Schrodinger
Schrödinger Erwin Rudolf Josef Alexander (Vienna 1887 - 1961) matematico e fisico austriaco. Dopo gli studi a Vienna, prestò servizio nell’esercito austriaco nella prima guerra mondiale. Nel 1921 venne chiamato all’università di Zurigo a occupare la cattedra che era stata di Einstein; nel 1927 a Berlino succedette a Max Planck sulla cattedra di fisica teorica. Diede un fondamentale contributo alla nascita della moderna teoria quantistica sviluppando i tratti essenziali della meccanica ondulatoria non relativistica e dimostrando l’equivalenza matematica di questa teoria con la meccanica delle matrici formulata nello stesso periodo dai fisici e matematici Werner Karl Heisenberg (1901-1976), Max Born (1882-1970) e Pascual Jordan (1902-1980), nonostante il suo approccio fosse in netta alternativa all’impostazione algebrica della scuola di Gottinga, rappresentata appunto da Heisenberg. Approfondendo un suggerimento del fisico Louis de Broglie (1892-1987), secondo il quale il dualismo onda-corpuscolo, già manifestatosi nel comportamento delle onde luminose, andava esteso anche alle particelle dotate di massa, si diede l’obiettivo di costruire una nuova meccanica ondulatoria che fosse un’estensione e un approfondimento di quella classica, così come l’ottica ondulatoria lo era rispetto all’ottica geometrica. Schrödinger risolse il problema individuando un’equazione differenziale che descriveva il propagarsi dell’onda ψ associata al movimento della particella (→ Schrödinger, equazione di). Tuttavia l’interpretazione fisica che egli diede della funzione d’onda ψ (dipendente dalle coordinate del sistema e dal tempo) in termini di distribuzione della carica elettrica si dimostrò ben presto insostenibile, e su di essa prevalse quella di Born, secondo cui il quadrato di ψ indicava la probabilità che la particella si trovasse in un determinato stato. Schrödinger, tuttavia, non rinunciò a sostenere la teoria dell’elettrone-onda, discostandosi dai successivi sviluppi in senso indeterministico della teoria della quale aveva gettato le basi. Nel 1933, all’avvento del nazismo, fu costretto a emigrare a Oxford, dove gli fu comunicata l’assegnazione del Premio Nobel per la fisica insieme al fisico inglese Paul Dirac (1902-1984). Nel 1936 tornò in Austria, ma dopo che il paese fu annesso e occupato dalla Germania (1938) fu sottoposto a perquisizioni per la sua opposizione al regime nazista. Lasciò quindi definitivamente l’Austria e, dopo brevi soggiorni in Italia e Svizzera, approdò all’Istituto di studi avanzati di Dublino, dove divenne direttore della scuola di fisica teorica e in cui rimase fino al pensionamento. Tra le sue opere va anche ricordato il libro What is life? (Che cos’è la vita?, 1944) che, secondo la testimonianza dello stesso James Watson (1928) fornì al biologo statunitense l’ispirazione dell’esistenza dei geni e del loro ruolo di trasmettitori dell’informazione, che portò in seguito alla scoperta della struttura a doppia elica del dna.