RIVOLTA, Sebastiano
RIVOLTA, Sebastiano. – Nacque a Casalbagliano (Alessandria) il 20 ottobre 1832, da Pietro Filippo, proprietario terriero e da Giuseppa Traversa; fu battezzato con il nome del nonno paterno.
Compì i primi studi in famiglia, a causa della sua salute cagionevole; solo all’età di quindici anni poté frequentare ginnasio e liceo in Alessandria, assecondando le sue inclinazioni. Vicissitudini familiari spinsero il padre a dissuaderlo dal proseguire negli studi umanistici e a indirizzarlo verso la Regia Scuola di medicina veterinaria di Torino. Rivolta vi si iscrisse nel 1852, dopo aver vinto una borsa di studio; nel 1855, ancora studente, pubblicò il suo primo lavoro, su una febbre sviluppatasi nel torinese, sul Giornale di veterinaria, fondato dal suo maestro, Giovanni Battista Ercolani. Conseguì il diploma di medico veterinario nel 1856, con il massimo dei voti, pur non avendo mai cessato di coltivare le sue passioni: la filosofia razionale, in particolare le teorie di Vincenzo Gioberti e l’opera dantesca, che talvolta citò nei suoi scritti. Esercitò quindi la professione, prima a Castelceriolo (Alessandria) e poi a Carpignano Sesia (Novara), fino al 1861, quando fu richiamato alla Scuola veterinaria di Torino dal direttore, Ercolani, per divenirne l’assistente di clinica medica. Aggregato di patologia medica nel 1862, nominato professore straordinario di patologia generale e anatomia patologica due anni dopo e professore ordinario nel 1868, insegnò a Torino fino al 1871. Si trasferì quindi a Pisa, alla Scuola superiore di medicina veterinaria, dove coprì quella stessa cattedra per ventidue anni, fino alla morte. Il suo posto a Torino fu messo a concorso e vinto dal suo assistente e allievo Edoardo Bellarmino Perroncito, suo collaboratore negli studi sulla tubercolosi e su alcune forme batteriche equine e aviarie.
Uomo dai molteplici interessi scientifici, che spaziarono dall’anatomia alla patologia veterinaria, all’elmintologia, alla batteriologia, alla parassitologia, alla polizia sanitaria, alla professione, Rivolta non mancò di occuparsi dei temi pressanti del suo tempo, come la riforma degli studi di medicina veterinaria, che lo coinvolse a lungo, dall’approvazione del nuovo regolamento per le scuole veterinarie di Milano e di Torino nel 1860, fino al regolamento unico per tutte le Regie Scuole di medicina veterinaria del Regno del 1891, su cui espresse le sue perplessità. Fu membro di varie istituzioni scientifiche, tra cui l’Accademia di agricoltura e la Reale Società nazionale di medicina veterinaria, con la quale ebbe alcuni contrasti in merito agli empirici, che esercitavano la professione senza i necessari titoli di studio. Egli palesò il suo pensiero in scritti apparsi sul Giornale di medicina veterinaria pratica della Società nazionale di medicina veterinaria nel 1867.
La sua produzione scientifica fu considerevole e si protrasse per trentasette anni, dal 1855 al 1892. Nel periodo torinese pubblicò principalmente sul Medico veterinario; nel periodo pisano, invece, i suoi scritti comparvero soprattutto sul Giornale di anatomia, fisiologia e patologia degli animali e sul Moderno zooiatro. Tali lavori documentarono gli accurati studi, l’attività di laboratorio e le ricerche al microscopio, care al suo maestro, che lo condussero a innumerevoli scoperte, soprattutto di nuovi parassiti.
Precursore dell’oftalmologia veterinaria, osservando la limitante paciniana della retina del cavallo, identificò alcuni elementi cellulari, conosciuti ancora oggi come ‘cellule del Rivolta’. Scoprì il Discomyces bovis o Fungo di Rivolta (oggi Actinomyces bovis, come denominato da Carl Otto Harz), causa dell’actinomicosi, nota all’epoca come ‘malattia di Rivolta’. Primo grande maestro in Italia nel campo della parassitologia vegetale, nel 1873 diede alle stampe a Torino il trattato Dei parassiti vegetali come introduzione allo studio delle malattie parassitarie e delle alterazioni dell’alimento degli animali domestici, in cui riunì e ordinò quanto già parzialmente pubblicato sull’argomento, tra il 1870 e il 1871, sul Medico veterinario. L’opera, ricca di osservazioni originali, aveva lo scopo di contribuire a formare i giovani zooiatri in fitoparassitologia e di mostrare loro quanto fosse importante per le relazioni esistenti tra alcune malattie dei vegetali e degli animali.
Nel campo dell’elmintologia, scoprì quattro specie di tenia negli ovini, che denominò Taenia globipunctata, Taenia ovipunctata, Taenia centripunctata e Taenia ovilla. Osservò inoltre che le larve di un nematode, che chiamò Dermofilaria irritans, erano all’origine di una dermatosi ulcerativa equina, le cosiddette piaghe estive.
Fu tra i primi seguaci delle teorie di Louis Pasteur e contribuì a meglio comprendere l’eziologia della rabbia e del carbonchio. Individuò la causa del farcino d’Africa nel Cryptococcus farciminosus (Rivolta e Micellone) oggi Histoplasma farciminosum, al cui studio si dedicò in collaborazione con il capitano Ignazio Micellone del corpo veterinario militare; scoprì lo Streptococcus equi (detto poi di Schütz), agente patogeno dell’adenite equina; identificò la causa della botriomicosi equina nel Discomyces equestris, oggi denominato Staphylococcus botryogenes. Precursore anche nel campo della virologia, fu il primo a osservare le inclusioni cellulari che caratterizzavano il difterovaiolo aviare (dette corpuscoli di Rivolta), poi studiate da Otto Bollinger. Il suo interesse per le malattie infettive degli uccelli si manifestò anche nello studio del colera dei polli; inoltre, in collaborazione con Angelo Maffucci, differenziò la tubercolosi degli uccelli da quella dei mammiferi e umana.
Il tema della patologia aviaria fu ben sviluppato nel trattato L’ornitojatria o la medicina degli uccelli domestici e semidomestici, che pubblicò a Pisa nel 1880 in collaborazione con Pietro Delprato. Nell’opera, che presentava ricerche originali svolte su preparati anatomo-patologici conservati nel Museo patologico della Scuola di Pisa, diede notizia della scoperta di alcune specie di acari parassiti negli uccelli, come il Sarcoptes cysticola o l’Epidermoptes bilobatus e descrisse e classificò alcuni protisti parassitari, come il Coccidium Rivolta Grassi, il Cercomonas gallinae, la Gregarina Mieisheriana, lo Psorospermium cruposum. Segnalò inoltre interessanti casi clinici nell’ambito della patologia della riproduzione, con osservazioni originali sulla spermatogenesi.
Rivolta fu molto stimato e apprezzato per i risultati delle sue ricerche, ma anche per la sua indole mite, la sua modestia, la sua bontà d’animo. Cionondimeno, dovette subire l’ostilità di alcuni colleghi, che lo amareggiò molto, contribuendo a minare la sua salute, già compromessa da una grave cardiopatia cronica, inasprita dall’incessante impegno profuso nel suo lavoro. Un profondo dispiacere gli venne poi dalla morte, a soli nove anni, di una delle sue tre figlie, Ada, per una forma acuta di difterite.
Morì il 14 agosto 1893 a Torino, dove era tornato con la sua famiglia, nella speranza di un miglioramento del suo stato di salute.
Qui fu commemorato, presso la R. Società veterinaria italiana, dal suo allievo Perroncito; a Pisa, invece, fu il suo allievo Andrea Alfonso Vachetta a presentarne un ricordo, presso la Scuola veterinaria, nella cui aula magna gli fu poi eretto un busto bronzeo, inaugurato il 29 gennaio 1899. La sua effigie comparve inoltre sulle medaglie celebrative del 150° anniversario della fondazione della Scuola di Pisa, nel 1989. Anche la sua patria d’origine volle ricordarlo degnamente, collocando le sue spoglie nel famedio del cimitero monumentale di Alessandria, Comune nel quale, nel quartiere Pista, gli è stata inoltre dedicata una via.
Opere. Una bibliografia delle pubblicazioni di Rivolta si trova nella commemorazione di A. Vachetta, Sebastiano Rivolta, in Annuario della R. Università di Pisa per l’anno accademico 1893-94, Pisa 1894, pp. 209-227 (in partic. pp. 217-227).
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Alessandria, Archivio storico comunale, III.937: Registro di Casalbagliano, c. 190.
R. Bassi, Il Professore S. R., in Il moderno zooiatro, IV (1893), pp. 314-320; L.G. Neumann, Biographies vétérinaires, Paris 1896, pp. 318-320; M. Razzi, S. R., in Il ponte di Pisa, VII (1899), p. 1; C. Setti, Manuale di parassitologia veterinaria, Milano 1946, p. 306; Bicentenario dalla fondazione della facoltà di medicina veterinaria, 1769-1969, in Annali della facoltà di medicina veterinaria di Torino, XVIII (1969), pp. 81, 89, 164-166; V. Chiodi, Storia della veterinaria, Bologna 1981, pp. 312 s., 328, 333 s., 411; A. Romagnoli, La figura e l’opera di S. R., I parte, in Il progresso veterinario, LVII (2002), pp. 650-653; Id., La figura e l’opera di S. R., II parte, ibid., LVIII (2003), pp. 83-85.