QUASIMODO, Salvatore
Poeta, nato a Modica il 20 agosto 1901. Avviato agli studî tecnici, apprese poi da sé le lingue classiche. Insegna letteratura italiana nel Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Milano.
Formatosi nel gusto della poesia ermetica (v. ermetismo, in questa App.) fra Ungaretti e Montale, più vicino a quello per l'essenzialità quasi epigrammatica dell'espressione, per l'altezza del tono, più affine a questo per le soluzioni paesistiche del suo analogismo, il Q. è venuto temperando tali influssi originarî in un linguaggio poeticamente sempre più autonomo, che libera quella sua densa e dolente sensualità in trepide visioni di terre, acque, stagioni, in un'aura arcanamente memore di metamorfosi e di miti (Acque e terre, Firenze 1930; Oboe sommerso, Genova 1932; Odore di Eucalyptus ed altri versi, Firenze 1933; Erato e Apollion, Milano 1936; Poesie, ivi 1938; Ed è subito sera, ivi 1942; Giorno dopo giorno, ivi 1947). Le sue recenti versioni da Virgilio (Il fiore delle Georgiche, Milano 1942; n. ed., 1944) e soprattutto dai Lirici greci (ivi 1940; n. ed. 1944), rispondendo a quell'ansia o nostalgia di classiche armonie, hanno dato a cotesto linguaggio una leggerezza preziosa, come di cosa nuova in cui traluce l'antico: e però hanno spesso valore di poesia originale, della sua più felice.
Bibl.: E. Montale, in Pègaso, marzo 1931; C. Bo, Otto studi, Firenze 1939; A. Gargiulo, Lett. ital. del Novecento, ivi 1940; G. De Robertis, Scrittori del Novecento, ivi 1940; O. Macrì, Esemplari del sentimento poetico contemp., ivi 1941; S. Solmi, prefaz. a Ed è subito sera, cit.; L. Anceschi, Saggi di poetica e di poesia, Firenze 1942; id., introduz. a Lirici greci, cit.; S. F. Romano, Poetica dell'ermetismo, Firenze 1942.