Evaristo, santo
Successore diretto di Clemente I nelle liste episcopali romane attestate da Ireneo di Lione e da Eusebio di Cesarea, e in quante ad esse si conformano; di Anacleto nelle liste che pongono quest'ultimo, identico o distinto da Cleto, dopo Clemente. Secondo Eusebio di Cesarea il suo episcopato va dal 99 (Historia ecclesiastica III, 34; cfr. Chronicon, ad a. 99) al 108, ma per un totale di otto o nove anni (otto in Historia ecclesiastica IV, 1; nove in Chronicon, ad a. 108) inferiore quindi a quello della cronologia adottata. Il Catalogo Liberiano pone il suo episcopato, sotto il nome abbreviato di Aristus, dal 96 al 108, per un totale di tredici anni, sette mesi e due giorni. Queste due date, che di fatto abbracciano un periodo di tredici anni, sono riprese dal Liber pontificalis, nr. 6, in cui però si afferma che E. sarebbe rimasto sulla cattedra episcopale per nove anni, dieci mesi e due giorni. Il Liber pontificalis aggiunge una serie di dati non controllabili, e, come al solito per i primi vescovi di Roma, verosimilmente privi di ogni fondamento storico. E. sarebbe stato greco di nascita ("natione Graecus"), figlio di un giudeo di nome Giuda, di Betlemme. Sarebbe morto martire, avrebbe assegnato i tituli romani a presbiteri, avrebbe ordinato sette diaconi "qui custodirent episcopum praedicantem, propter stilum veritatis". In tre ordinazioni avrebbe consacrato diciassette presbiteri, due diaconi, quindici vescovi. La sua sepoltura presso s. Pietro, nel cimitero vaticano, sarebbe avvenuta il 27 ottobre, e la sua morte sarebbe stata seguita da diciannove giorni di sede vacante. Nella prima redazione del Liber pontificalis, quale è stata ricostruita da L. Duchesne sulla base dei compendi feliciano e cononiano, si aggiungeva dopo la qualifica di "natione Graecus" quella di "Antiochenus", che mal si spiega con la provenienza del padre.
L'attribuzione di presbiteri ai tituli si può ricollegare alla notizia su Cleto che avrebbe ordinato venticinque presbiteri probabilmente in relazione all'esistenza di venticinque tituli romani con funzioni parrocchiali, situazione verosimile agli inizi del sec. VI. Meno chiare, a prima vista, sono le motivazioni addotte per l'ordinazione dei sette diaconi: come ha dimostrato L. Duchesne, è probabile che nel passo citato "praedicare" indichi la recita del prefazio della messa e del canone, e che la ragione di custodire il vescovo in questa funzione liturgica fosse quella di garantire l'esattezza e l'ortodossia del formulario impiegato. Ciò si evince principalmente dal canone 12 (13 nelle precedenti edizioni) della raccolta attribuita a un presunto concilio di duecentosettantacinque vescovi tenutosi sotto papa Silvestro, in realtà uno degli apocrifi composti all'epoca di papa Simmaco nelle controversie sorte a seguito dello scisma laurenziano: secondo il più recente editore degli apocrifi simmachiani, E. Wirbelauer, gli atti di questo concilio costituiscono un documento di parte laurenziana. Il canone in questione, ripreso nella notizia del Liber pontificalis su E., prescrive che i sette diaconi "sint custodes episcopo consecranti propter stilum veritatis et catholicam rationem et senectutis oraculum, ne in praedicatione aut Patrem pro Filio aut Spiritum Sanctum pro Patre praedicemus".
Il titolo di martire attribuito a E. non sembra riposare su alcuna tradizione agiografica. Il suo nome compare nel Martyrologium Hieronymianum in una lista di vescovi di Roma alla data del 23 dicembre. La sua commemorazione è fissata nel Martyrologium di Adone alla data del 27 ottobre; nel Martyrologium Romanum essa fu posta al 26 ottobre, ma è stata espunta dal Calendarium Romanum del 1969 per il fatto che si ignora la data della morte di E., e perché non risulta che sia stato effettivamente martire. Tra le decretali pseudoisidoriane figurano quattro epistole attribuite a Evaristo.
fonti e bibliografia
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Eusebio di Cesarea, Historia ecclesiastica III, 34; IV, 1, a cura di E. Schwartz, Leipzig 1903 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, II, 1), pp. 274, 300.
Id., Chronicon, ad aa. 99, 108, a cura di R. Helm, Berlin 1956 (Die Griechischen Christlichen Schriftsteller. Eusebius Werke, VII), pp. 193, 195.
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Fonti agiografiche:
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Decretali attribuite a E.:
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