SALVATAGGIO
Salvataggio marittimo (XXX, p. 580). - Per il salvataggio marittimo avente per oggetto il soccorso sia a mezzi navali zia a naufraghi di mezzi navali sinistrati, l'organo consultivo internazionale delle organizzazioni relative è il Comitato internazionale per sicurezza della navigazione marittima (CIS Na.). Suddiviso in varî sottocomitati studia i problemi della sicurezza della navigazione marittima, fissa ed assegna le zone di giurisdizione alle organizzazioni di soccorso marittimo dei varî stati contraenti ed emana norme uniformi per il loro funzionamento.
Compiti principali di una organizzazione di salvataggio marittimo sono: a) assistere e salvare mezzi navali in difficoltà o sinistrati; b) portare in salvo naufraghi superstiti di mezzi navali sinistrati; c) su richiesta dei centri di soccorso aereo, offrire la cooperazione dei proprî mezzi per operazioni di soccorso ad aerei o a naufraghi di aerei, sinistrati in mare. Compiti secondarî sono: 1) cooperare con gli organi di assistenza sanitaria internazionale (quali il Centro radio medico internazionale, Croce rossa internazionale, ecc.) per il soccorso sanitario alle navi in navigazione, isole, ecc.; 2) cooperare con le altre organizzazioni di assistenza e soccorso nei casi di pubbliche calamità (terremoti, alluvioni, eruzioni, ecc.), realizzando i necessarî collegamenti marittimi.
In Italia la responsabilità del salvataggio marittimo è affidata ai comandi militari marittimi. Nei paesi dell'Europa settentrionale disimpegnano i compiti del soccorso in mare società private o nazionali di salvataggio. Nei paesi anglosassoni esistono le Coast Guards, organizzazioni incaricate di armare stazioni di salvataggio lungo le coste e di effettuare la vigilanza costiera. Il funzionamento di un'organizzazione di salvataggio marittimo è oggi basato su una perfetta cooperazione con l'organizzazione similare di soccorso aereo. In materia di salvataggio in mare si parla infatti generalmente di organizzazioni di soccorso aereo-marittimo (Sea-Air Rescue Organisations).
Tra i nuovi mezzi di salvataggio marittimo sono da annoverare i carri anfibî, impiegati per il salvataggio nelle vicinanze delle coste (fig.1).
Salvataggio (soccorso) aereo. - Per il soccorso aereo degli aeromobili, ovvero dei naufraghi di aeromobili incidentati, l'organo consultivo internazionale delle organizzazioni relative è il Sea-Air Rescue (SAR) in seno all'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile (ICAO).
Compiti principali dell'organizzazione sono: a) assistere o soccorrere aeromobili in difficoltà o sinistrati, o naufraghi di aeromobili; b) fornire la cooperazione dei proprî mezzi per il soccorso a navi in difficoltà o sinistrate, o a naufraghi di navi; c) fornire la cooperazione dei proprî mezzi per il soccorso a persone in difficoltà o in pericolo in zone desertiche o impervie. I compiti secondarî sono analoghi a quelli già enunciati per il salvataggio marittimo.
Il servizio di soccorso aereo è esteso a tutto il mondo ed è particolarmente sviluppato nelle regioni di denso traffico aereo, come negli Stati Uniti. L'Italia, situata al centro del Mediterraneo in una zona dove convergono numerose linee aeree internazionali e intercontinentali, possiede una efficiente organizzazione di aerosoccorso, consistente in un comando soccorso (con sede a Vigna di Valle) e in centri soccorso, dislocati per lo più in località marittime: La Spezia, Vigna di Valle (Bracciano), Elmas (Cagliari), Brindisi, Augusta, Milano. L'organizzazione italiana fa parte integrante dell'aeronautica militare.
I mezzi di cui ciascun centro dispone sono essenzialmente i velivoli (idrovolanti nei centri marittimi) appositamente attrezzati, con personale addestrato per il particolare compito di ricerca e soccorso. I centri marittimi dispongono anche di motoscafi d'alto mare. Inoltre essi sono collegati con i comandi marittimi, per disporre l'eventuale intervento di mezzi navali in porto o in navigazione. Se è il caso, viene richiesto l'intervento anche di uomini e mezzi dell'esercito, guardia di finanza, carabinieri e polizia, guardie forestali, Club alpino italiano, ecc. Tutti questi enti da parte loro sono tenuti a fornire al comando o ai centri soccorso qualsiasi notizia, che a loro pervenga, utile per la ricerca di aeromobili sinistrati. Condizione indispensabile per il rapido ed efficace funzionamento del servizio è l'efficienza e la prontezza dei collegamenti (telefonici, telegrafici, radio) tra il centro, gl'informatori e gli esecutori, ovunque essi si trovino. Sono all'uopo predisposti particolari impianti (linee esclusive) e previste agevolazioni nelle comunicazioni, anche nel campo internazionale. È altresì previsto l'ingresso, ed eventualmente l'atterraggio o l'ammaraggio, senza le solite formalità, dei velivoli e del personale di soccorso di uno stato in un altro stato, per compiere le operazioni di soccorso di cui trattasi.
Tra i mezzi nuovi di soccorso aereo sono da considerare gli elicotteri, le cui caratteristiche notoriamente sono tali da farne uno strumento ideale per l'accesso in località impervie, difficilmente raggiungibili con altri mezzi. Mezzi di salvataggio in dotazione normale ai velivoli destinati a volare sul mare sono i battelli di gomma; ne esistono di vario tipo e capacità, da quello individuale a quello per quindici persone, e sono sistemati sgonfi a bordo del velivolo, ottenendosi il gonfiamento rapidamente per mezzo di una bombola di anidride carbonica. I battelli stessi sono dotati di materiale per riparazioni, pagaie, mezzi di segnalazione, radio trasmittente (trasmettitore automatico di SOS), viveri, ecc. Quando la località ove si trovano i naufraghi non è accessibile, si provvede a lanciare dal velivolo il necessario materiale di soccorso per mezzo di speciali involucri muniti di paracadute, denominati aerorifornitori.
Carta di Salvataggio.
Vi sono carte fornenti agli enti operativi delle organizzazioni di salvataggio, dati per la realizzazione di operazioni di soccorso (carta di soccorso operativa) e carte in dotazione agli equipaggi di velivoli o navi, recanti indicazioni utili per superare, in navigazione difficoltosa, eventuali situazioni di pericolo (carta di salvataggio di navigazione). Esempî per le prime sono la Survival Chart adottata dagli enti operativi del Sea-Air Rescue Servic degli S.U.A. e fornente dati (grafici; correnti marine) per la valutazione della deriva di natanti o relitti; per le seconde, la Carta delle comunicazioni di soccorso, contenente (doc. Sar 133) indicazioni relative all'ubicazione, ai nominativi e alle frequenze di servizio delle stazioni radiotrasmittenti degli enti di assistenza alla navigazione e di soccorso di una determinata regione.
La Carta di naufragio (A. Metallo) realizzata in seno all'organizzazione di soccorso aereomarittimo italiana, studia le varie fasi del naufragio aereomarittimo e fornisce tutti i dati indispensabili per l'operazione di localizzazione di naufraghi alla deriva in aria (fase aerea del naufragio) ed in mare (fase marina).
La figura 2 illustra le fasi del naufragio aereomarittimo e l'operazione per determinare il centro e il raggio della zona di probabile esistenza di naufraghi e i raggi delle zone di successive ricerche. Lo schema riprodotto in figura è relativo al caso di naufragio puro aereomarittimo, cioè al caso di naufragio, in cui ogni variazione della posizione dei naufraghi è dovuta soltanto all'azione degli elementi della natura.
Si suppone nota la quota q dalla quale è avvenuto il lancio e le coordinate (ϕ, λ) del punto dell'incidente per mezzo dei messaggi R.T. di assistenza al volo. Tenuto conto della direzione e dell'intensità del vento, si determina con il diagramma A il punto in cui il paracadute è caduto in mare. In funzione del tempo necessario agli aerei di soccorso di portarsi sul luogo, il natante si è spostato dalla posizione iniziale per l'azione combinata del vento (scarroccio) e delle correnti marine (deriva). Il diagramma B dà la maniera di valutare, in miglia marine per ora, lo scarroccio in funzione delle caratteristiche del natante e delle condizioni del vento e del mare, date dai bollettini meteorologici; la deriva si stima con l'aiuto della carta delle correnti nella zona del naufragio e si risale, con questi elementi, all'ubicazione del natante. La posizione dei naufraghi, risultante dal calcolo degli spostamenti dianzi definiti, sarà assunta come centro del cerchio di probabile esistenza di naufraghi all'istante della determinazione della posizione; la lunghezza del raggio uguaglierà la somma dei probabili errori di navigazione del velivolo incidentato e di ricerca e quelli di valutazione degli spostamenti suddescritti (Ep errore di posizione di caduta, circa il 6% di l; Eds errore di valutazione deriva e scarroccio, circa 8% (d + s); Eni errore di navigazione aereo incidentato, 5% della distanza volata oppure un errore assoluto di 10 miglia se la posizione è stata determinata mediante rilevamenti radiogoniometri; Enr errore di navigazione dell'aereo di ricerca, 0,4 Eni per distanza uguale volata dall'aereo incidentato e da quelli di ricerca).
In funzione di questo errore totale (Et) in miglia marine, dal diagramma C si ricavano i valori dei raggi (Rp) delle zone di successive ricerche e le corrispondenti probabilità di contatto (le probabilità di contatto riportate nel diagramma C sono relative alla ricerca di battellini).