ANNA, Santa Madre di Maria Vergine e moglie di Gioacchino
La storia di A. non compare nei testi canonici ed è nota solo attraverso i vangeli apocrifi.In Oriente il culto della santa, in stretto rapporto con quello di Maria Vergine, si basa sulla narrazione del Protovangelo di Giacomo (sec. 2°). Durante il regno di Giustiniano si ebbe la prima grande manifestazione di culto con la costruzione, a Costantinopoli, di una chiesa dedicata ad A. (550 ca.). La Chiesa greca festeggiava la santa il 25 luglio, il 9 settembre e il 9 dicembre.In Occidente la venerazione per la madre della Vergine, sviluppatasi più tardi, è da prima legata al Vangelo dello pseudo-Matteo (sec. 8°-9°) e in seguito anche alla Legenda aurea (sec. 13°). Dal sec. 9° si sa che le reliquie della santa erano venerate nella cattedrale di Apt (Provenza), ma il culto si diffuse maggiormente al tempo delle crociate. A Gerusalemme, presso la fonte di Bethesda, venne edificata una chiesa sulla c.d. tomba di s. Anna; molte reliquie vennero traslate in Occidente, per es. a Weingarten (1182) e a Chartres (1204); sorsero inoltre importanti luoghi di culto, come i santuari di Annaberg in Sassonia e in Slesia. La festa in Occidente è celebrata il 26 luglio.Patrona delle vedove, delle gestanti, delle donne senza figli, degli sposi, delle balie e anche degli appestati, dei montanari e di alcune categorie di lavoratori (falegnami, orefici), la santa è rappresentata generalmente come una donna di età matura abbigliata con una tunica rossa e un mantello verde. Raffigurata da sola, ricorda le madonne bizantine, specialmente la Odighítria e la Nikopoiá; attributi caratteristici sono il libro e il giglio, soprattutto se la santa è in compagnia di Gioacchino. Spesso peraltro A. è raffigurata con la piccola Maria fra le braccia o sulle ginocchia oppure, più frequentemente, sono con lei la Vergine e Gesù bambino.Nei mosaici dell'arco trionfale di S. Maria Maggiore a Roma (432-440) è conservata, se è esatta l'identificazione, una delle immagini forse più antiche della santa, raffigurata in trono. Fra le prime rappresentazioni di A. con Maria bambina si possono ricordare due brani di affreschi in S. Maria Antiqua a Roma (rispettivamente del 655 ca. e del 760 ca.) e una immagine proveniente dalla cattedrale di Faras nella Nubia (700-750), attualmente conservata nel Muz. Narodowe di Varsavia. Di epoca più tarda sono il rilievo in pietra nella collegiata di Santillana del Mar (Spagna settentrionale), della fine del sec. 12°, e la scultura sul pilastro centrale del portale settentrionale della cattedrale di Chartres (1205-1210 ca.). Le raffigurazioni di A. con Maria e Gesù bambino fecero la loro apparizione verso la fine del sec. 13° (scultura lignea del 1280, conservata al Bayer. Nationalmus. di Monaco) e si moltiplicarono poi nel sec. 14°, raggiungendo la massima diffusione con il Gotico internazionale. Per l'Europa settentrionale un ruolo molto importante di committenza di sculture e affreschi dedicati alla santa fu svolto dall'Ordine di s. Brigida.Il tipo iconografico, nel quale la santa prese le sembianze di una donna anziana, può essere sommariamente schematizzato in cinque varianti: 1) A. seduta con in braccio o sulle ginocchia Maria, che a sua volta tiene in braccio Gesù bambino; 2) A. in piedi alle spalle di Maria che ha fra le braccia Gesù bambino; 3) A. seduta che sorregge su un braccio Maria e sull'altro Gesù bambino oppure su un ginocchio Maria e sull'altro Gesù; 4) A. in piedi che tiene su un braccio Maria e sull'altro il Bambino; 5) A. e Maria sedute, separate da Gesù bambino (variante diffusa soprattutto nel Tardo Gotico transalpino).Alla fine del Medioevo si può far risalire una iconografia particolare legata al culto dell'Immacolata Concezione di Maria: A., racchiusa entro la mandorla o in gloria, porta nel grembo ben visibile Maria bambina (pala d'altare della chiesa dei Carmelitani a Francoforte della fine del sec. 15°, ora all'Historisches Mus. di Francoforte).Scene della vita della santa comparvero inizialmente nelle raffigurazioni dell'infanzia di Maria (sec. 6°). Dettagliate rappresentazioni delle storie di A. sono contenute anche nei manoscritti (sec. 12°) delle omelie del monaco Giacomo (Roma, BAV, gr. 1162; Parigi, BN, gr. 1208). Cicli con la vita di A. compaiono, in Oriente, nelle pitture rupestri della grotta di S. Anna in Cappadocia (sec. 12°) e negli affreschi della chiesa della Peribleptos a Mistrà (1295).In Occidente una serie di scene della vita di A. è contenuta in un manoscritto del sec. 13° (Berlino, Staatsbibl., Germ. oct. 109) con Drier liet von der Maget del prete Wernher (1172). Cicli autonomi dedicati alla storia di A. compaiono in Francia (affreschi di Pouzanges-le-Vieux in Vandea, del 1200 ca.; portale settentrionale della cattedrale di Chartres, 1205-1210; portale di S. Anna di Notre-Dame a Parigi, 1212-1225 ca.).In Italia il numero delle scene relative alla vita di A. è più ristretto. Vanno ricordati in particolare gli affreschi di Giotto nella cappella degli Scrovegni a Padova e quelli di Giovanni da Milano e Taddeo Gaddi nella cappella Baroncelli in Santa Croce a Firenze.Un episodio della vita della santa rappresentato di frequente, anche isolato, è l'incontro di A. e Gioacchino alla porta Aurea, in quanto allusivo al mistero dell'Immacolata Concezione di Maria.
Bibl.: B. Kleinschmidt, Die heilige Anna - Ihre Verehrung, in Geschichte, Kunst und Volkstum, Düsseldorf 1930; J.H. Emminghaus, M. Lechner, s.v. Anna, in LCI, V, 1973, coll. 168-191.S. Kaspersen