto apprezzati i ritratti a pastello e miniati ora dispersi.
Morì a Milano poco dopo il 1812.
Fonti e Bibl.: Bologna, Accademia Clementina: Atti,ms.1780, c. 351; Parma, Galleria Nazionale, E. Scarabelli Zunti, Documenti e Memorie di Belle Arti Parmigiane, ms.107 [sec. XIX], vol. VIII(1751-1800), pp. 25 s. (anche per Clemente); Cl. Nissen, Die illustrierten Vögelbücher, Stuttgart 1953, n. 92; A. Levesi, Una rarissima opera ital. di ornitologia del Settecento (estr. da Riv. italiana di ornitologia, s. 2, XXVI), Milano 1956 (per Clemente); A. Calabi, Saggio sulla litografia, Milano 1958, pp. 7, 22, 65, 66, 67, 156; Alla ricerca della personalità artistica di… R. B., in Parma per l'arte, IX(1959), p. 188; L. Gambara, Note aggiunte a R. B. Corci, ibid., X(1960), pp. 113 s.; U. Thieme-F. Becker. Künstler-Lexikon, III, pp. 461 (per Clemente), 470 (per Rosalba).