SAN MARINO.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Marco Maggioli. – Stato dell’Europa meridionale, enclave dell’Italia, situato nell’Appennino tosco-emiliano. Nel 2014 la popolazione contava 31.637 abitanti, secondo una stima UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs), per una densità di 527 ab./km2. Secondo la Banca mondiale, S. M. beneficia di un PIL elevato (oltre 64.000 $ per abitante nel 2013, con una contrazione del 25% nel quadriennio 200912, del 4-5% nel 2012 e del 3,5% nel 2013); il tasso di disoccupazione è dell’8,2% (2014). La principale fonte di reddito è l’attività finanziaria, anche grazie alla favorevole legislazione fiscale. Rilevante è il turismo (1,8 milioni di ingressi nel 2012), alimentato dalla vicinanza con la riviera romagnola. L’industria comprende piccoli stabilimenti tessili, della gomma, della carta, del cuoio.
Storia di Vincenzo Piglionica. – L’instabilità che aveva caratterizzato la vita politica sammarinese agli inizi del 21° sec. proseguì negli anni successivi. Nell’ottobre del 2007, dopo il voto negativo del Parlamento su un articolo della legge sul giusto ed equo processo, i ministri del partito Sinistra unita (SU) annunciarono le dimissioni, aprendo una crisi che sarebbe terminata a novembre con la formazione di un nuovo esecutivo e l’ingresso nella coalizione di governo – accanto al Partito dei socialisti e dei democratici (PSD), ad Alleanza popolare (AP) e alla stessa SU – del Movimento dei democratici di centro (DdC). Le tensioni continuarono tuttavia nel corso del 2008 e portarono alle elezioni anticipate di novembre: ad aggiudicarsi la vittoria furono i partiti della coalizione di centrodestra Patto per San Marino, con il 54,2% dei voti e 35 dei 60 seggi del Parlamento.
Anche S. M. risentì delle conseguenze della crisi economica internazionale, che si tradussero in una prolungata contrazione del PIL; a pesare sulla piccola Repubblica furono anche la sua collocazione nella blacklist italiana dei Paesi a fiscalità privilegiata e lo scudo fiscale approvato dall’Italia nel 2009, cui fece seguito il rimpatrio di capitali detenuti illegalmente nelle banche sammarinesi. Lo scandalo del riciclaggio di denaro che coinvolse nel 2009 alcune importanti figure della Cassa di risparmio della Repubblica di San Marino evidenziò inoltre la vulnerabilità del Paese rispetto a tale attività criminosa, che il piccolo Stato cercò di affrontare in modo più deciso rafforzando la normativa in materia.
Una nuova crisi politica si aprì nel luglio 2012, e le elezioni per il rinnovo del Parlamento si tennero nel novembre successivo: a conquistare la maggioranza dei seggi (35) fu la coalizione di centrosinistra San Marino bene comune, forte del 50,7% dei voti. Nell’ottobre del 2013, si tenne nel Paese un referendum sull’avvio della procedura di adesione all’Unione Europea: la maggioranza degli elettori recatisi alle urne si espresse favorevolmente (50,3%), ma la proposta fu respinta per il mancato raggiungimento del quorum (era necessario il voto favorevole del 32% degli iscritti nelle liste elettorali, ma la percentuale si fermò al 20,2%).
A seguito dell’entrata in vigore (ottobre 2013) della Convenzione tra Italia e S. M. per evitare le doppie imposizioni in materia di imposta sul reddito e prevenire le frodi fiscali, nel febbraio 2014 la piccola Repubblica fu cancellata dalla blacklist fiscale italiana. Il 26 gennaio 2015 entrarono inoltre in vigore gli accordi in materia di cooperazione economica e di collaborazione finanziaria tra i due Paesi.