GALLOTTI, Salvatore
Nacque a Gallarate, nei pressi di Varese, il 19 apr. 1853 da Francesco e Maria Buffoni.
Favorito dall'ambiente familiare, rivelò precocemente singolari doti musicali: fin dall'età di otto anni fece parte, tra i fanciulli cantori, della locale cappella musicale guidata da G. Colombo; a dieci anni intraprese lo studio del pianoforte con O. Luoni. Nel 1866, trasferitosi a Milano, entrò al conservatorio.
Terminati gli studi nel 1873, dopo un soggiorno parigino, durante il quale conobbe C. Saint-Saëns e J. Massenet, ottenne l'insegnamento di canto corale nella civica scuola popolare di Milano e poi la direzione della cappella della chiesa di S. Carlo.
Appunto per la cappella prese a comporre musica liturgica secondo la tradizione classica, in quanto attivo fautore del movimento per una riforma della musica sacra, di cui facevano parte, tra gli altri, O. Ravanello, L. Bottazzo, G. Tebaldini, G. Gallignani.
Ormai noto come compositore liturgico e direttore di coro, fu nominato maestro del coro del duomo, per interessamento del Gallignani, che dirigeva la cappella e che lo volle come suo vice. Nel 1892, quando il Gallignani lasciò, gli successe nella direzione.
In questa veste portò avanti il progetto del suo predecessore per la riforma della cantorie del duomo e favorì l'introduzione, ormai necessaria, del sistema elettropneumatico per gli organi esistenti. Nel 1915 istituì un corso biennale di canto gregoriano e ambrosiano, che però si interruppe dopo soli tre anni per l'insorgere di varie difficoltà, non ultime le precarie risorse economiche. Ripristinò l'uso di eseguire un repertorio a doppi cori, caduto in oblio, nonché il repertorio classico degli esponenti della grande tradizione polifonica quali T. L. da Victoria, Giovanni Pierluigi da Palestrina, F. e G.F. Anerio. Interessato all'attività delle altre cappelle musicali, compì frequenti viaggi in Germania e fu in contatto con studiosi di chiara fama, quali F.X. Haberl, I. Mitterer, J.G. Rheinberger.
Morì a Milano il 10 giugno 1928.
Poche sono le composizioni edite del G., mentre elevato è il numero di quelle inedite, scritte per il servizio liturgico della chiesa di S. Carlo e della cappella del duomo di Milano, e conservate prevalentemente negli archivi delle rispettive cappelle e nell'archivio storico. Si ricordano in particolare: Messa di S. Carlo a 6 voci e 2 organi; Missa pro defunctis a 6 voci dispari con il proprium in rito ambrosiano (eseguito al Pantheon di Roma, 1911; New York 1913); altre otto Messe a 3, 4 e 6 voci soliste per il rito romano e ambrosiano; circa 25 Antifone per la liturgia delle domeniche, del Natale e altre festività; offertori tra i quali Iubilate domino Deoa 2 voci dispari (Bergamo 1921); oltre cento ingressi, Post Epistulam, mottetti, Confractorii, inni. Fra le composizioni non liturgiche: Ginevra di Monreale, mai eseguita e dispersa; La Pentecosteper coro a 3 voci femminili, dall'inno di A. Manzoni, con accompagnamento di pianoforte (Milano 1892); Coro a due voci femminili, con accompagnamento di pianoforte e di armonium; la suite La battaglia di Lepanto.
Fonti e Bibl.: Necr. in Boll. ceciliano, XXIII (1928), p. 184; Arch. segr. Vaticano, Fondo Arch. Segreteria di Stato, 1909, rubr. 16: Lettera del G. al s. padre Pio X per ringraziarlo della benevolenza fattagli pervenire per il giubileo di direttore della cappella del duomo; T. Marusi, S.G., Milano 1921; A. Degani, I maestri cantori e la cappella musicale del duomo di Milano, Milano 1930, passim; F. Mompellio, La cappella del duomo dal 1734 ai primi decenni del '900, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 575 s.; L. Migliavacca, Preziosi autografi gallottiani, in Rass. gallaratese di storia e d'arte, XXX (1971), 4, pp. 157-164; R. Bossi, La vita e le opere di S.G., Gallarate 1965; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, IV, p. 136; C. Sartori, Catal. delle musiche della cappella del duomo di Milano, Milano 1957, pp. 192-199; H. Riemann, Musik Lexikon. Personenteil, p. 580; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, pp. 589 s.; Diz. encicl. della musica e dei musicisti. Le biografie, III, p. 106.