DE GREGORIO, Salvatore
Figlio del decoratore Nicola e fratello maggiore del pittore Francesco, nacque a Napoli nel 1859. Fonte principale per le poche notizie sugli inizi di questo decoratore e acquarellista è il De Gubernatis (1889), al quale ci si riferisce se non diversamente indicato. Allievo di Stanislao Lista, nel 1874 avrebbe partecipato alla decorazione di una sala del collegio "Attanasio". Dopo questa prima affermazione ebbe varie commissioni per decorare palazzi privati o edifici religiosi a Napoli (cappella del Purgatorio a Capodimonte) e in Calabria.
Esordì ufficialmente a Napoli nel 1877 alla Esposizione nazionale di belle arti con due quadri: Aspetta il marito e Mmo' vene mo' (ubic. ignota). Nel 1880 avrebbe stipulato un contratto con un M. Duhamel, per il quale avrebbe eseguito vari acquerelli poi rivenduti in Francia.
Partecipò a varie esposizioni della Società promotrice di belle arti di Napoli: nel 1883 con il quadro A chi vende e a chi sciupa (ill.in Il patrimonio artistico del Banco di Napoli, Napoli 1984, p. 432), nel 1884 espose Furto in chiesa (acquistato dalla Società promotrice e passato poi alla Provincia di Caserta), nel 1885 A monte l'arte quando l'anima non v'ha parte, nel 1888 il Rigattiere (entrambi acquistati dal Banco di Napoli) e Reduce da Dogali (ubicazione ignota), nel 1894 Triste romanzo (ubicazione ignota). Fece parte della commissione per gli acquisti alla Promotrice napoletana del 1890, ma si dimise per non sottostare alle numerose pressioni (cfr. lettera del D. in Cronaca partenopea, I [1890], 20, p. 2).
In quegli anni il D. si trasferiva a Catania: un quadretto, datato 1890, raffigura uno Stabilimento balneare della città (Roma, coll. Mario Sangiorgi). Come pittore da cavalletto, si dedicò soprattutto ai paesaggi e agli scorci; oppure girando per i teatri e i cabarets della città annotava impressioni (cfr. Rappresentazione di uno spettacolo, Roma, coll. Mario Sangiorgi). Più interessanti le imprese pubbliche fra cui la decorazione (oggi perduta) del cinema Olimpia (progettato da F. Fichera e inaugurato il 22 marzo 1913; G. Giarrizzo, Catania, Bari 1986, p. 190) e soprattutto quella del teatro Sangiorgi in via di Sangiuliano, (progettato da S. Giuffrida) eseguita fra il 1900 e il 1910 (Rocca, 1984, pp. 53 s.).
Nel 1898 il D. iniziò a progettare la decorazione del teatro, che si sarebbe inaugurato il 7 luglio 1900, eseguendo il bozzetto preparatorio per il Café chantant (Roma, coll. Mario Sangiorgi; ripr. in Rocca, 1984, ill. 81), in cui immaginò la sala gremita e lo spettacolo in atto e realizzò poi (1900) la decorazione inserendo motivi fioreali liberty entro ridondanti forme barocche. Con stucchi dorati a motivi fioreali incorniciò l'affresco al centro della sala, sopra il palcoscenico. Si occupò anche della decorazione del ristorante dove, come nell'altro ambiente, ai toni scuri alternò ornati dorati. Nel soffitto il D. eseguì, entro cornici inframmezzate da motivi fioreali e mascheroni, un finto mosaico con scene mitologiche.
Nel 1910, abbandonato il pastiche barocco, il D. eseguì per lo stesso teatro il bozzetto (Roma, coll. Mario Sangiorgi; ripr. in Rocca, 1984, ill. 82) per il cinema all'aperto, in cui la decorazione (realizzata ed oggi perduta) rifletteva un gusto ormai pienamente liberty, evidente anche nel quadro con Veranda della collezione Giuseppe Sangiorgi di Bari.
Il D. morì a Catania il 4 febbr. 1928.
Fonti e Bibl.: C. Abbatecola, Guida e critica della grande Esposizione nazionale di belle arti di Napoli del 1877, Napoli 1877, p. 277; A. De Gubernatis, Diz. ... degli artisti viventi, Firenze 1889, p. 166; E. Giannelli, Artisti napoletani viventi, Napoli 1916, p. 99; A. Rocca, Il liberty a Catania, Catania 1984, pp. 53 s., 79 nn. 19, 20; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XIV, pp. 579 s., s.v. Gregorio, Salvatore de; A. M. Comanducci, Diz. ill. dei pittori... ital. moderni e contemp., II, Milano 1971, p. 970.