Nome comune di alcune malattie delle piante provocate da parassiti molto diversi, che si manifestano sotto forma di piccole areole depresse, alla superficie di vari organi, generalmente tuberi e frutti. Le forme più frequenti di s. nei vegetali sono la s. delle pere e la s. delle mele, dette più comunemente ticchiolatura (➔). La s. degli agrumi, non segnalata in Italia, colpisce particolarmente gli aranci ed è caratterizzata dalla presenza sui frutti di numerose piccole pustole suberose rilevate; è dovuta a funghi Ascomiceti della specie Elsinoë, e non deprezza sensibilmente il valore dei frutti. La s. polverulenta della patata è una malattia dovuta al fungo Spongospora subterranea, che attacca radici, stoloni e tuberi, sui quali si formano pustole polverulente, che più tardi possono essere invase da altri funghi con susseguente marciume del tubero. La s. comune della patata, più importante e diffusa, ma meno dannosa, è causata da varie specie di Actinomyces e in primo luogo di Actinomyces scabini. Colpisce tutti gli organi sotterranei e quindi anche i tuberi: la superficie di questi presenta areole tondeggianti, di colore dapprima brunastro o rossastro, di aspetto crostoso, le quali possono confluire sino a coprire tutto il tubero di una crosta nera; l’alterazione invade solo superficialmente il parenchima amilifero del tubero ed è dovuta alla penetrazione del parassita che causa la formazione di uno strato di sughero al quale poi seguono vari altri strati interni; i tuberi infetti, benché deprezzati sul mercato, sono utilizzabili previa sbucciatura.
Nome di varie malattie cutanee pruriginose prodotte da diverse specie di Acari nell’Uomo e negli animali e particolarmente della forma determinata da Sarcoptes scabiei (v. fig.). Le lesioni cutanee della s. sono prodotte dalle femmine fecondate che, giunte sulla cute di un individuo sano per contatto diretto o indiretto (biancheria, lenzuola ecc.), penetrano nello spessore dell’epidermide scavandovi un esile cunicolo caratteristico nel quale depongono le uova. Da queste si sviluppano, nel giro di 4 giorni, larve esapode che subiscono diverse mute e si trasformano in adulti; le femmine compaiono verso il 15° giorno dall’ovoposizione. La sintomatologia della s. è dominata dal prurito che si esacerba di notte poiché l’attività degli acari è prevalentemente notturna. La terapia richiede l’apertura dei cunicoli, che si può ottenere frizionando ruvidamente la cute, e la medicazione delle regioni infestate con pomate a base di zolfo, come la classica pomata di Helmerich. La s. norvegese è una forma particolare di s. che si manifesta in soggetti denutriti o comunque predisposti: i cunicoli sono presenti su tutto il corpo, che è coperto da croste.
In medicina del lavoro, s. da lana di vetro, dermatosi dovuta al contatto con fibre di vetro e ai microtraumi provocati dalle stesse, che si manifesta per lo più a carico degli avambracci con prurito e chiazze di arrossamento e infiltrazione della pelle; s. o rogna dei nichelatori, dermatite che insorge negli operai addetti alla nichelatura galvanica e che si manifesta con eczema e prurito alle mani e agli avambracci.
Quasi tutti gli animali domestici sono soggetti alla s., che può essere provocata da acari dei generi Sarcoptes (s. sarcoptica), Psoroptes (s. psoroptica), Chorioptes (s. corioptica), Demodex (s. demodectica) ecc. All’infestazione da acari si sovrappongono spesso infezioni cutanee secondarie.