Roberto Bellarmino, santo
Gesuita (Montepulciano 1542-Roma 1621). Nipote per parte di madre di papa Marcello II, entrò nella Compagnia di Gesù (1560), insegnò teologia a Lovanio e poi a Roma. Clemente VIII lo creò cardinale (1599), nel 1602 fu per breve tempo arcivescovo di Capua. Intervenne nelle principali controversie politico-religiose dell’epoca, dall’interdetto di Venezia (1606) ai processi di G. Bruno, T. Campanella e Galileo. Con le sue Disputationes de controversiis christianae fidei adversus hujus temporis haereticos sistematizzò negli anni Ottanta del Cinquecento in modo esemplare le controversie teologiche del tempo. La sua teoria sulla potestas indirecta del papa in ambito secolare (➔ ) gli procurò molte critiche, tra cui quelle di papa Sisto V, ma si diffuse largamente.