(o Sacra di San Michele, San Michele della Chiusa) Abbazia benedettina sul Monte Pirchiriano, all’imbocco della Val di Susa, esempio cospicuo di monastero fortificato.
Al 10° sec. risalirebbe la ricostruzione di un tempietto dedicato dai Longobardi a s. Michele a opera del vescovo Giovanni Vincenzo, forse ravennate, ampliata probabilmente tra 983 e 987 dall’alverniate Ugo di Montboissier. L’abbazia, fiorente fino al 12° sec., decadde e nel 1379 fu ridotta a commenda. Quasi distrutta dai Francesi nel 1629, fu adibita nel 19° sec. a sepolcreto di membri di casa Savoia; dal 1836 è affidata ai rosminiani.
La chiesa, distrutta da un terremoto nel 1885 e restaurata (1937), è formata da parti costruite in più epoche (11°-13° sec.): ha tre absidi, di cui la centrale trilobata (galleria esterna ad archetti), e conserva un altare ricavato da un’ara antica, sculture romaniche (tra cui quelle firmate da Nicholaus, probabilmente lo stesso Nicolaus che operò nelle cattedrali di Piacenza, Ferrara, Verona e nel San Zeno di Verona) e dipinti gotico-rinascimentali; la cripta comprende tre cappelle, una delle quali è identificata come il tempietto eretto nel 10° secolo.