Sahara
Il più grande deserto del mondo, il S. è stato nella storia dell’Africa simile a uno sconfinato mare di sabbia. Prima del 7° sec. e fino alla nuova fase aperta dalle esplorazioni portoghesi nel 15° sec., i grandi traffici commerciali della regione percorrevano le rotte transahariane e approdavano sui mercati di centri urbani ai margini del deserto, come Timbuctu, al crocevia dei percorsi carovanieri. Furono tre i principali tracciati di transito attraverso il S. che si consolidarono nei secoli: la via occidentale collegava il cuore dell’Africa nera al Sud del Marocco; la via centrale, l’ansa del Niger alla Tunisia e Tripolitania; la via orientale, egiziana, si spingeva dall’ansa del Niger fino al Basso Egitto attraverso le Oasi di Siwa e di Cufra. I nomadi berberi sono stati i soli in grado di governare le carovane di cammelli collegando i sahil (o sahel, «sponde del deserto»). Grazie al commercio, si svilupparono anche centri sahariani come Awdaghast, Tadamakk. Nel 7° sec., gli arabi tentarono di inserirsi nei flussi di commercio del Sahara. La prima ricognizione araba nel S. centrale è del 666-667 e del 682 per la regione del Marocco meridionale. I primi riscontri dell’influenza islamica sul territorio del sahel si ebbero solo alcuni secoli più tardi. Un’intensa espansione del traffico transahariano si ebbe in età fatimide, nel 10° secolo. Nel 17° sec. il commercio transahariano declinò sensibilmente. Il S. restava un luogo di grandi interessi ancora tra il 19° e il 20° sec. durante la partizione coloniale.