SAECULUM
Personificazione del periodo di tempo detto secolo.
Il concetto, presente ai Greci, di un periodo di tempo più lungo della vita mortale, fu definito dagli Etruschi, come ci riferisce Censorino (xvii, 5), come corrispondente alla durata della vita di colui che fosse vissuto di più fra quelli nati nello stesso giorno. A questo saeculum naturale si aggiunge un distinto saeculum civile di cento anni, come lo chiama lo stesso Censorino (xvii, 13). Troviamo in Varrone (Lingua Lat., vi, 11): saeculum spatium annorum centum vocarunt dictum a sene, quod longissimum spatium senescendorum hominum id putarunt. Poi si distinse anche un secolo religioso di 110 anni, per influenza dei libri sibillini, in base al quale si celebrarono i ludi secolari del 17 a. C., dell'88 d. C. e del 204 d. C.
La personificazione del S. appare sotto forma di una figura solenne di vecchio barbato e semiammantato nella complessa scena di un mosaico policromo venuto in luce in una sala di una villa del II sec. d. C. a Mérida in Spagna, con atrio tetrastilo, peristilio e viridario, decorata di pitture. Il mosaico, che misura m 4,62 × 3,65, ha una scena figurata che occupa tutto il campo secondo l'asse maggiore, terminando a semicerchio in uno dei lati brevi, con cespi di acanto negli angoli di raccordo. La scena è unitaria, composta di una serie di personificazioni unite da un'allegoria, che è stata da A. Blanco Freijeiro interpretata come celebrazione del Saeculum Aureum, e con un riferimento più preciso alla rinata età dell'oro sotto Commodo, secondo la testimonianza di Dione Cassio (lxxiii, 15, 6) e della Historia Augusta (Comm. Ant., xiv, 3), cioè come allegoria del Saeculum Aureum Commodianum.
Sembra peraltro trattarsi di un'allegoria più generale di carattere cosmico, poiché la figura di S. non occupa una posizione chiaramente preminente, ma è posta in alto a fianco del caelum, opposto a chaos, che ne ripete il tipo barbato semiammantato, mentre caelvm è giovanile, seduto e sostenuto da polvn con le braccia alzate come un Atlante. Questo gruppo costituisce il coronamento di tutta la scena, che parte dal basso con le personificazioni di oceanvs, fiancheggiato da tranqvillitas e da due figure di copiae, a lato della figura centrale di pharvs, come fanciullo con fiaccola su un'altura, mentre dall'altro lato restano le figure di navigia, che come una nave reca sul dorso un putto remigante, e di pontvs distrutta da una lacuna. Questa parte inferiore rappresenta dunque il mare, ed è sovrastata immediatamente dalle figure dei grandi fiumi nilvs ed euphrates, a sinistra di portvs semidistrutta da una lacuna, che ha cancellato gran parte della metà destra del mosaico. Sopra alla zona dei fiumi è quella che s'inizia a sinistra con la singolare personificazione di natvra, come ninfa dal torso nudo che regge il mantello teso ad arco sopra al capo, seguita dalle Stagioni delle quali restano avtvmnvs, aestas e v(er), mentre al centro era forse la aet(ernitas). Nella zona sovrastante abbiamo a sinistra, proprio all'inizio dell'arco che simboleggia il cielo, la personificazione di oriens come Helios radiato con frusta sulla quadriga, preceduto da evrvs, e dopo la grande lacuna centrale all'estremità opposta è nix, che sembra in posa sdraiata con braccio sul capo in atto di riposo, sopra alla quale è la barbata immagine di mons; e sopra occasvs come nuda Selene vista di dorso, declinante sulla biga dei suoi muli, accanto a boreas. Alla sommità del campo semicircolare il gruppo di caelvm fiancheggiato da saecvlvm e chaos, e retto da polvm, è circondato a sinistra da nvbs, che come nuda fanciulla è rapita da notvs, mentre dal lato opposto la nuda nebvla è inseguita da zephirvs, e accanto ad una figura femminile strettamente legata e sottoposta al caelvm appare (Ton)itrvm come un putto che scaglia il fulmine.
Il mosaico copia chiaramente una pittura, forse destinata a decorare un'abside per la sua terminazione semicircolare in alto, e il quadro è composto con una visione prospettica dal basso, con una diminuzione progressiva delle figure verso l'alto, e anche con scorci progressivamente più pronunciati culminando nelle figure di polvm e caelvm con "tiepolesca" visione dal sotto in su. Per il gusto di queste composizioni allegoriche si è giustamente richiamato il mosaico di Philippopolis con le didascalie in greco, mentre per il gruppo dei fiumi in basso e delle divinità celesti in alto analogie tematiche e compositive si notano con la parte destra del sarcofago Medici con il Giudizio di Paride. La personificazione del saecvlvm si avvicina a quella del tipo barbato di Aion, come nel rilievo di Afrodisiade (v. vol. i, p. 175), a cui è legata anche per concezione.
Il mosaico di Mérida presenta una tecnica fine e pittorica con sfumature e un complesso impasto cromatico, che porta a datarlo entro il II sec. d. C.
Bibl.: E. García Sandoval, El mosaico cosmogónico del Mérida, in Boletin del Seminario de Estudios de Arte y Arqueología, Universidad de Valladolid, 1969, pp. 9-29; A. Blanco Frejiero, El mosaico de Mérida con la alegoria del Saeculum Aureum, in Estudios sobre el mundo helenístico, Universidad de Sevilla, 1971, pp. 153-178.