LO BIANCO, Salvatore
Nacque su un'imbarcazione in viaggio tra la Sicilia e Napoli, da Antonio e da Anna Calò, in una famiglia di origine siciliana e fu registrato all'anagrafe di Napoli il 10 giugno 1860. Salvatore, detto Turillo, crebbe nel quartiere dei pescatori a Mergellina, nel palazzo Torlonia, dove il padre prestava servizio come portiere e dove - intorno al 1870 - vennero ad abitare la famiglia russa Baranowski e lo zoologo tedesco A. Dohrn, oltre a un gruppo di artisti e scienziati. Su richiesta del padre, Dohrn nel 1874 accolse tra il personale di laboratorio della stazione zoologica (fondata appena, nel 1872) il giovane L., che manifestò subito la sua particolare attitudine all'osservazione naturalistica.
Nel 1881 Dohrn affidò il reparto di conservazione della stazione al L. che ne prese cura dimostrando grande assiduità, molto talento e un vero entusiasmo per la scienza (A. Dohrn, Attestato [marzo 1895], in Arch. stor. della Stazione zoologica di Napoli, A.1895.L). Il L. curava le relazioni con i pescatori del posto e decideva la distribuzione del loro pescato per i laboratori, gestendo il reparto di conservazione e l'acquario pubblico. In breve tempo divenne esperto della fauna e della flora marina e perfezionò i metodi di conservazione a tal punto che intere collezioni di animali, conservate in modo ottimale, potevano essere spedite in tutto il mondo.
Il L. è entrato nella storia della zoologia per i suoi meriti di "cronista" degli organismi marini del Mediterraneo, di conservatore e di maestro. Nel 1888 pubblicò la nota Notizie biologiche riguardanti specialmente il periodo di maturità sessuale degli animali nel golfo di Napoli (in Mittheilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel, 1888, vol. 8, pp. 385-440), cui fecero seguito un aggiornamento e un ampliamento rispettivamente nel 1899 (ibid., 1899, vol. 13, pp. 448-573) e nel 1909 (1909, vol. 19, pp. 385-440, 513-761).
In questa sede il L., sintetizzando perfettamente la sua ampia conoscenza faunistica e geologica, acquisita in molti anni di paziente lavoro di pesca e di conservazione, creò un inventario del golfo di Napoli unico nel suo genere. Nel descrivere la "Secca di Chiaia", per esempio, annotava: "Spiccatissima è l'importanza di questa secca, perché assai ricca di animali, che raramente si trovano in altri punti. Difficilissimo riesce di farne raccolta con la draga, e tutte le volte che si tentò, lo fu con risultati meschini, impari al lavoro e alle spese. Molto più abbondante è la preda che si ottiene a mezzo della "rete di posta" la quale distesa la sera e salpata la mattina, si riempie di animali in gran parte strappati agli scogli, ad esempio Spugne, Coralli, Briozoi etc." (ibid., 1909, vol. 19, p. 522).
Il L. si occupò, altresì, di problemi di pesca e di fenomeni naturali, come in L'azione della cenere caduta durante l'eruzione del Vesuvio dell'aprile 1906 sugli animali marini (ibid., 1906, vol. 18, pp. 73-104). Più in generale le sue pubblicazioni - una trentina in tutto - rivelano un attento osservatore, accurato nella descrizione dei dettagli tecnici e scientifici, e aggiornato sul dibattito in corso.
Per la perizia ampiamente dimostrata, Dohrn affidò al L. la consulenza scientifica per il magnate tedesco F.A. Krupp, che stava realizzando un grande progetto di esplorazione geografica del Mediterraneo: i risultati delle campagne del 1900 e del 1901 furono pubblicati nei saggi Le pesche pelagiche abissali eseguite dal Maja nelle vicinanze di Capri, ibid., 1901, vol. 15, pp. 413-482, e le Pesche abissali eseguite da F.A. Krupp col yacht "Puritan" nelle adiacenze di Capri e in altre località del Mediterraneo, ibid., 1903, vol. 16, pp. 109-280, tavv. 107-109, successivamente raccolti nel volume, splendidamente illustrato, Pelagische Tiefseefischerei der "Maja" in der Umgebung von Capri, Jena 1904. La campagna del 1902 raggiunse risultati di alto livello, ma la morte improvvisa di Krupp troncò l'operazione.
Grande attenzione ricevette anche la pubblicazione Metodi usati nella stazione zoologica per la conservazione degli animali marini (in Mittheilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel, 1890, vol. 9, pp. 434-474), che fu tradotta in varie lingue. Per tali meriti il L. fu insignito nel 1895, su proposta di S. Trinchese, della laurea honoris causa in scienze naturali dell'Università di Napoli.
"Turillo" diventato "Salvatore" e poi "Sig. Lo Bianco" ormai era per tutti "dottore": di indole gioviale e comunicativa egli era portato a trasmettere ciò che aveva da piccolo imparato "sul campo", in laboratorio e sul mare, ai ragazzi napoletani che continuavano a venire all'acquario per imparare la pesca a scopo scientifico e la conservazione di organismi marini. Nell'ambiente internazionale dei ricercatori della stazione zoologica e dell'acquario che costituiva una sorta di grande famiglia, il L. era un riferimento costante per Napoli.
Dal 1882 il L. ebbe l'incarico di svolgere corsi speciali di zoologia per ufficiali e medici delle Marine italiana, tedesca, russa e spagnola per istruirli nella conoscenza della fauna marina e nei metodi di conservazione degli organismi raccolti durante le circumnavigazioni del mondo.
Scrisse F. Raffaele: "Ricordate le pesche miracolose, le soste e i bivacchi improvvisati sulle nostre amene spiagge, a Cuma, a Ischia, a Capri, sulla penisola sorrentina, nelle luminose giornate? I ritorni alla luce delle stelle, allietati dai ritornelli popolari cantati a coro sulla tolda del piccolo Johannes Müller; dove erano uomini di ogni favella, spesso ignoti l'uno all'altro, soggiogati e affascinati, riuniti tutti in un'unica famiglia di allegri matti dal tocco magnetico dell'irresistibile duce, che, spropositando in tutte le lingue, si faceva capire da tutti e in tutti trasfondeva il suo inesauribile buon umore e il patrio idioma" (pp. 109 s.).
Nella notte tra il 9 e il 10 apr. 1910 il L. morì improvvisamente a Napoli di apoplessia cerebrale.
Lasciò una serie di esemplari conservati e molti disegni degli stadi larvali dei pesci ossei, eseguiti sotto la sua guida dagli artisti professionisti della stazione zoologica, C. Merculiano e V. Serino. Il materiale raccolto dal L. avrebbe costituito la base per l'imponente monografia Uova, larve e stadi giovanili di Teleostei (I-III, a cura di F. Bertolini et al., Napoli 1931-56), iniziata nel 1927 da un gruppo di studiosi italiani. Il L. era stato membro di varie accademie e società scientifiche, come la Società dei naturalisti di Napoli, la Società spagnola di scienze naturali, l'Accademia dei Lincei, l'Accademia Gioenia di Catania, la Società imperiale di Vienna, e ricevette onorificenze italiane, tedesche, russe e spagnole. Intorno al 1890 il L. aveva sposato Maria Caruso, da cui ebbe quattro figli, uno dei quali, Oscar, morì prematuramente nel 1907, una perdita che lo segnò profondamente (Verdinois).
Fonti e Bibl.: Nell'Archivio storico della Stazione zoologica A. Dohrn di Napoli si conservano pochi documenti scritti e molti disegni eseguiti su indicazione del L., e, nelle collezioni zoologiche, una cinquantina dei suoi preparati. Note biografiche si limitano ai meriti scientifici: F. Raffaele, Comm. di S. L., in Boll. della Società dei naturalisti in Napoli, XXII (1910), pp. 99-112 (con parziale bibl.); O. Polimanti, In Memoriam S. L., in Arch. di farmacologia sperimentale e scienze affini, X (1910), pp. 309-314 (con parziale bibl.). Sulla storia di "Turillo" si veda: H. Eisig, Arnold Lang und die Zoologische Station in Neapel, 1878-1885, in Aus dem Leben und Wirken von Arnold Lang, Jena 1916, pp. 56-126; F. Verdinois, Il figlio del portinaio, in Il Roma della Domenica, 9 ag. 1925, p. 1; Th. Heuss, A. Dohrn: a life for science, a cura di Chr. Groeben, Berlin 1991, pp. 173-175.