Scrittrice svedese (Missenträsk Jörn, Västerbotten, 1923 - Umeå 2004). Fin dal primo romanzo, Tjärdalen ("La valle del catrame", 1953), si segnalò per la potenza descrittiva e la novità dello stile, di cui il dialetto è parte integrante. L'impegno sociale e politico in favore dei diseredati e degli operai connotò tutta la sua produzione: dai romanzi, sia legati alla terra natale (Hjortronlandet "Il paese delle bacche palustri", 1958; Regnspiran, 1958, trad. it. L'uccello della pioggia, 1963; Bära mistel "Portare il vischio", 1960), sia ambientati in Sudafrica (Jag och min son "Io e mio figlio", 1961, e Med fem diamanter, 1964, trad. it. Cinque diamanti, 1966), ai rapporti dal Vietnam (Samtal i Hanoi "Conversazioni a H.", 1966; Foglarna i Nam Dinh "Gli uccelli a N. D.", 1972), alla raccolta di articoli sulle condizioni dei minatori (Gruva, 1968, trad. it. Rapporto dal sottosuolo svedese, 1974). L. raggiunse gli esiti migliori nei romanzi che analizzano la mentalità e le vicende storiche del Norrland: Din tjänare hör ("Il tuo servo ascolta", 1977); Vredens barn ("Figli dell'ira", 1979); Nabots sten ("Le pietre di Nabot", 1981), l'autobiografico Ett Herrans liv ("Una vita del Signore", 1988), dedicato al ricordo del padre, predicatore pentecostale. Si ricordano ancora: Lifsens rot ("La radice della vita", 1996) e Oskuldens minut ("Il momento dell'innocenza", 1999).