MANDRUZZATO, Salvatore
Nato a Treviso il 13 dic. 1758 da Francesco e da Andrianna Signoretti, negozianti, dopo essere rimasto orfano all'età di due anni fu affidato alle cure di uno zio paterno, che in seguito lo avviò allo studio delle lettere presso il seminario vescovile della sua città. Trasferitosi a Venezia, nel 1776, per apprendere i primi rudimenti della chimica presso un parente farmacista, otto anni più tardi si iscrisse ai corsi di filosofia e medicina dell'Università di Padova: qui, allievo, tra gli altri, di L.M. Caldani, successore di G.B. Morgagni nella direzione della cattedra di anatomia, e del riorganizzatore della didattica clinica A. Comparetti, conseguì la laurea il 9 maggio 1788. Dopo un biennio trascorso a Pavia per ampliare e approfondire le conoscenze di chimica e di medicina pratica, il M. fece ritorno a Padova il 2 marzo 1790, chiamatovi dai Riformatori dello Studio per coadiuvare nell'insegnamento, in collaborazione col chirurgo A. Ghirardi, l'ormai anziano docente G. Mingoni, titolare della cattedra "Ad exercendam medicinam practicam in thermis patavinis".
La cattedra, istituita nel 1767 per la valorizzazione delle terme di Abano, era stata affidata a Mingoni, che aveva saputo distinguersi soprattutto in virtù delle proprie capacità organizzative, ma che era rimasto ancorato a una semplice classificazione empirica dei pazienti ai quali potesse giovare la crenoterapia, accompagnata a una malcelata diffidenza nei confronti della chimica. A tale impostazione il M., assunto l'incarico, contrappose un nuovo indirizzo metodologico, basato prevalentemente sulla razionale valutazione clinica, che, imprimendo subito un felice impulso qualitativo alla didattica, assicurò al giovane docente un lusinghiero successo: divenuto titolare dell'insegnamento l'8 luglio 1797, dopo la morte di Mingoni, ebbe il privilegio di poter dettare le lezioni, fino ad allora consentite solo ad Abano durante i mesi estivi, anche al Bo, nella sede universitaria centrale.
La carriera accademica del M., tuttavia, iniziata quando la Serenissima era al tramonto, durante il periodo in cui si alternavano nel Veneto le occupazioni militari francese e austriaca, si svolse tormentata e incerta: assunto nel 1790 col solo privilegio dell'esenzione dai dazi, sette anni più tardi, con l'assegnazione della cattedra, il governo provvisorio gli conferì un regolare stipendio; questo, tuttavia, gli fu revocato dalla subentrata amministrazione austriaca, che gli garantì nuovamente la sola esenzione dai dazi; il 10 genn. 1801, con il ritorno dei Francesi, riottenne, con gli arretrati, i suoi diritti, che perse nuovamente con la successiva occupazione austriaca. Una relativamente duratura stabilizzazione della sua posizione parve realizzarsi nel 1805, ancora una volta con l'affermarsi delle fortune dei Francesi: soppressa la vecchia cattedra, fu nominato titolare dell'insegnamento di chimica farmaceutica e, dal 1813 al 1814, sindaco della facoltà medica. Acquisiti nell'ambiente universitario ascendenze e prestigio, quando nel 1815 la chimica farmaceutica fu accorpata, in un'unica disciplina, alla chimica generale, il M. divenne professore emerito. Mantenne, comunque, un costante rapporto con l'ambiente termale, ove si trasferiva regolarmente durante l'estate: proprietario e conduttore degli stabilimenti, ne esercitò le funzioni di ispettore fino al 1817 quando fu nominato imperial regio ispettore delle Terme G.M. Zecchinelli, col quale molto più tardi, nel 1831, ebbe modo di polemizzare in merito alla composizione chimica di alcuni fanghi.
Alle attività didattica e di medico termalista, il M. affiancò quelle di studioso e di redattore di apprezzati scritti scientifici. Nelle opere che dette alle stampe appare evidente l'importanza che attribuiva alla chimica, la cui conoscenza al volgere del secolo era ritenuta fondamentale per lo studio del termalismo.
Dopo il primo saggio Alcune idee sopra la riforma delle farmacie, edito a Padova nel 1786, il M. pubblicò la sua opera principale, il trattato Dei bagni di Abano, in tre volumi corredati da importanti illustrazioni (ibid. 1789, 1793, 1804): una erudita dissertazione sulle caratteristiche del territorio euganeo e delle terme di Abano, sul ruolo del termalismo nel campo medico e in quello economico, sulla necessità di approfondire le conoscenze fisiche e chimiche delle acque e del loro valore terapeutico, che lo impose all'attenzione della comunità scientifica. Ancora alla valorizzazione del termalismo non soltanto per l'aspetto specialistico, ma anche per la possibilità di influenzare turismo e industria, improntò la sua Prolusione pel suo ingresso alla cattedra P. P. alle terme di Abano letta il giorno 28 febbr. 1801 (ibid. 1801), mentre preziosi contributi alla storia del termalismo euganeo e allo studio della composizione di quelle acque furono le sue analisi fisico-chimiche, fedeli documenti dell'evoluzione della metodologia della ricerca, esposte nella memoria intitolata Sulla improvvisa sboccatura di un copioso getto di acqua termale dalla collinetta detta il Montiron ai bagni di Abano, e sullo zolfo cristallizzato e polveroso ritrovato all'intorno a quelle sorgenti termali (Treviso 1818). L'accennato contrasto che lo vide in polemica con Zecchinelli fu poi all'origine di altri vivaci contributi: Considerazioni sopra le communicazioni di tre fatti fisici, relativi alle terme padovane del dr. G.M. Zecchinelli (Venezia 1832), e Nuove considerazioni( (ibid. 1833). Interessante, soprattutto in relazione ai costumi del tempo, fu il suo saggio di etica medica Galateo pegli ammalati, edito a Bergamo nel 1821.
Tra gli altri scritti del M. si ricordano: Del clima e dell'aria de' bagni di Abano, Padova 1802; Prodromo alla terza parte del trattato dei bagni di Abano, ibid. 1804; Della facoltà febbrifuga e delle altre virtù medicinali del santonico, Udine 1805; Prolusione alla cattedra di chimica farmaceutica nella R. Università di Padova, Padova 1807; Dell'unicità del calorico e della sua azione, non meno che di quella dell'umor prolifico nello sviluppo de' germi, e nell'economia animale, in Memorie della Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, 1809, pp. 58-74; Illustrazioni ed analisi delle fonti minerali di Ceneda, Padova 1825; Notizie sulle fonti marziali di Sacile, ibid. 1827.
Il M. ricoprì anche cariche nella medicina pubblica: membro della direzione di polizia medica fin dal 1811, quando fu istituito questo ufficio, fece parte del Collegio elettorale dei dotti del Regno d'Italia. Appartenne a varie istituzioni scientifiche: socio degli atenei di Venezia, Udine e Treviso, nell'Accademia patavina ricoprì i ruoli di alunno dal 2 giugno 1785, di urbano dal 26 maggio 1791, di pensionario dal 28 maggio 1795, divenendone infine presidente dal 1807 al 1808 ed emerito dal 21 febbr. 1832.
Il M. morì a Padova l'11 febbr. 1837.
Fonti e Bibl.: A. Galvani, Sulla vita e sugli scritti di S. M.: memoria letta nell'Ateneo di Treviso nella tornata del 6 luglio 1837, Padova 1837; A. Meneghelli, M. (S.), in E. De Tipaldo, Biografia degli Italiani illustri nelle scienze, lettere ed arti, VIII, Venezia 1841, pp. 291-293; E. Mameli - U. Carretta, Due secoli di indagini fisiche e chimiche sulle acque minerali ipertermali, sui fanghi e sui gas euganei, in Atti e memorie dell'Accademia patavina di scienze lettere ed arti, LXVI (1953-54), p. 11; B. Bertolaso, Sulla cattedra "Ad Thermas Aponenses" (1768-1806) nello Studio padovano, in La Clinica termale, XIII (1960), pp. 72-77; L. Premuda, La medicina, in Storia della cultura veneta, 5, Il Settecento, II, a cura di G. Arnaldi - M. Pastore Stocchi, Vicenza 1986, pp. 258-264; Id., Il termalismo euganeo: aspetti storici, in Acta medicae historiae Patavina, XXXV-XXXVI (1988-90), pp. 39-58; P. Caracci, Delle facoltà del santonico. Epistolario fra il conte Fabio Asquini e il dottor S. M., in Le scienze mediche nel Veneto dell'Ottocento. Atti del primo Seminario di storia delle scienze( 1989, Venezia 1990, pp. 195-204; V. Giormani, S. M., in Professori di materie scientifiche all'Università di Padova nell'Ottocento, a cura di S. Casellato - L. Pigatto, Trieste 1996, pp. 103-105; A. Bassoni, Giuseppe Mingoni, in Professori e scienziati a Padova nel Settecento, a cura di S. Casellato - L. Sitran Rea, Treviso 2002, pp. 581-588; A. Hirsch, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärzte, IV, p. 53.