scabbia
Malattia cutanea pruriginosa prodotta da diverse specie di acari nell’uomo e negli animali, particolarmente nella forma determinata da Sarcoptes scabiei. Le lesioni cutanee della s. sono prodotte dalle femmine fecondate che, giunte sulla cute di un individuo sano per contatto diretto o indiretto (biancheria, lenzuola, ecc.), penetrano nello spessore dell’epidermide scavandovi un esile cunicolo caratteristico nel quale depongono le uova. Da queste si sviluppano, nel giro di quattro giorni, larve esapode che subiscono diverse mute e si trasformano in adulti. La sintomatologia della s. è dominata dal prurito che si esacerba di notte poiché l’attività degli acari è prevalentemente notturna. La terapia richiede l’apertura dei cunicoli, che si può ottenere frizionando ruvidamente la cute, e la medicazione delle regioni infestate con pomate a base di zolfo. La s. norvegese è una forma particolare di s. che si manifesta in soggetti immunodepressi: i cunicoli sono presenti su tutto il corpo, che è coperto da croste.