SCHLESWIG-HOLSTEIN (XXXI, p. 105)
Dopo l'avvento al potere del nazismo, l'ordinamento comunale dello Schleswig-Holstein, che garantiva fino ad allora un'equa tutela della minoranza danese, fu riformato. Dapprima fu estesa allo Schleswig-Holstein la nuova legge comunale prussiana del 25 dicembre 1933 seguìta nel gennaio 1935 dalla Deutsche Gemeindeordnung, che accrebbe l'influenza del partito nazista ed escluse praticamente i rappresentanti danesi dall'amministrazione. Dopo la disfatta del terzo Reich, lo Schleswig-Holstein, col tacito consenso delle autorità d'occupazione inglesi, si costituì in Land autonomo tedesco, staccato dalla Prussia, e l'Oberpräsident Stenzel assunse il titolo di Landespräsident. Fu proclamata pure una costituzione. Ebbero inoltre luogo dimostrazioni contro la minoranza danese, le quali culminarono nella richiesta di proibire d'allora in poi l'apertura di nuove scuole non tedesche. La situazione, d'altra parte, divenne ancora più tesa a causa della presenza di gran numero di Tedeschi evacuati dalle terre della Germania orientale, ora sottoposte alla sovranità polacca. Il governo di Copenaghen ha protestato presso gli Alleati, ed in particolar modo a Londra, contro tale stato di cose, richiedendo piena libertà per la minoranza danese nello Schleswig. Le elezioni del 20 aprile 1947 alla Dieta assicurarono la maggioranza assoluta al partito socialdemocratico, che ottenne 43 seggi. Anche nelle elezioni comunali e di circondario del 24 ottobre 1948 i socialisti mantennero le loro posizioni, sebbene dovessero rinunziare a qualche percentualità a favore dell'Unione cristiano-democratica. Netta fu anche l'affermazione dei partiti tedeschi di fronte al movimento pro-danese.
Bibl.: F. de Jessen, Manuel historique de la question du Sleswig 1906-38, Copenaghen-Parigi 1939.