Leone Magno, san
Il papa che fermò gli Unni
Papa Leone I, detto Magno (papa dal 440 al 461), affermò la centralità del ruolo del vescovo di Roma nelle vicende della cristianità. Si segnalò nella sua attività pastorale, rinnovando la liturgia e organizzando una struttura di carità per i più bisognosi. Conquistò un ruolo di rilievo anche nella scena politica, riuscendo a fermare gli Unni nell’Italia del Nord
Leone era toscano, forse di Volterra, ma della sua nascita e della sua prima formazione non abbiamo notizie. Sappiamo invece che nel 430 era a Roma, dove occupava una posizione di prestigio nella Chiesa cittadina. A dimostrare la sua influenza è tra l’altro il fatto che nel 440 fu inviato in Gallia per cercare di risolvere il duro contrasto che contrapponeva il governatore romano della regione al generale Ezio.
Mentre si svolgeva questa missione morì papa Sisto III e il clero e il popolo di Roma elessero come successore proprio l’assente Leone. Il 29 settembre 440 questi veniva consacrato vescovo di Roma.
Durante il suo pontificato ogni anno, nell’anniversario della consacrazione e in occasione della festa dei ss. Pietro e Paolo (29 giugno), Leone pronunciava discorsi che sottolineavano la funzione preminente della Chiesa di Roma e del suo pastore. L’Impero Romano (Roma antica), sosteneva Leone, si era sviluppato grazie alla divina provvidenza e aveva esteso il suo dominio a quasi tutte le genti. Proprio per diffondere la fede cristiana entro questi vasti confini erano giunti a Roma Pietro e poi Paolo.
Secondo Leone la preminenza dell’apostolo Pietro (e quella dei suoi successori vescovi di Roma) non derivava dal fatto di aver fondato la Chiesa nella capitale dell’impero, ma dall’esplicito mandato che egli aveva ricevuto da Cristo («tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa»). Non era dunque la Chiesa a ricevere prestigio dall’avere posto radici a Roma, ma era la città che riceveva particolare dignità per l’onore riservatole di ospitarla. Le riflessioni di Leone Magno sul ruolo e sul compito della Chiesa di Roma e del suo vescovo furono essenziali nell’elaborazione della dottrina della supremazia papale.
L’attività di Leone si dispiegò a tutto campo. Riorganizzò la vita ecclesiale rivitalizzando le celebrazioni liturgiche che scandivano la vita dei fedeli nel corso dell’anno. Organizzò una struttura caritatevole tesa ad aiutare i più poveri: il vescovo riceveva donativi e li distribuiva ai bisognosi. Leone perseguì con fermezza scismatici ed eretici (eresia) e numerosi furono i suoi interventi sulle altre chiese cristiane, al fine di rivendicare al vescovo di Roma il diritto di guida della Chiesa.
Ebbe un ruolo indiretto, perché non vi partecipò di persona, nel Concilio ecumenico di Calcedonia (451). Riuscì a far confermare il primato della Chiesa di Roma sulle altre, ma non poté impedire che quella di Costantinopoli venisse considerata al secondo posto nella gerarchia (subito dopo la Chiesa di Roma, secondo il papa, dovevano venire in ordine d’importanza le altre due sedi apostoliche di Alessandria e di Antiochia).
Nel 452 gli Unni, guidati da Attila, dilagarono nell’Italia del Nord. Nell’estate del 452 una delegazione di cui faceva parte Leone Magno cercò di avviare un negoziato che evitasse lo scontro. Nei pressi di Mantova, sulle sponde del fiume Mincio, i delegati convinsero gli Unni a ritirarsi. Le cose non andarono altrettanto bene con i Vandali, che nel 455, guidati da Genserico, attaccarono Roma. Leone cercò di fermare gli assalitori presso Porta Portese, ma riuscì soltanto a evitare che la città venisse incendiata e che le basiliche di S. Pietro, S. Paolo e S. Giovanni (dove la popolazione si rifugiò) venissero toccate.
Leone Magno morì il 10 novembre 461. Fu il primo papa a essere sepolto nella basilica di S. Pietro (Pietro e i suoi immediati successori furono tumulati nella necropoli vaticana, poi invalse l’uso della sepoltura in altri luoghi della città). Le sue spoglie furono collocate prima sotto il Portico della basilica e poi, nel 688, spostate all’interno. Fu il primo papa a essere definito Magno (cioè grande) e nel 1754 fu proclamato dottore della Chiesa da papa Benedetto XIV.