Teologo protestante e filosofo delle religioni (Peine, Hannover, 1869 - Marburgo 1937); prof. (1904) di teologia sistematica nell'univ. di Gottinga, poi (1915) a Breslavia e (1917) a Marburgo; fu anche deputato (1913-18) alla dieta prussiana e (1919-21) all'Assemblea nazionale. Partendo su basi luterane da Kant, Schleiermacher, Fries, De Wette e accentrando il proprio interesse intorno alla conoscibilità scientifica, all'essenza e alle forme del fatto religioso, nell'opera fondamentale Das Heilige (1917; trad. it. 1926) formulò la tesi dell'autonomia del fenomeno religioso rispetto a tutti gli altri campi dello spirito e della sua natura essenzialmente irrazionale. Tentò un'analisi fenomenologica del sacro o, con il termine da lui introdotto negli studî, del "numinoso" che egli considerava come un'irriducibile realtà obiettiva, accessibile all'uomo mediante una particolare facoltà dello spirito, quella religiosa. Un lungo soggiorno in Oriente e lo studio dei testi indiani gli permisero di tracciare confronti tra la mistica cristiana e quella orientale. Tra le opere: Die Anschauung vom Heil. Geiste bei Luther (1898), Naturalistische und religiöse Weltansicht (1904), Aufsätze das Numinose betreffend (1923), Die Gnadenreligion Indiens und das Christentum (1930), Gottheit und Gottheiten der Arier (1932), Reich Gottes und Menschensohn (1934).