Anacleto/Cleto, santo
Nella lista dei vescovi romani fornita da Ireneo di Lione il successore di Lino e predecessore di Clemente è A. ('ΑνέγκλητοϚ). Eusebio di Cesarea conferma la notizia, dicendo che A. fu il secondo vescovo di Roma dopo Lino, che questi trasmise il ministero della Chiesa romana ad A. nell'80 (Historia ecclesiastica III, 13; cfr. Chronicon, ad a. 80), e che A. nel dodicesimo anno di Domiziano, dopo dodici anni di episcopato, fu sostituito da Clemente (Historia ecclesiastica III, 15; cfr. Chronicon, ad a. 92). Dalla metà del sec. IV, in documenti di origine romana come il Catalogo Liberiano, le liste episcopali poi confluite nel Martyrologium Hieronymianum e il Liber pontificalis, comincia a distinguersi un Clitus da Anaclitus, l'uno dopo l'altro, in ordine cronologico, subito dopo Lino e Clemente, come nel Catalogo Liberiano, oppure nell'ordine Lino-Cleto-Clemente-Anacleto ma con una cronologia che di fatto pone Cleto e Anacleto dopo Clemente. Rispetto a queste elaborazioni tardive meritano maggior credito le liste episcopali di Ireneo di Lione e di Eusebio di Cesarea, che ammettono un unico vescovo di nome Anacleto: questo assunto trova conferma in altri dati, come la notizia dell'anonimo autore del trattato contro Artemone agli inizi del sec. III, che nella sua lista contava Vittore come il tredicesimo vescovo di Roma a partire da Pietro (Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica V, 28, 3), secondo una serie che non ammetterebbe lo sdoppiamento di A. se non a costo di considerare Vittore il quattordicesimo a partire da Pietro. Le liste episcopali romane di Ottato di Milevi e di Agostino - che pure nel porre Anacleto dopo Clemente si ricollegano alle tradizioni poi confluite nel Liber pontificalis - confermano la presenza del solo A., e così anche Epifanio (ΚλῆτοϚ) e Girolamo (⟨Anen>cletus). Le forme ΚλῆτοϚ/Cletus/Clitus sarebbero rispettivamente varianti di 'ΑνέγκλητοϚ /Anacletus/Anaclitus/Aneclitus, e come tali avrebbero dato origine allo sdoppiamento del personaggio, forse già agli inizi del sec. IV, se non precedentemente.
Secondo il Catalogo Liberiano, che pone Cleto e Anacleto dopo Clemente, l'episcopato del primo sarebbe durato sei anni, due mesi e dieci giorni dal 77 all'83. L'episcopato di Anacleto sarebbe durato dodici anni, dieci mesi e tre giorni sotto Domiziano, dall'84 al 95.
Il Liber pontificalis presenta la serie Cleto-Clemente-Anacleto, mantenendo per ognuno di essi la cronologia del Catalogo Liberiano. A Cleto il Liber pontificalis, nr. 3, attribuisce, con evidente contraddizione, un episcopato di dodici anni, un mese e undici giorni, dal 77 all'83, aggiungendo che Cleto sarebbe stato di origine romana, della regione del "Vicus Patricii" (l'attuale zona di via Urbana nel rione Monti), figlio di Emiliano, che sarebbe morto martire, che per ordine di Pietro avrebbe proceduto all'ordinazione di venticinque presbiteri in Roma e che sarebbe stato sepolto nel cimitero vaticano presso l'apostolo alla data del 26 aprile: alla sua morte sarebbero seguiti venti giorni di vacanza dell'episcopato. Il numero dei venticinque presbiteri ordinati da Cleto è forse da mettersi in rapporto con quello dei venticinque tituli esistenti a Roma alla fine del sec. V. Anche per Cleto, come per Lino cui è associato, dove nel Liber pontificalis si afferma che il papa avrebbe proceduto alle ordinazioni "ex praecepto beati Petri", si intenderebbe confermare l'opinione che egli avrebbe operato in quanto vicario di Pietro ancora in vita, contraddicendo con ciò le cronologie che lo stesso Liber pontificalis attribuisce a Pietro e a Cleto.
Quanto ad A., posto dopo Clemente, il Liber pontificalis, nr. 5, gli attribuisce nove anni di episcopato (ma più correttamente rispetto alla cronologia adottata, dodici nella prima redazione, come nel Catalogo Liberiano), dall'84 al 95, aggiungendo che sarebbe stato greco di nascita, figlio di Antioco, che quando era stato ordinato presbitero da Pietro avrebbe costruito una memoria di Pietro e altri luoghi per la sepoltura dei vescovi, dove lui stesso sarebbe poi stato sepolto "iuxta corpus beati Petri" alla data del 10 luglio (nella prima redazione si doveva parlare di un'unica memoria). Avrebbe proceduto a due ordinazioni, per un totale di cinque presbiteri, tre diaconi e sei vescovi, e alla sua morte si sarebbe avuta una vacanza di tredici giorni (quindici nella prima redazione). La scarsa storicità di queste notizie del Liber pontificalis su Cleto e Anacleto si conferma tanto più in considerazione del fatto che, come si è detto, i nomi dei due papi vanno ricondotti ad un unico personaggio.
Il solo Cleto è citato dopo Lino e prima di Clemente nel Communicantes del canone romano della messa: ciò conferma l'opinione che egli rientrasse nella categoria dei martiri, secondo quanto affermato anche dal Liber pontificalis. La mancanza della menzione di A. tra i vescovi romani ivi citati non costituisce di per sé la prova che A. fosse escluso dalla lista tenuta presente dal suo redattore, in quanto dopo Lino, Cleto e Clemente la lista dei vescovi di Roma non è citata nella sua completezza.
Cleto e Anacleto dovevano comparire come personaggi distinti nella lista episcopale romana introdotta nel Martyrologium Hieronymianum alla data del 23 dicembre, il solo Cleto in quella del 31 dicembre. Nel Martyrologium di Beda si commemora Cleto il 26 aprile, e così anche in un testimone della seconda recensione del Martyrologium Hieronymianum, il ms. Bernensis 289 (fine del sec. VIII). Alla stessa data nel Martyrologium di Floro ricorre la commemorazione di Anacleto, seguito in questo dal Martyrologium di Adone, che però introduce la commemorazione di Cleto alla data del 13 luglio. Nel Martyrologium Romanum Baronio pose la commemorazione di Cleto il 26 aprile (riprendendo l'elogio di A. secondo Floro alla stessa data), e al 13 luglio quella di Anacleto. La commemorazione di A. al 13 luglio fu soppressa nel 1960; successivamente, nel Calendarium Romanum promulgato nel 1969, è stata espunta anche la commemorazione di Cleto il 26 aprile, per l'incertezza del giorno della deposizione e della sua reale condizione di martire. Una tradizione priva di fondamento storico, attestata per la prima volta da F. Ughelli, fa di Cleto il primo vescovo di Ruvo di Puglia, appositamente inviatovi da Pietro. Il culto del santo è connesso alla cosiddetta cripta di S. Cleto posta sotto la chiesa del Purgatorio, probabile resto di una cisterna romana dell'età degli Antonini, se non dei Severi. Non sembra del resto che la città pugliese sia stata sede episcopale prima del sec. VI-VII. Sono falsi medievali le tre epistole attribuite ad A. nella raccolta delle Decretales pseudoisidoriane (sec. IX), che hanno per oggetto questioni di carattere disciplinare e giurisdizionale.
fonti e bibliografia
Ireneo di Lione, Adversus haereses III, 3, 3, a cura di A. Rousseau-L. Doutreleau, Paris 1974 (Sources Chrétiennes, 211), pp. 36-8.
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Id., Chronicon, ad aa. 80, 92, a cura di R. Helm, Berlin 1956 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), pp. 189, 192.
Le Liber pontificalis, a cura di L. Duchesne, I, Paris 1886, pp. XC-XCI, CII, 52-5, 122 (Cletus), 125 (Aneclitus).
Catalogo Liberiano, ibid., pp. 2-3; Epifanio di Salamina, Panarion 27, 6, 2, a cura di K. Holl, Leipzig 1915 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Epiphanius Werke, I), pp. 308-09.
Ottato di Milevi, De schismate Donatistarum II, 3, a cura di M.Labrousse, Paris 1995 (Sources Chrétiennes, 412), pp. 244-46.
Rufino di Aquileia, Recognitiones, prologus 13-15, a cura di B. Rehm, Berlin 1965 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller, 51), pp. 4-5.
Constitutiones apostolorum VII, 46, a cura di M. Metzger, Paris 1986 (Sources Chrétiennes, 329), pp. 108-09.
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Martyrologium Hieronymianum, in H. Delehaye, Commentarius perpetuus in Martyrologium Hieronymianum [...], in Acta Sanctorum Novembris [...], II, pars posterior, Bruxellis 1931, pp. 16-8 (31 dicembre: Cleto), 210-11 (26 aprile: Cleto), 662-63 (23 dicembre: Cleto e Anacleto).
Martyrologium di Beda, Martyrologium di Floro, Édition pratique des Martyrologes de Bède, de l'Anonyme Lyonnais et de Florus, a cura di J. Dubois-G. Renaud, Paris 1976, p. 72 (26 aprile).
Le Martyrologe d'Adon.Ses deux familles.Ses trois recensions. Texte et commentaire, ivi 1984, p. 134.
Martyrologium Romanum [...] scholiis historicis instructum, in Propylaeum ad Acta Sanctorum Decembris, Bruxellis 1940, coll. 156-57 (26 aprile: Cleto), 284-85 (13 luglio: Anacleto).
Calendarium Romanum ex decreto sacrosancti oecumenici concilii Vaticani II instauratum auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, In Civitate Vaticana 1969, p. 121.
Per le decretali falsamente attribuite ad A. v. l'edizione di P. Hinschius, Decretales pseudo-Isidorianae et Capitula Angilramni [...], Lipsiae 1863, pp. 66-87.
Studi
Ecclesiastica Historia [...] per aliquot studiosos et pios viros in urbe Magdeburgica, Centuria I, Liber II, Caput X, Basileae 1562, coll. 626-27.
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Per le fonti agiografiche tardive cfr. Bibliotheca Hagiographica Latina [...], I, Bruxellis 1898-99, pp. 66 (Anacletus), 281 (Cletus); ibid., Novum Supplementum, a cura di H. Fros, ivi 1986, pp. 51 (Anacletus), 216 (Cletus).