SCARPATA
. Elemento dell'architettura militare, costituito nel caso più normale, da un piano inclinato, di semplice terra o di muratura con funzione di contrasto alla spinta dei terrapieni; di conseguenza essa entra nell'uso normale dell'architettura contemporaneamente a quelli e quindi soltanto con il sec. XIV.
Non si può d'altra parte tralasciare dal notare come già Egidio Colonna (nato nel 1248) parli dello scarpamento nella sua opera De regimine principum e non è da escludere anche in merito a questo particolare, che egli segua gl'insegnamenti di Vegezio, sicché è lecito ritenere che il terrapienamento, e in conseguenza la scarpata, risalgano di fatto alla fine del sec. XIII.
Alcuni notevoli complessi difensivi del Trecento ne sono tuttavia privi, così, ad es., il recinto di Gradara.
I risultati ottenuti con le prime applicazioni della scarpata condussero in breve a constatare come la resistenza delle mura scarpate alla spinta del terrapieno non costituisse che uno dei loro vantaggi nei confronti delle cortine e delle torri a parete verticale e come a quello si dovesse aggiungere l'altro grandissimo vantaggio dell'aumentata resistenza delle mura così foggiate, anche se battute in breccia, al movimento di rotazione in avanti; sicché, dal sec. XV in poi, l'uso dello scarpamento divenne abituale, anzi la scarpata fu aggiunta anche alle preesistenti mura a faccia perpendicolare. Rimontano al 1461 i lavori dei Pisani per murare la scarpa, già tagliata nella terra, del recinto della città; al 1471-72 analoghi lavori, condotti da Pino degli Ordelaffi, sulle mura e le torri di Forlì.
Nelle sue prime applicazioni però la scarpata diede luogo a notevoli inconvenienti, facilitò cioè la scalata delle mura. Per ovviare a questo difetto si limitò generalmente l'altezza della scarpata ai due terzi dell'altezza della torre o della cortina (Francesco di Giorgio Martini, libro V, cap. 4°) e inoltre sulla linea di raccordo tra la parte inclinata e la parte verticale delle mura s'inserì un cordone in aggetto a gola dritta o rovescia. L'impiego di questo cordone divenne caratteristico delle opere del Sangallo e del Sanmicheli e in seguito dall'architettura militare passò e si perpetuò nell'architettura civile.