SAARLAND
- Con questo nome si designa il territorio, corrispondente presso a poco al medio bacino del fiume Saar (v. saar, XXX, p. 365; App. II, 11, p. 769), occupato dai Francesi al termine della seconda guerra mondiale e tornato nel 1956 alla Germania (Repubblica Federale di Germania), della quale costituisce oggi un Land (il decimo).
La Francia, nel secondo dopoguerra, ha tentato di risolvere in suo favore la questione del territorio della Saar, cercando di creare in questo uno stato-cuscinetto formalmente indipendente, ma soggetto de facto alla sua influenza. In attuazione di questo disegno, con le convenzioni franco-saaresi del 3 maggio 1950, la Saar vide ampliata la sua autonomia interna e consolidato il suo potere statale con il ritiro dell'Alto Commissario francese (25 gennaio 1952), e dopo aver ottenuto il riconoscimento de facto da varie potenze, vide confermata la sua statualità con il suo ingresso al Consiglio d'Europa e alla CECA, e con le convenzioni franco-saaresi del 20 maggio 1953, in virtù delle quali la Francia rinunciava ad avere la rappresentanza all'estero degli interessi saaresi. La soluzione unilaterale della questione saarese, che la Francia aveva tentato di imporre, non poteva essere accettata dalla Germania, dove la pubblica opinione e specialmente l'opposizione socialista si erano manifestate decisamente contrarie, per cui già dal marzo 1952 si aprirono negoziati tra i governi francese e tedesco per una diversa e pacifica soluzione che potesse trovare consenziente anche la Germania. Il punto d'incontro fu trovato nella europeizzazione politica della Saar e nel mantenimento dell'unione doganale e monetaria franco-saarese. Il 27 luglio 1953 il Consiglio d'Europa approvò uno statuto europeo per la Saar, sulla base di un progetto presentato dall'olandese J. van der Goes van Naters, e gli accordi di Parigi del 23 ottobre 1954 tra il presidente del Consiglio francese Mendès-France e il cancelliere Adenauer confermarono che la Saar avrebbe dovuto avere uno statuto europeo ed un commissario nominato dall'UEO, diventando essa autonoma nell'ambito dell'UEO, ma economicamente unita alla Francia. Questo progetto, approvato dopo molte discussioni, dai parlamenti di Bonn e di Parigi, fu invece respinto, con la maggioranza di due terzi, dai saaresi nel referendum del 23 ottobre 1955, che assunse quasi l'importanza di un plebiscito filotedesco. Il governo francese, preso atto della nuova situazione politica saarese, confermata dalle elezioni politico-amministrative, intraprese nuovi negoziati con il governo tedesco, che si conclusero con la firma di una serie di convenzioni, a Lussemburgo, il 27 e 28 ottobre 1956. La più importante stabiliva che la Saar si sarebbe riunita politicamente alla Germania il 1° gennaio 1957, continuando tuttavia ad essere collegata economicamente alla Francia per un periodo di transizione, che doveva aver termine entro il 31 dicembre 1959, ma che effettivamente finì alla mezzanotte del 5 luglio 1959. Fu inoltre stabilito che nessuna persona doveva subire danni per gli atteggiamenti presi riguardo alla questione saarese, e particolari norme furono stabilite per il periodo transitorio in materia di scambî e dogane tra la Saar e gli altri territorî della Repubblica Federale di Germania, accordandosi alla Francia varî vantaggi economici e, in particolare, alcuni privilegi sul carbone della Saar. Un'altra convenzione, sottoscritta con la partecipazione del Lussemburgo, stabilì a favore della Francia le modalità delle canalizzazioni della Mosella, previa rinuncia da parte della Francia, alla costruzione del Canale di Alsazia.
Il Land è vasto 2567,3 km2 e ha (31 dicembre 1959) una popolazione di 1.040.100 ab., pari a 405 ab. per km2; suo capoluogo è Saarbrücken (127.310 ab. nel 1959). Esso confina per 157 km con la Francia, per 10 km col Lussemburgo e per 199 km col Land Renania-Palatinato della Repubblica Federale di Germania. Il territorio si divide nei seguenti "Kreise" (circondarî): Saarbrücken-città (114.380 ab., al 10 gennaio 1953); Saarbrücken-campagna (249.041 ab.); Saarlouis (162.278 ab.); Merzig-Wadern (82.252 ab.); Ottweiler (155.451 ab.); St. Wendel (79.288); St. Ingbert (66.524 ab.); Homburg (61.814 ab.).
Il 73,6% della popolazione appartiene alla chiesa cattolica; il 24,6% a quella evangelica.
La popolazione attiva del S. conta circa 403.000 unità. Di queste, circa 68.000 sono occupate nell'industria estrattiva (carbonifera), 66.000 nella siderurgia, 50.000 nelle altre industrie, 50.000 nell'artigianato, 25.000 nel commercio all'ingrosso, nelle banche e nell'assicurazione, 40.000 nel commercio al dettaglio, 21.000 nei trasporti (compreso il servizio postale e ferroviario), 28.000 negli impieghi pubblici, 10.000 in quelli privati, 10.000 nei servizî domestici e 30.000 nell'agricoltura.
Circa l'85% del territorio è costituito dalla superficie agricola produttiva, ivi compresi i boschi che coprono un terzo dell'intero Land. Presso a poco il 40% dei boschi è proprietà dello stato e dei comuni. Prevalgono le latifoglie (querce e faggi). A causa della forte densità di popolazione, si ha un rapporto di soli 8 ha di bosco ogni 100 ab. Perciò il S. deve importare grandi quantitativi di legname, soprattutto per i lavori minerarî. L'83% degli agricoltori sfrutta aziende di ampiezza inferiore a 5 ha ed appena il 2% aziende superiori a 100 ha. I rendimenti unitarî sono relativamente elevati, nonostante la frequente povertà del suolo e la montuosità del territorio. Le superfici arative sono comunque in regresso a causa dell'estendersi degli impianti industriali e delle zone residenziali. Molti arativi si vanno trasformando in frutteti, orti e prati permanenti L'agricoltura soddisfa un terzo del fabbisogno alimentare del Land. In particolare deve essere importato il 70% del fabbisogno di cereali da panificazione.
L'industria, che era stata molto danneggiata dalla guerra, aveva già raggiunto nel 1947 il 70% del livello prebellico e nel 1953 lo aveva superato di un terzo. La produzione del carbon fossile supera la media annua di 17 milioni di t (anni 1955-56). Circa 4 milioni vengono impiegati dall'industria locale; il resto viene esportato, ma in cambio di una sua parte si importa, per i bisogni della siderurgia, carbone della Ruhr. La produzione del coke si aggira sui 4,3 milioni di t (1956). La produzione dell'elettricità, in pratica esclusivamente di origine termica, è di 2,8 miliardi di kWh (1956). Pure notevole è la produzione di gas, consumata per due terzi dagli stessi stabilimenti siderurgici e immessa per un terzo nella rete di consumo degli altri utenti a cura della "Saar-Ferngas A.G.". L'industria siderurgica ha prodotto, nel 1956, 3.372.000 t di acciaio e 3.036.000 t di ghisa e ferroleghe. Essa comprende sei imprese con una ventina di altiforni in attività. Notevoli sono anche le industrie del vetro, del cemento e del legno.
Il movimento commerciale, dominato dalle merci pesanti, come il carbone coke, il minerale di ferro e l'acciaio, si svolge per tre quarti sulla rete ferroviaria, la cui importanza è accentuata dalla posizione intermedia fra la Renania (Ruhr) e la Francia. La rete, che nel 1952 aveva riacquistato la sua efficienza prebellica, misura 554 km. Nello stesso anno la rete stradale misurava 1694 km, percorsi da un complesso di 46.800 automezzi. La navigazione interna (700.000 t annue) si svolge su un tratto di 79 km della Saar e sul Canale Saar-Kohlen, che unisce tale fiume alla rete delle idrovie francesi.
Bibl.: W. Eckhardt, Die Saar fliesst nach Europa, Francoforte s. Meno 1954; Jonkheer van der Goes van Naters, La Sarre et la Communauté européenne, in Nouvelles de l'Europe, luglio-agosto 1954; Consiglio dell'Europa, Lo statuto futuro della Sarre, Straburgo 1954; J. Dirks-Dilly, La Sarre et son destin, Parigi 1956; L. Dischler, Das Saarland, 1945-55. Eine Darstellung der historischen Entwicklung, Amburgo 1956; P. Fischer, Die Saar zwischen Deutschland und Frankreich, Francoforte 1959; J. Freymond, Le conflit sarrois, 1945-55, Bruxelles 1959; R. H. Schmidt, Saarpolitik 1945-57, Berlino 1959.