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Saint Lucia è uno stato insulare posto tra il Mar dei Caraibi e l’Oceano Atlantico. A lungo contesa tra Francia e Regno Unito, l’isola ha cambiato di proprietà per 14 volte tra il Diciassettesimo e il Diciottesimo secolo prima di diventare definitivamente un possedimento inglese nel 1814. Nonostante il dominio coloniale, nel corso del Novecento all’isola vennero concessi crescenti poteri di autogoverno: dalla Costituzione del 1924, all’istituzione nel 1956 dei primi dicasteri permanenti, con competenze sempre più estese. Abbandonata la Federazione delle Indie Occidentali nel 1962, Saint Lucia ha imboccato la strada verso l’indipendenza, raggiunta nel 1979, pur restando nel Commonwealth britannico. Il capo di stato formale è ancora la regina d’Inghilterra, Elisabetta II. La regina delega i suoi compiti di governo, solo cerimoniali, a un governatore generale. Sotto di lui, le dinamiche politiche si svolgono secondo un sistema parlamentare di tipo inglese, nel quale l’esecutivo è legato da un rapporto di fiducia al parlamento bicamerale. L’importazione del modello politico britannico e del suo sistema bipartitico non ha tuttavia conferito ai due maggiori partiti lo stesso ruolo che occupano nel Regno Unito: alla tipica alternanza alle posizioni di governo della madrepatria si è contrapposta sull’isola l’egemonia del conservatore United Workers Party (Uwp), rimasto al governo quasi ininterrottamente dal 1964 al 1997. Il St. Lucia Labour Party (Slp) è invece stato all’opposizione dal primo triennio dopo l’indipendenza fino al 1997, anno in cui ha conseguito una schiacciante vittoria che gli ha garantito la permanenza al potere per quasi un decennio. Sconfitto alle successive elezioni del 2006, l’Slp si è aggiudicato nuovamente la maggioranza dei seggi nelle ultime elezioni del 30 novembre 2011, segnando probabilmente l’inizio di una nuova alternanza.
La popolazione di Saint Lucia è molto omogenea sia dal punto di vista etnico, sia da quello dell’appartenenza confessionale. Circa l’80% della popolazione è di discendenza africana, l’11% è mulatto e circa il 3% degli abitanti discende dagli indiani provenienti dall’Asia. Il 70% degli abitanti è cristiano cattolico, mentre circa il 20% è cristiano protestante. L’economia dell’isola si basa prevalentemente sul turismo e sulla produzione bananiera. Se nel primo settore l’isola continua a conseguire ottimi risultati, aggiudicandosi ripetutamente il titolo di migliore meta al mondo per la luna di miele assegnato dal World Travel Award, il settore della produzione di banane è stato recentemente messo in difficoltà dall’aumento della concorrenza latinoamericana e dalle politiche protezioniste dell’Unione Europea. Per questo, il governo ha intrapreso un’opera di differenziazione della struttura economica del paese che, sommata alla notevole stabilità politica e ai miglioramenti infrastrutturali nel settore dei trasporti e dei servizi idrici, ha attratto una notevole quantità di investimenti diretti esteri. Per la sua partecipazione ai progetti di integrazione economica regionale, infine, l’isola condivide la moneta con altri otto paesi tra i nove membri dell’Organizzazione degli stati dei Caraibi Orientali (l’unica eccezione sono le Isole Vergini Britanniche).
Saint Lucia non ha un esercito, ma mantiene una guardia costiera e un’unità speciale paramilitare all’interno del corpo di polizia. Le relazioni estere dell’isola sono pacifiche, e i suoi maggiori partner sono gli Stati Uniti e l’Unione Europea.