MUZZI, Salvatore
– Nacque a Bologna il 14 marzo 1807 da Giuseppe, maestro elementare, e da Maria Ferrarini. Ebbe quattro fratelli, fra cui Antonio (1815-94) che fu pittore e docente all’Accademia delle belle arti di Bologna.
Laureatosi a Bologna in matematica e in filologia (De Gubernatis, 1880), dopo aver lavorato per il Catasto (Albacini, 1885, p. 10), insegnò materie letterarie presso l’istituto privato diretto da Camillo Minarelli (nel quale egli stesso si era formato).
Oltre a pubblicazioni d’occasione (per es. una poesia su foglio volante A Gustavo Modena pel suo arrivo in Bologna nel febbraio 1831: v. Sorbelli, 1927, pp. 41 s.) e alla collaborazione con la Gazzetta privilegiata di Bologna (soprattutto con necrologi e biografie), diede alle stampe alcuni testi narrativi nell’Almanacco statistico archeologico bolognese (in particolare, tra il 1836 e il 1842): Annibale Bentivoglio nel castello di Varano: novella storica; Virginia Galluzzi: novella in tre scene; La battaglia di Fossalta (1249): narrazione storica; Azzo Galluzzi: episodio storico.
Dopo aver partecipato con profili biografici (fra cui Benjamin Franklin e s. Vincenzo de’ Paoli) a Storie e ritratti di uomini utili benefattori dell’umanità (Bologna 1835), nel 1837 pubblicò le Cento novelline morali pei fanciulli (ibid.), cui tenne dietro una seconda edizione (1840) nella quale apportò sostanziali correzioni ai testi narrativi (metà dei quali traduzioni da Cristoph von Schmid): ispirandosi a diversi precedenti (dalle Facezie di Domenichi al Lysimaque di Montesquieu), propose un modello morale all’insegna dei più tradizionali precetti cattolici. Tra le copiose ristampe successive (molte per Zanichelli), si segnala l’edizione milanese del 1870, nella quale inserì tre nuovi racconti.
Insieme alle Cento novelline, l’opera di maggiore rilievo furono gli Annali della città di Bologna dalla sua origine al 1796 (I-VIII, Bologna 1840-46), nei quali, avvalendosi di numerose fonti (e in particolare degli Annali di Ludovico Savioli), ricostruì la storia della città felsinea a partire dall’anno 1116. Accanto agli studi storico-eruditi, coltivò inoltre un costante interesse per le arti figurative, come testimoniano – oltre agli articoli editi dal 1835 nella Gazzetta privilegiata e dal 1839 ne La Farfalla – le Notizie intorno al pittore Domenichino (ibid. 1841), nonché le Notizie storiche di quattro insigni dipintori (ibid. 1844: su Guido Reni, Lodovico Carracci, Raffaello, Domenichino).
A tali scritti affiancò pubblicazioni sul patrimonio storico-artistico locale (Illustrazione della galleria di quadri in Bologna nel palazzo Rusconi già Pietramellara, ibid. 1844), con attenzione soprattutto agli edifici ecclesiastici; partecipò all’opera collettanea Le chiese parrocchiali della città e diocesi di Bologna ritratte e descritte (I-IV, ibid. 1844-51) e, inoltre, curò l’edizione della Storia romana dalla sua origine alla venuta di Gesù Cristo, rappresentata in 110 dei principali avvenimenti di quel periodo storico, inventati dal celebre Bartolommeo Pinelli (I-III, ibid. 1839-49).
Unitosi in matrimonio nel 1837 con Angela Campeggi (Albacini, 1885, p. 10), fu a lungo impegnato nell’attività di insegnamento, producendo testi specificamente destinati al pubblico scolastico (Breve trattato di cronologia pei fanciulletti, ibid. 1838; e un compendio della Storia romana di Pellegrino Farini, ibid. 1846), e diede alle stampe i discorsi tenuti per gli studenti dell’istituto Minarelli (per l’elenco completo: Tortorelli 2006).
Fallito, nel 1845, il tentativo di essere nominato segretario dell’Accademia di belle arti (della quale fu socio onorario), in quello stesso anno ottenne un impiego presso la segreteria del Comune di Bologna che, tuttavia, non gli impedì di proseguire alacremente l’attività pubblicistica. Oltre a comporre alcuni libelli celebrativi per nozze, da un lato continuò a redigere biografie (Notizie sulla vita e sulle opere di Mauro Berti, ibid. 1842; Il professor… Giambattista Magistrini, ibid. 1849; Notizie biografiche intorno… Gioachino Mugnoz, ibid. 1849), dall’altro intraprese nuove collaborazioni con riviste e giornali, fra cui il periodico toscano Letture di famiglia (Gaudioso, 1922, p. 27) e i bolognesi L’Eco (dal 1847) e L’Unità, quest’ultima espressione dei cattolici moderati vicini a Pio IX.
Poligrafo instancabile, negli anni Cinquanta non trascurò il fronte della letteratura per l’infanzia (Pregi e virtù: esempi storici, Bologna 1851) e delle pubblicazioni scolastiche (Piccola guida allo scriver lettere compilata per uso de’ fanciulli, contenente un Breve trattato di stenografia, nonché l’edizione annotata, insieme a Pietro del Rio, delle Regole elementari della lingua italiana di Basilio Puoti, entrambi ibid. 1852, cui seguì Il mondo sotterraneo: notizie di geologia…, ibid. 1857), ma al tempo stesso irrobustì i filoni già cospicui sia degli scritti sul patrimonio storico-artistico bolognese (Memorie sul santuario della B.V. della Pioggia e sull’orfanotrofio di S. Bartolomeo di Reno, ibid. 1851; Nuova guida di Bologna, ibid. 1857), sia dei lavori eruditi (Dizionario geografico universale, ibid. 1854; Vocabolario antico-geografico…, ibid. 1858).
Divenuto addetto alla segreteria dell’Assemblea costituente delle Romagne, e passato quindi a lavorare per l’Intendenza generale del governo, nel 1860, per volere di Luigi Carlo Farini, fu nominato segretario presso il ministero dei Lavori pubblici a Modena (forse in virtù di un ammorbidimento delle sue posizioni filopontificie: Tortorelli, 2006, p. 177). L’anno seguente fu trasferito a Torino presso la Direzione generale delle Poste del Regno (per le quali compilò un Dizionario geografico-postale, Torino 1863); per poi spostarsi (insieme con la sede del governo) a Firenze e a Roma.
Oltre alle prose celebrative (fu tra gli autori dell’Albo a memoria dell’augusta presenza di n.s. Pio IX in Bologna l’estate dell’anno 1857, Bologna 1858), alle iscrizioni, ai libretti per nozze e a una raccolta di versi per fanciulli (Il lieto augurio, Torino 1862), il frutto più rilevante di questo periodo furono i saggi La stampa in Bologna. Sommario storico (Bologna 1869) e I primi bolognesi che scrissero versi italiani… (Torino 1863, poi Bologna 1875), quest’ultimo aspramente criticato da Carducci.
A ciò si aggiunsero ancora scritti di impianto morale-pedagogico: Le quattro gemme d’un villaggio: racconto morale Torino 1864; Figli del popolo venuti in onore (ibid, 1867); Storielle e parabole (ibid. 1869); Letture ad uso delle scuole di campagna (ibid. 1869); Dialoghetti istruttivi scritti pei fanciulli studiosi e dabbene (Bologna 1872).
A partire dagli anni Sessanta concentrò con maggiore sistematicità i suoi sforzi sulla stesura di biografie, dando alle stampe le Notizie di quattro donne eccellenti nelle dottrine dell’armonia e nella sociale convivenza (ibid. 1864), curando nel 1867 una specifica rubrica («Uomini benemeriti») per la Rivista bolognese di scienze lettere e arti, e soprattutto allestendo la raccolta delle Vite d’Italiani illustri da Pitagora a Vittorio Emanuele II (come recita il titolo della definitiva 3ª ed., ibid. 1880).
Negli ultimi anni della sua esistenza, oltre a un contributo in prosa per l’Album di omaggio letterario ad Alessandro Manzoni… (Roma-Firenze 1874), pubblicò a Firenze nel 1875 le Leggende e narrazioni tratte da soggetti italiani (in cui, a metà tra saggistica e trasfigurazione letteraria, ripercorse alcune tappe della storia d’Italia), senza rinunciare agli scritti legati al contesto locale (Nuovissima guida per la città di Bologna e suoi dintorni, Bologna 1876; Privata galleria di pittura in Bologna, ibid. 1876).
Morì a Bologna il 29 luglio 1884.
Opere (oltre a quelle già citate): Quattro strambotti sulla vita di G.C. Croce…, in Almanacco statistico bolognese…, Bologna 1838; Iacopo il Sellaio e nove duecentisti…, ibid. 1839; Miscellanea artistica, scientifica e letteraria, ibid. 1843; Piccola guida allo scrivere lettere… per uso delle fanciulle, ibid. 1851; Gli estremi casi della famosa Beatrice Cenci rappresentati in dieci tavole dal celebre incisore B. Pinelli…, ibid. 1861; Mio nonno e mio padre. Cenni biografici, Bologna 1866; Manuale di civile convivenza, Torino 1869; Nozioni di cose fisiche…, Milano 1872; Il mondo celeste…, Firenze 1873; Compendio della storia di Bologna, Bologna 1875.
Fonti e Bibl.: Per donazione familiare, dal 1913 la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna conserva un fondo Salvatore Muzzi che contiene, tra l’altro, autografi di opere teatrali (soprattutto commedie, datate a partire dal 1825 e molte delle quali solo abbozzate) e di testi per arie e cantate; e inoltre minute di poesie comprese tra il 1827 e il 1878 (anche in dialetto bolognese), biografie, necrologi, documenti vari a stampa e manoscritti (per es. di poesie di Giannina Milli) e lettere (per es. di Giuseppe Aurelio Costanzo, Giannina Milli, Carlo Pepoli, Atto Vannucci). C. Albicini, II Agosto MDCCCLXXXV. Commemorazione di S. M., Bologna 1885; A. De Gubernatis, Diz. biografico degli scrittori contemporanei, II, Firenze 1880, p. 1220; T. Gaudioso, Il giornalismo letterario in Toscana dal 1848 al 1859, Firenze 1922, p. 27; A. Sorbelli, Opuscoli stampe alla macchia e fogli volanti riflettenti il pensiero politico italiano (1830-1835)…, Firenze 1927, pp. 41 s., 107, 122; G. Carducci, Opere, VIII, Studi sulla letteratura italiana dei primi secoli, Bologna 1956, pp. 133, 217-221; E. Bottrigari, Cronaca di Bologna, a cura di A. Berselli, I, Bologna 1960, pp. 16, 225; G. Passano, I novellieri italiani in prosa, II, Bologna 1965 (rist. anast.: Torino 1878), pp. 455-459; P. Neri, Il giornalismo bolognese nel periodo post-unitario, in L’Archiginnasio, LVIII (1963), pp. 250-396 (con partic. riferimento p. 373); M. Fanti, Consistenza e condizioni attuali delle raccolte manoscritte della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio, ibid., LXXIV (1979), pp. 25 s.; E. Farioli, Ufficialità accademica e critica d’arte militante a Bologna nell’Ottocento, in Dall’Accademia al Vero. La pittura a Bologna prima e dopo l’Unità, a cura di R. Grandi, Bologna 1983, pp. 31-42; D. Felice, Montesquieu in Italia (1800-1985). Studi e traduzioni, Bologna 1986, p. 32; Diz. dei Bolognesi, a cura di G. Bernabei, Bologna, 1989-90, II, pp. 375 s.; G. Tortorelli, S. M. (1807-1884), un mediatore della cultura nella Bologna dell’Ottocento, in Id., Il torchio e le torri. Editoria e cultura a Bologna dall’Unità al secondo dopoguerra, Bologna 2006, pp. 153-183 (con bibliogr. degli scritti di M.).