ORTU CARBONI, Salvatore
ORTU CARBONI, Salvatore. – Nacque a Sassari il 7 gennaio 1859, da Giovanni e da Angela Antonica Carboni.
Presa la licenza liceale si iscrisse alla facoltà di matematica dell’Università di Napoli, dove ebbe tra i docenti Giuseppe Battaglini, Achille Sannia, Dino Padelletti. Dopo aver conseguito la laurea con una tesi in geometria superiore, ricevette da Ettore Caporali la proposta di nomina ad assistente di geometria, ma nel 1884 preferì l’insegnamento di matematica nel ginnasio di Sassari. Nel 1885 si trasferì all’Istituto nautico di Cagliari, poi agli Istituti tecnici di Foggia nel 1886, di Alessandria dal 1887 al 1890, di Modena dal 1890 al 1892, di Sondrio dal 1892 al 1895, di Piacenza dal 1895 al 1901 e infine di Genova nel 1902, avendo vinto la cattedra di matematica. Ricoprì diversi incarichi affidatigli dal ministero della Pubblica Istruzione e da altri enti d’istruzione.
Sposò Gemma Zelma di Ferrara, dalla quale ebbe nel 1892 la figlia Antonica Anna, e nel 1900, in seconde nozze, Neny Abramo di Venezia, dalla quale ebbe Tullio, Vera ed Elia.
Fra il 1885 e il 1902 si occupò di problemi didattici – ordinamento generale degli studi di matematica nelle scuole secondarie, questioni professionali degli insegnanti, organizzazione delle istituzioni scolastiche – scrivendone sul Periodico di matematica, la Scuola secondaria italiana, Il professore. Recensì la prima traduzione italiana del Trattato sulle equazioni differenziali di Andrew Russel Forsyth, uscita a Livorno nel 1901 (in Periodico di matematica, XVI [1901], pp. 315-317) e si interessò di storia delle matematiche. Pubblicò apprezzati testi per l’insegnamento (per esempio: Geometria descrittiva ed alcune sue applicazioni, I-II, Torino 1894-96; I complementi dell’algebra elementare, Livorno 1900; Planimetria e stereometria elementari, I-II, ibid. 1900-01). Nel 1901, al II Congresso dell’Associazione Mathesis, discusse su Insegnamento della matematica elementare nelle scuole complementari, normali, classiche e istituti tecnici e presentò una relazione su L’insegnamento della matematica nelle scuole e negli istituti tecnici; mentre nel 1909, al II Congresso della Mathesis Società italiana di matematica, si occupò di Riforme e ritocchi ai programmi scolastici nelle scuole secondarie.
Nel 1904 ebbe l’incarico di matematica presso la Scuola superiore d’applicazione di studi commerciali di Genova, istituita nel 1984 e dipendente dal ministero di Agricoltura, Industria e Commercio; nel 1909 divenne professore straordinario di matematica finanziaria e nel 1912 ordinario.
Dai primi del Novecento si occupava di applicazioni della matematica a problemi finanziari e attuariali, da lui sviluppate in modo organico e sistematico sulla base di nozioni fondamentali di analisi matematica. Nel 1907 pubblicò Matematica finanziaria per i tipi dell’editore Paravia di Torino, contenente un originale approccio alla disciplina con uso dell’analisi algebrica finita e del calcolo infinitesimale.
Scrisse nello stesso periodo lavori sugli insegnamenti caratterizzanti le scuole superiori di commercio e note con contributi originali alla soluzione di importanti questioni di matematica finanziaria e attuariale, in gran parte pubblicati sulla Rivista italiana di ragioneria.
Nel 1915, ampliando la versione del 1907, pubblicò il Trattato di matematica finanziaria (Milano, Vallardi, poi ristampato nel 1929) contenente una teoria matematica dell’interesse, applicazioni (come operazioni elementari della pratica commerciale; conti correnti a interesse composto, debito unico e scadenze; rendite e altre annuità, temporanee o perpetue, costanti o variabili) e trattazioni di questioni sui prestiti.
Agli argomenti matematici, convinto sostenitore come fu di un corso di matematica in tutte le scuole superiori, dedicò un testo separato: Complementi di matematica (Roma, Athenaeum-Vallardi, 1920) dove presentò teorie di analisi algebrica, nozioni di geometria analitica, elementi di calcolo infinitesimale, calcolo delle probabilità e calcolo numerico.
Nel 1920 e in vari anni successivi fu docente del corso di matematica presso l’Istituto superiore di studi commerciali di Genova. Nel 1926 pubblicò il volume Matematica e tecnica attuariale. Assicurazioni su la vita umana (Roma, Athenaeum-Vallardi).
«L’opera […] s’inizia appunto con una chiara premessa sull’assicurazione in generale, su persone o su cose, dando per una qualunque collettività di rischi simili, per la quale sia ammessa una funzione di probabilità, l’espressione del corrispondente premio unico. […] Contiene altresì un istruttivo confronto fra assicurazioni e giuochi d’azzardo. L’autore illustra poi, con opportuna ampiezza, l’importanza della base demografica, oltreché di quella finanziaria, negli studi attuariali […]» (Del Vecchio 1955, p. 14).
Per l’incarico di statistica metodologica e demografica, che ebbe dal 1916 al 1934, scrisse Sinossi delle lezioni di metodologia statistica e demografica dettate nell’anno accademico 1920-21 (litografia, R. Istituto superiore di studi commerciali in Genova). Tenne anche corsi per le specializzazioni in aziende marittime e assicuratrici, economia e amministrazione industriale, magistero di ragioneria e computisteria, ragioneria professionale e amministrazioni pubbliche.
Dal 1921 al 1927 fu direttore dell’Istituto superiore di scienze economiche e commerciali, sorto nel 1913 dalla trasformazione della Scuola superiore d’applicazione di studi commerciali di Genova, e per alcuni periodi tra il 1927 e il 1930 ne fu direttore supplente. Promosse attività scientifiche e didattiche costantemente aderenti alla realtà e alle concrete necessità commerciali ed economiche dell’ambiente genovese e italiano. Sostenne l’opportunità dell’istituzione di una laurea in scienze economiche industriali e marittime.
Dal 1919 al 1930 diresse con Filadelfo Insolera il Giornale di matematica finanziaria. Fu socio effettivo dell’Istituto italiano degli attuari fin dalla fondazione (1929).
Concluse la carriera nel 1934. Enrico Lenzi gli successe nella cattedra di matematica finanziaria.
Morì a Genova il 6 novembre 1939.
Fonti e Bibl.: Genova, Archivio dell’Università, f. Salvatore Ortu Carbone; Quaderno del personale della Facoltà di economia e commercio; F. Insolera, S. O.C., in Giornale di matematica finanziaria, XXI-XXIV (1939), 2, pp. 37-40; E. Lenzi, Necrologio di S. O.C., in Annuario dell’Università di Genova, a. a. 1939-40, Genova 1940, pp. 389-391; Necrologio di S. O.C., in Giornale dell’Istituto italiano degli attuari, XI (1940), 11, pp. 138 s.; F. Insolera, Sull’insegnamento della matematica finanziaria negli istituti superiori di commercio, in Giornale di matematica finanziaria, IV (1922), 4, pp. 154-160; Studi in onore del professore S. O.C., Roma 1935, pp. IX-XXIV; Onoranze al prof. S. O.C. e al prof. Enrico Lenzi dell’Ateneo genovese, in Giornale di matematica finanziaria, s. 4, XXXVII (1955), 1: in particolare F. Insolera, Premessa, pp. 1 s. ed E. Del Vecchio, Due maestri dell’Ateneo genovese, pp. 7-24; G.F. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello stato unitario, in Memorie dell’Accademia delle scienze di Torino. Classe di scienze fisiche matematiche e naturali, s. 4. t. I, 1962, pp. 1-120; Dalla Scuola superiore di commercio alla facoltà di economia: un secolo di elaborazione scientifica e di attività didattica al servizio dell’economia genovese (1884-1986), a cura di P. Massa Piergiovanni, Genova, 1992, p. 678; L. Daboni - L. Peccati, Matematica attuariale e matematica finanziaria, in La matematica italiana dopo l’Unità. Gli anni tra le due guerre mondiali, a cura di S. Di Sieno - A. Guerraggio, P. Nastasi, 1998, p. 649-670; M.S. Rollandi, L’insegnamento della storia economica a Genova nei primi decenni del Novecento, in Bollettino dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia, XXXVI (2001), 265-299; A. Guerraggio - P. Nastasi, Italian mathematics between the two World wars, Basel 2005, pp. X, 299; La Facoltà di economia. Cento anni di storia, a cura di R. Cagiano De Azevedo, Cosenza 2006, p. 895; A. Guerraggio-P. Nastasi, L’Italia degli scienziati. 150 anni di storia nazionale, Milano 2010, p. 325.
Si ringrazia Paola Massa Piergiovanni dell’ Accademia Ligure di scienze e lettere di Genova.