SAMURAI
. Con questo termine, derivato dal verbo samurau o saburau (lett.: essere al servizio di), si indicavano, nell'antico Giappone e fino a tutto il sec. XI, i soldati che facevano la guardia al palazzo dell'imperatore. Più tardi, nell'epoca feudale, esso passò a designare genericamente chi esercitava il mestiere delle armi e fu, perciò, sinonimo di bushi o buke. I samurai dell'epoca feudale non costituivano milizie mercenarie, ma erano vassalli dei daimyō. Le lunghe guerre del Medioevo ebbero per effetto di dare importanza e decoro al mestiere delle armi e di praticare, eliminando i meno forti e i meno idonei, una selezione naturale fra coloro che lo esercitavano; risultato fu che i samurai vennero presto a costituire una vera e propria casta privilegiata, nella quale, sotto l'influsso di fattori filosofico-religiosi (filosofia cinese e buddhismo), si andò col tempo elaborando tutto un sistema di ideali, di norme, di principî morali che, col nome di bushidō (lett.: la via del bushi, cioè del guerriero), informò costantemente la vita e il modo di agire di ciascuno di essi.
Il bushidō non fu mai scritto, ma non per questo venne meno sentito e praticato. La rettitudine, il disprezzo per il pericolo, l'insensibilità verso il dolore fisico e morale, la sensibilità per le sofferenze altrui, la cortesia, il culto dell'onore, il sentimento di lealtà verso il proprio signore, spinto fino a dare per lui con entusiasmo la vita, erano i suoi capisaldi; e in ciò come si vede, l'atmosfera mentale e morale di un samurai aveva strette relazioni con quella dei nostri cavalieri medievali. Elementi specifici del bushidō erano, invece, il suicidio (harakiri), la vendetta (kaiaki-uchi) e la mancanza assoluta di galanteria verso la donna.
I samurai portavano come distintivo due sciabole, una lunga (katana o daitō), l'altra corta (wakizashi o shōtō), che erano il loro simbolo più sacro. Durante la feudalità, vissero nel castello del proprio signore, dal quale ricevevano i viveri per sé e per la famiglia. Aboliti i feudi nel 1869, essi, col nome di shizoku, vennero incorporati nella nobiltà del nuovo Giappone. Molto del loro spirito cavalleresco è restato ancora oggi nelle classi superiori della popolazione giapponese.