Forma italianizzata o latinizzata del nome İskender beg 〈iskènder bèġ〉 (turco "bey Alessandro", con allusione ad Alessandro il Grande) dato dai Turchi a Giorgio Castriota (n. 1405 - m. Alessio 1468), eroico difensore dell'indipendenza albanese. Inviato in ostaggio (1415) alla corte del Sultano, e ivi divenuto musulmano, si distinse come capitano al servizio dei Turchi. Quando Giovanni Hunyadi sconfisse (1443) gli Ottomani a Niš, S. abbandonò i Turchi e, riconvertito al cattolicesimo, divenne capo della lega dei principi albanesi, stabilendo a Croia la sede del movimento che avrebbe portato all'insurrezione gli Albanesi. Da allora e per circa 20 anni S. combatté quasi da solo contro i Turchi, respingendo le spedizioni di Murad II e di Maometto II (1451). Dopo aver recato aiuto a Ferdinando d'Aragona contro Giovanni d'Angiò (1459), a seguito di nuove vittorie ottenne (1461) da Maometto II il riconoscimento delle sue conquiste. Sceso di nuovo in campo (1463) per le sollecitazioni di Pio II che aveva bandito la crociata, fu lasciato solo, con scarsi aiuti veneziani, a fronteggiare le imponenti forze di Maometto II, cui tenne testa con abile guerriglia; ma non riuscì a liberare Croia dall'assedio.