SALVIA (lat. scient. Salvia da salvare, "salvare, sanare", per le virtù mediche attribuite specialmente alla S. officinalis L.; fr. sauge; sp. salvia real; ted. Salbei; ingl. sage)
Genere di piante della famiglia Labiate (Linneo 1735), comprendente erbe, suffrutici e frutici a foglie intere, dentate, lobate o pennatosette trasformantisi in brattee, a volte colorate, all'ascella delle quali si trovano i fiori in falsi verticilli costituenti uno spicastro. Calice zigomorfo, tubuloso o campanulato, bilabiato, e tale è pure la corolla a tubo con o senza nettarostegio, violacea, rosea o bianca qualche volta nei varî individui di una stessa specie, e anche di un rosso paonazzo intenso insieme con le brattee, come in S. splendens Ker-Gawl. appunto perciò largamente coltivata. Stami 4, due dei quali rudimentali o mancanti, due fertili a logge allontanate dal connettivo assai sviluppato, articolato col filamento e diviso in due bracci di leva, il superiore a loggia fertile, l'inferiore a loggia sterile o anche rudimentale (apparecchio a bilanciere in rapporto con le visite d'insetti pronubi e, quindi, con l'impollinazione incrociata). Specie circa 500 delle regioni temperate e calde dei due emisferi, 13 delle quali in Italia; tra queste la Salvia officinalis L. largamente coltivata per i suoi usi culinarî; le sue foglie sono iscritte nella Farmacopea ufficiale italiana (5ª edizione) e servono a prepare l'alcoolato aromatico composto; vengono anche distillate per ricavarne olio essenziale.