RUSSIA BIANCA
(o bielorussia, XXX, p. 336; App. II, II, p. 768; III, II, p. 642; v. URSS, XXXIV, p. 816; App. I, p. 1098; II, II, p. 1065; III, II, p. 1043; IV, III, p. 754)
Già repubblica federata dell'URSS, ha dichiarato la propria indipendenza politica ed economica il 25 agosto 1991, assumendo il nuovo nome di Belarus' (Respublika Belarus'). Il 21 dicembre dello stesso anno ha partecipato con la Russia e con l'Ucraina alla fondazione della Comunità di Stati Indipendenti (CSI). Nel 1989 sono stati censiti 10.200.000 abitanti, dei quali 77,9% bielorussi, 13,2% russi, 4,1% polacchi, 2,9% ucraini e 1,1% ebrei. A partire dal 1990 è stata adottata come lingua ufficiale il bielorusso nonostante che, all'atto del censimento del 1989, solo l'80,2% dei Bielorussi avesse dichiarato di considerare questa lingua come il suo idioma nativo; il resto della popolazione parlava per lo più il russo come prima lingua. La capitale Minsk (1.633.000 ab. nel 1991) è stata designata come sede degli organi di governo della CSI.
La R.B. è scarsamente dotata di risorse naturali, se si eccettuano importanti depositi di torba, sui quali fanno assegnamento i piani di autosufficienza energetica della regione (2 milioni t di torba in formelle prodotte nel 1990). Vi s'individuano tre principali regioni agricole: una settentrionale, dove predominano le colture foraggere e del lino e l'allevamento del bestiame da latte e da carne; una centrale, dedita alla coltivazione delle patate e all'allevamento suino; e una meridionale, caratterizzata dalla compresenza di allevamento bovino e coltivazione della canapa. Superficie totale messa a coltura nel 1990: 12,4 milioni di ha; principali prodotti agricoli (in milioni di t, nel 1989): grano 7,4; carne 1,2; latte 7,4, patate 11,1. Vaste estensioni di terre agricole sono ancora incolte, dopo essere state contaminate in conseguenza dell'incidente al reattore nucleare di Černobyl.
Complessivamente la produzione agricola della repubblica ha concorso nel 1988 a formare il 4,9% del prodotto materiale netto del settore agricolo dell'ex URSS, mentre l'apporto della produzione industriale al corrispettivo settore dell'economia sovietica è stato del 4%. L'apparato industriale include fabbriche di prodotti alimentari (burro, zucchero, conserve), chimici, tessili, di autoveicoli, di macchinari agricoli e di macchine utensili. Nel periodo 1985-88 la crescita media annua della produzione industriale è stata del 6,6%, ma nel 1991 è stata registrata una flessione dell'1,5% rispetto all'anno precedente. Alla fine del 1991 è stato attivato un programma di riforme economiche che prevede tra l'altro il graduale smantellamento della collettivizzazione agricola (nel 1987 c'erano 1675 fattorie collettive e 913 fattorie statali), nonché provvedimenti ispirati a politiche di liberalizzazione dei prezzi e di privatizzazione. La rete delle vie di comunicazione era nel 1990 di 92.200 km di strade (delle quali 60.900 pavimentate) e 5590 km di ferrovie.
Storia. - La R.B. è nata come stato sovrano e ha ripreso l'antico nome di Belarus' nel momento in cui i suoi rappresentanti, insieme a quelli della Russia e dell'Ucraina, riuniti l'8 dicembre 1991 a Minsk, hanno decretato la fine dell'URSS (v. in questa Appendice).
Le istituzioni politiche del nuovo stato erano all'inizio del 1994 ancora quelle nate prima della conquista dell'indipendenza. Nel Parlamento, eletto nel 1990 e composto nella grande maggioranza da ex membri del disciolto PCUS, sono comunque rappresentati cinque gruppi politici: l'Unione Belarus', il Fronte popolare Rinnovamento, l'Unione (Sojuz), il Partito comunista e Gromady, una formazione di tendenza socialdemocratica. Una decina di altre formazioni politiche è sorta fuori dal Parlamento.
L'aggravarsi della situazione economica nonché il contrasto venutosi a creare fra le vecchie istituzioni e le forze riformiste (che avevano trovato il loro interprete in S. Šuškevič, ex dirigente del PCUS eletto capo della Repubblica nel settembre 1991) e nazionalistiche (facenti capo soprattutto al Fronte popolare bielorusso) hanno determinato una complessa crisi politico-istituzionale che ha portato il 26 gennaio 1994 alla sostituzione di Šuškevič con M. Grib, un generale in pensione, filorusso. V. Kebič, alla guida del governo dal 1990, è rimasto invece al suo posto. Al centro della crisi si erano venuti a trovare anche i rapporti con la Russia e con la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), nata il 21 dicembre ad Alma Ata per iniziativa della maggioranza delle repubbliche dell'ex URSS. Nel gennaio 1994 la R.B., che aveva già raggiunto con la Russia importanti accordi sui temi dell'integrazione economica, è entrata nell'area del rublo. Le condizioni per un ulteriore avvicinamento alla Russia sono state create coi risultati delle elezioni presidenziali del giugno 1994, che hanno visto il successo di A. Lukashencko, di Kebič e specie del filoccidentale Z. Pozniak. Nella politica estera la R.B. − che è membro dell'ONU, della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, del NACC (North Atlantic Cooperation Council), dell'OMS, della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, e ha un suo rappresentante come ''invitato speciale'' al Consiglio d'Europa − privilegia i rapporti con la Russia ma, consapevole di una collocazione geografica che la pone a cerniera fra Occidente e Oriente in un punto nevralgico per gli equilibri mondiali, si muove auspicando la costituzione di un'"unica famiglia europea" contro ogni iniziativa che possa portare al suo isolamento e a quello della Russia. Inoltre la R.B., che al momento del crollo dello stato sovietico disponeva di un arsenale nucleare comprendente 54 missili balistici intercontinentali, si è proclamata neutrale e ha ratificato nel febbraio 1993 gli accordi URSS (Russia)-USA sulla riduzione delle armi strategiche, impegnandosi a trasferire alla Russia in sette anni le armi stesse per la loro distruzione.
Bibl.: AA.VV., Eastern Europe and the Commonwealth of indipendent states, Londra 1992-93; After the Soviet Union. From Empire to Nations, a cura di Th.J. Colton e R. Legvold, ivi 1993; AA.VV., Keesing's record of world events, New York 1993.