Alessandria, scuola filosofica di
Sotto tale denominazione si intendono due diverse scuole neoplatoniche. La prima, fiorita nella prima metà del 3° sec. d.C. e fondata da Ammonio Sacca, comprende filosofi come Longino, Origene pagano, e soprattutto Plotino di Licopoli, considerato il fondatore del neoplatonismo. Questa prima scuola di A. proseguì e si sviluppò a Roma, dove Plotino si trasferì nel 244 d.C. e dove finì di comporre le Enneadi (➔), soprattutto grazie a Porfirio di Tiro, suo allievo dal 263 (al quale si deve, tra l’altro, l’ordinamento tematico dell’opera, di cui fu l’editore). Altro allievo di Plotino a Roma fu Amelio Gentiliano. La seconda si sviluppa invece tra la fine del 4° e gli inizi del 7° sec. e rappresenta l’ultima fase del neoplatonismo. Sua fondatrice è considerata Ipazia di Alessandria, la ‘martire pagana’ figlia del grande matematico Teone e matematica essa stessa, uccisa dai cristiani nel 415. Suo allievo diretto fu Sinesio di Cirene. Altri esponenti di spicco della scuola sono Ierocle di Alessandria e il suo discepolo Teosebio, Enea di Gaza, Ermia di Alessandria, e quindi Ammonio figlio di Ermia, Asclepio di Tralle, Giovanni Filopono, Olimpiodoro il giovane, Elia suo discepolo, Davide l’Armeno, Stefano di Alessandria, conosciuti soprattutto come commentatori neoplatonici di Aristotele. Collegati a questa scuola possono essere considerati autori quali Alessandro di Licopoli, Asclepiodoto di Alessandria, Nemesio di Emesa e Giovanni Lido. In seguito alla chiusura di tutte le scuole pagane ordinata da Giustiniano nel 529 gli ultimi esponenti della scuola continuarono a operare altrove. Stefano di Alessandria, in particolare, trascorse l’ultima parte della sua vita a Costantinopoli, prolungando l’attività della scuola fino al sec. 7°.